Santa Fiora: differenze tra le versioni

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|Gradi giorno=2269
<!-- |Diffusività=media -->
|Nome abitanti=santafiorese, santafioresi<ref>Teresa Cappello, Carlo Tagliavini, ''Dizionario degli etnici e dei toponimi italiani'', Bologna, Pàtron Editore, 1981, p.&nbsp;510.</ref>; o ''ciacciai''<ref>{{collegamentocita interrottoweb|1url=[ http://www.provincia.grosseto.it/giornali/_46_pdf/_462276p1.pdf |titolo= Il Tirreno] |datedata=aprile 2018 |boturlmorto=InternetArchiveBot }}.</ref>
|Patrono=[[santa Flora]] e [[Lucilla di Roma|santa Lucilla]]
|Festivo=29 luglio
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Per le elevate qualità turistiche, ambientali e storico-culturali dal 2015 è stata riconosciuta al Comune di Santa Fiora la Bandiera Arancione del Touring Club italiano.
 
La località è stata l'epicentro di due [[terremoto|terremoti]]: il 17 dicembre 1902 l'evento sismico raggiunse la [[magnitudo (geologia)|magnitudo]] 5,03 della [[Scala Richter]] e il VI-VII grado della [[Scala Mercalli]], mentre il 12 febbraio 1905 l'evento fu meno forte, facendo segnare la magnitudo 4.83 della Scala Richter e il VI grado della Scala Mercalli.<ref>{{cita web|url= http://emidius.mi.ingv.it/DBMI04/consultazione/terremoto.php?visualizzazione=svg |autore= Stucchi ''et al.'' |anno= (2007). ''|titolo= DBMI04, il database delle osservazioni macrosismiche dei terremoti italiani utilizzate per la compilazione del catalogo parametrico CPTI04''. |sito= Quaderni di Geofisica, INGV. }}</ref>
 
* [[Classificazione sismica]]: zona 2 (sismicità medio-alta), Ordinanza PCM 3274 del 20/03/2003
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I 2269 [[gradi giorno]] che si registrano nel centro di Santa Fiora includono il territorio comunale in [[classificazione climatica|zona E]], consentendo l'accensione degli impianti di riscaldamento nel periodo 15 ottobre-15 aprile per un massimo di 14 ore giornaliere.
 
In base ai dati medi disponibili per il trentennio [[1951]]-[[1980]] per l'unica stazione meteorologica situata all'interno del territorio comunale e di seguito riportati nella tabella<ref>Folco Giusti (a cura di)., ''La storia naturale della Toscana meridionale''., Milano, Amilcare Pizzi Editore, 1993, p. Pag 148.</ref>, la [[temperatura]] media annua si aggira sui +12,1&nbsp;°C ai 687 metri s.l.m. di Santa Fiora, mentre le precipitazioni medie annue risultano abbondanti con 1.469&nbsp;mm per la medesima località, valori non dissimili alle zone circostanti per la presenza del massiccio montuoso del Monte Amiata che tende a causare effetto [[stau]], oltre ad incrementare l'attività temporalesca termoconvettiva durante i mesi più caldi.
 
{|class="wikitable"
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Con la fine degli Aldobrandeschi, alla metà del [[XV secolo]] il territorio della contea passò alla famiglia [[Sforza]] in virtù del matrimonio tra [[Cecilia Aldobrandeschi]], figlia dell'ultimo conte della casata, [[Guido I Aldobrandeschi|Guido]], e [[Bosio I Sforza|Bosio Sforza]], nato a [[Montegiovi]] da [[Giacomo Attendolo|Muzio Sforza]] e [[Antonia Salimbeni]]. Il figlio di Bosio, [[Guido II Sforza di Santa Fiora|Guido Sforza]], governò la contea tentando di riportare Santa Fiora agli antichi fasti: arricchì la città con opere d'arte, come le terracotte di [[Andrea della Robbia]] della [[pieve delle Sante Flora e Lucilla]]; fece costruire palazzi nobiliari e opere pubbliche come la Peschiera; ospitò più volte papa [[Papa Pio II|Pio II Piccolomini]] legando rapporti con il papato (sposò anche la nipote di [[Alessandro Farnese]], futuro Paolo III); difese Santa Fiora dal tentativo di invasione delle truppe del duca [[Valentino Borgia]]; entrò inoltre nella leggenda e nel folclore locale per aver ucciso un "drago" che infestava quei territori, il cui teschio è conservato nel [[Convento della Santissima Trinità alla Selva|convento della Selva]].
 
