Ghiyath al-Din Tughlaq: differenze tra le versioni

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Khusrow afferma che Ṭughlāq sbaragliò in Mongoli 18 volte; [[Ziauddin Barani]], nel suo ''Tarikh-i Firuz Shahi'', sostiene che ciò sia invece avvenuto 20 volte. La ''Riḥla'' (Viaggio) di [[Ibn Battuta]] ricorda un'iscrizione nella [[Moschea del Venerdì]] di Multan che annoverava 29 vittorie sui [[Tatari]] (Turco-Mongoli). Nessuno però elenca con una qualche precisione tutto ciò ed è quindi probabile che in tali successi siano state annoverate affermazioni nel corso di schermaglie [[frontiera|frontaliere]].<ref>B. P. Saksena, 1992, p. 462.</ref>
 
Dopo la morte di ʿAlāʾ al-Dīn Khaljī nel 1316, l'[[eunuco]] Malik Kāfūr controllò l'amministrazione del Sultanato per un breve periodo assieme al figlio minore di ʿAlāʾ al-Dīn, [[Shihab al-Din 'Omar|Shihāb al-Dīn ʿOmar]] come sovrano-fantoccio. Non ci sono tracce di una qualche opposizione di Ṭughlāq a Kāfūr durante questo periodo.<ref>''Ibidem''</ref> Kāfūr incaricò [['Ayn al-Mulk Multani|ʿAyn al-Mulk Multānī]] di stroncare una rivolta in [[Gujarat]], ma fu ucciso poco dopo, mentre Multānī era a [[Forte Chittor|Chittor]] (o Chittorgarh), lungo il tragitto per il Gujarat.<ref>''Idem'', p. 463.</ref> Il figlio maggiore di ʿAlāʾ al-Dīn, [[Qutb al-Din Mubarak Shah|Quṭb al-Dīn Mubārak Shāh]] prese allora il controllo dell'amministrazione e inviò Ṭughlāq a Chittor con una missiva in cui chiedeva a Multānī di proseguire la sua marcia verso il Gujarat. MultaniMultānī accolse Ṭughlāq a Chittor, ma rifiutò di proseguire la sua marcia di avvicinamento finché i suoi ufficiali non avessero visto il nuovo Sultano in persona. Ṭughlāq tornò allora a Delhi e consigliò Quṭb al-Dīn Mubārak Shāh di inviare [[firmani]] a conferma della sua posizione agli ufficiali di Multānī. Il nuovo Sultano fu d'accordo e, come esito, la forza armata di Multānī riprese la sua marcia verso il Gujarat. Ṭughlāq accompagnò la compagine, di cui Multānī conservava il comando supremo.<ref>''Ibidem''.</ref>}
 
== Ascesa al potere ==