Genocidio dei nativi americani: differenze tra le versioni

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Il cronista descrive lo stato di caos e le atrocità subite dal suo popolo e sollecita il re ad intervenire per ristabilire una situazione di ''buen gobierno''. Per centinaia di anni di questo straordinario libro non si è saputo nulla, finché l'opera non è stata ritrovata in un archivio a [[Copenaghen]] nel [[XX secolo]]<ref>L. E. Sullivan, Prefazione a: ''Culture e Religioni Indigene in America: Centrale e Meridionale.'' Jaca Book, 1997</ref>.
 
Sorte analoga dovette affrontare il cosiddetto [[Codice Fiorentino]], cioè l'ultima redazione, l'unica bilingue ([[lingua spagnola|spagnolo]] e [[Lingua nahuatl|nahuatl]]) della ''Historia universal de las cosas de Nueva España'', scritta da fra [[Bernardino de Sahagún]].
 
[[File:Genova-Castello d'Albertis-Curtis-bis.JPG|thumb|[[Edward Sheriff Curtis]], uno dei maggiori fotografi statunitensi e ''storiografo'' per immagini della cultura dei nativi americani, durante una spedizione]]
La tattica dell'occultamento e della sistematica umiliazione si è rivelata relativamente semplice con le culture del Nord America perché si presentavano essenzialmente come popolazioni con tradizioni orali e con modi di vita che prevedevano spostamenti pendolari<ref>F. Jennings, ''L'invasione dell'America: indiani, coloni e i miti della conquista'', Einaudi, 1991</ref> in seguito ai movimenti delle mandrie da [[caccia]]re.
 
==Note==