Nel corso degli anni gli Sforza, dal XVII secolo uniti con i [[Cesarini Sforza|Cesarini]], interessati più ai legami con [[Roma]] che all'antica capitale della contea, lasciarono Santa Fiora nelle mani di alcuni vicari, tra i quali sono da ricordare soprattutto i Luciani. Infine, nel 1624, la contea fu annessa al [[Granducato di Toscana]]. Santa Fiora conobbe una certa ripresa economica tra il XIX e il XX secolo, quando si affermò importante centro minerario per l'escavazione del [[cinabro]], venendo raggiunta da numerosi lavoratori da ogni parte della Toscana.<ref>Lucio {{cita|Niccolai, ''Santa Fiora. Invito alla scoperta del centro storico e del territorio'', Edizioni Effigi, Arcidosso, 2009.}}</ref>
 
=== Simboli ===
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=== Architetture religiose ===
==== Chiese parrocchiali ====
* [[Pieve delle Sante Flora e Lucilla]], situata in piazza Arcipretura, nel terziere di Castello, risale al [[1142]] (il Pecci e il Battisti datano la prima edificazione addirittura all'860), fu successivamente ampliata nel XV secolo, con l'aggiunta della cappella Sforza, e in quello successivo con la trasformazione della cappella Sforza nel cappellone del Santissimo Sacramento. Sulla facciata al di sotto del rosone è collocato lo scudo araldico con gli stemmi di Mario I Sforza, conte di Santa Fiora (figlio di Costanza Farnese, figlia naturale del Papapapa Paolo III) e di Fulvia Conti dei conti di Segni e di Valdimontone, che avevano contratto matrimonio nel 1548. Nel 1792 furono aggiunte le navate laterali e sulla facciata venne spostato il portale cinquecentesco del cappellone del Santissimo Sacramento. Tra il 1930 e il 1940 sono stati effettuati dei lavori di restauro. La facciata è decorata con un rosone in travertino con raggiera a otto colonnine. All'interno, sono conservate numerose opere d'arte, come le [[robbiane]], terracotte rinascimentali dell'artista [[Andrea della Robbia]], eseguite tra il [[1464]] e il [[1490]]: tra le principali si ricordano un ''Battesimo di Cristo'' davanti al fonte battesimale; ''l'Ultima cena, la resurrezione e l'ascensione di Cristo'' sul pulpito; una pala con la ''Madonna della Cintola fra i santi Fiora, Tommaso, Francesco e Giorgio''; il tabernacolo con ''l'Eterno Padre in gloria fra i cherubini e angeli adoranti''; il ''Crocifisso detto di San Biagio'', nella parete di destra e originariamente collocato presso il cimitero; la pala d'altare strutturata a trittico con al centro ''l'Incoronazione della Vergine'' e ai lati ''san Francesco stimmatizzato e san Girolamo penitente''.<ref>{{cita|Niccolai, ''op. cit.'', |pp. 47-53}}.</ref> La parrocchia delle Sante Flora e Lucilla conta circa 1530 abitanti.<ref>[http://www.chiesacattolica.it/pls/cci_new_v3/cciv4_edit_info.edit_parret?id_p=2730044&cod_reg=&cod_dioc= La parrocchia delle Sante Flora e Lucilla] sul sito della CEI.</ref>
* Chiesa del Santissimo Nome di Maria, chiesa parrocchiale della frazione del [[Bagnolo (Santa Fiora)|Bagnolo]], è stata eretta per volere di [[Pietro Leopoldo I di Toscana|Leopoldo I di Toscana]] nel [[1792]] e ristrutturata negli anni tra il 1963 e il 1964. Nel 1992 è stato aggiunto il portale in bronzo.<ref>{{cita|Niccolai, ''op. cit.'', |p. 95}}.</ref> La parrocchia del Bagnolo conta circa 780 abitanti.<ref>[http://www.chiesacattolica.it/pls/cci_new_v3/cciv4_edit_info.edit_parret?id_p=2730042&cod_reg=&cod_dioc= La parrocchia del Bagnolo] sul sito della CEI.</ref>
* Chiesa di Nostra Signora del Sacro Cuore, situata nella frazione delle [[Bagnore]], eretta in parrocchia nel 1956, è stata progettata da [[Ernesto Ganelli]]. La costruzione fu completata soltanto nel [[1985]]. Si presenta a croce latina, in uno stile [[Architettura neoromanica|neoromanico]], con la facciata decorata da un rosone in pietra e un portico con gradinata.<ref>La scheda della [http://www.webdiocesi.chiesacattolica.it/pls/cci_dioc_new/bd_dioc_annuario_css.singolo_ente?p_pagina=4544&id_dioc=214&id_en=103&colore1=&colore2=&layout=0&rifi=&rifp=&vis=1 parrocchia delle Bagnore] sul sito della [[Diocesi di Pitigliano-Sovana-Orbetello]].</ref> La parrocchia delle Bagnore conta circa 460 abitanti.<ref>[http://www.chiesacattolica.it/pls/cci_new_v3/cciv4_edit_info.edit_parret?id_p=2730043&cod_reg=&cod_dioc= La parrocchia delle Bagnore] sul sito della CEI.</ref>
* Chiesa di Santo Stefano protomartire e [[Convento della Santissima Trinità alla Selva|Convento della Santissima Trinità]]: sono situati presso la frazione della [[Selva (Santa Fiora)|Selva]] e legati alla leggenda di un drago che terrorizzò questi territori nel XV secolo. All'interno del convento è situata ancora oggi la parte superiore del cranio del mostro, quasi sicuramente identificabile come appartenente ad un [[coccodrillo]]. Il convento è stato costruito nel [[1488]] per volere di Guido Sforza e conserva numerose opere artistiche di pregio: la pala della ''Trinità'' cinquecentesca, di esecuzione robbiana; il dipinto settecentesco del ''Bambino Gesù con i santi Antonio da Padova, Buonaventura da Bagnoregio, Lodovico da Tolosa, Leonardo da Porto Maurizio e Bernardino da Massa Marittima''; la tela con ''san Francesco in gloria con le sante Chiara ed Elisabetta d'Ungheria''; una pala d'altare del 1744 con ''l'Immacolata Concezione e i santi Giuseppe e Antonio abate''; infine la monumentale tavola di [[Girolamo di Benvenuto]] che raffigura ''l'Assunzione della Vergine con i santi Girolamo e Francesco''.<ref>Bruno {{cita|Santi, ''Guida storico-artistica alla Maremma. Itinerari culturali nella provincia di Grosseto'', Nuova Immagine, Siena, 1995, |pp. 223-224}}.</ref> Affiancata al convento si trova la seicentesca chiesa di Santo Stefano protomartire, ristrutturata nel [[1933]] in stile neoromanico. La parrocchia della Selva conta circa 290 abitanti.<ref>[http://www.chiesacattolica.it/pls/cci_new_v3/cciv4_edit_info.edit_parret?id_p=2730045&cod_reg=&cod_dioc= La parrocchia della Selva] sul sito della CEI.</ref>
 
==== Chiese minori ====
[[File:Santa fiora02.jpg|thumb|Chiesa della Madonna delle Nevi]]
[[File:Wikimangia2008 (219).jpg|thumb|La chiesa di Sant'Agostino]]
* Chiesa di San Giuseppe, situata sul lato nord-orientale di piazza Garibaldi, nel terziere di Castello, è stata edificata nel [[1872]], data posta sulla facciata. Sul fianco si eleva il campanile.<ref>{{cita|Santi, ''op. cit.'', |p. 219}}.</ref>
* [[Chiesa del Suffragio (Santa Fiora)|Chiesa del Suffragio]], chiamata anche della Misericordia, è situata in piazza Carducci, nel terziere di Castello, ed è stata costruita tra il [[1716]] e il [[1726]]. Sul coro ligneo coevo è posta una tela raffigurante la ''Madonna e il Cristo in gloria con i santi Gregorio, Nicola da Tolentino e Girolamo''.<ref>{{cita|Santi, ''op|pp. cit.'', pp, 221-222}}.</ref>
* [[Chiesa di Sant'Agostino (Santa Fiora)|Chiesa di Sant'Agostino]], situata nel terziere di Borgo, ne fu iniziata la costruzione nel [[1309]] e assunse l'aspetto attuale nel [[1681]]. Sul fianco destro è addossato il campanile del XIV secolo, mentre all'interno sono conservati un grande crocifisso ligneo trecentesco ed un trittico in olio su tela del XVI secolo, attribuito a Iacopo Picchiarotti, raffigurante la ''Madonna col Bambino in trono con i santi Paolo e Agostino'' (a destra), ''i santi Pietro e Michele arcangelo'' (a sinistra) e un ''frate agostiniano in adorazione'' (in basso).<ref>{{cita|Niccolai, ''op. cit.'', |pp. 63-64}}.</ref>
* [[Chiesa di Santa Chiara (Santa Fiora)|Chiesa di Santa Chiara]] e convento delle Clarisse: situati in via delle Monache, nel terziere di Borgo, il convento risale al XVII secolo ed è stato soppresso una prima volta nel 1770, poi definitivamente nel 1992. La chiesa è stata consacrata nel [[1705]] e presenta facciata a capanna con lesene laterali e portale con timpano triangolare. All'interno è conservato un crocifisso ligneo venerato dalle popolazioni locali, tanto che il luogo è stato riconosciuto come santuario l'11 ottobre 2003.<ref>{{cita|Niccolai, ''op. cit.'', |p. 57}}.</ref>
* Chiesa di Sant'Antonio, situata nel terziere di Borgo nell'omonima piazzetta, risale al XVI secolo e oggi ne rimane soltanto la facciata in pietra con portale architravato sovrastato da [[Timpano (architettura)|timpano]] triangolare, dopo essere stato distrutto nei primi del XIX secolo.<ref name="Santi, op. cit., p. 223">{{cita|Santi, ''op. cit.'', |p. 223}}.</ref>
* [[Chiesa della Madonna della Neve (Santa Fiora)|Chiesa della Madonna delle Nevi]], detta anche della Pescina, è situata nel terziere di Montecatino ed è incassata nel muro di cinta della Peschiera di Santa Fiora. La particolarità di questa chiesa è quella di sorgere nel punto in cui sono situate le sorgenti del fiume [[Fiora]], visibili sotto il pavimento in vetro dell'edificio. Costruita prima del [[1640]] nel luogo dove era posto un tabernacolo con l'immagine della Vergine, conserva all'interno alcuni interessanti affreschi sovrapposti, portati alla luce da recenti restauri, attribuibili al pittore [[Francesco Nasini]]. Sulla facciata è stata collocata sotto l'oculo una robbiana raffigurante le sante Flora e Lucilla.<ref>{{cita|Niccolai, ''op. cit.'', |pp. 70-71}}.</ref>
* [[Chiesa di San Rocco (Santa Fiora)|Chiesa di San Rocco]], piccolo edificio di culto situato fuori dal centro storico del paese, lungo la strada che porta a [[Marroneto]], è stato costruito nel [[1529]] e presenta una facciata a capanna con portale con trabeazione a triglifi, metope e timpano triangolare, sovrastato da un oculo.<ref name="Santi, op. cit., p. 223"/>
* Chiesa della Madonna del Rosario, situata al [[Bagnolo (Santa Fiora)|Bagnolo]], è stata costruita nel [[1702]] e ristrutturata nel 1862. Conserva nel campanile la più piccola delle campane dell'antico convento di Sant'Agostino, franato nel 1310 e trasferito quindi a Santa Fiora.<ref>{{cita|Niccolai, ''op. cit.'', |p. 93}}.</ref>
* Chiesina delle [[Bagnore]], antica chiesetta del nucleo storico, nei cui pressi il 18 agosto 1878 morì [[Davide Lazzaretti]], ferito a morte dai carabinieri di Arcidosso.<ref>{{cita|Niccolai, ''op. cit.'', |p. 84}}.</ref>
 
==== Cappelle ====
* Cappella di San Bastiano, situata in un castagneto tra il paese e le [[Bagnore]], risale al XVII secolo ed è realizzata in sasso peperino. In quanto attualmente inserita in una proprietà privata, non risulta visitabile.<ref>{{cita|Niccolai, ''op. cit.'', |p. 80}}.</ref>
* Cappella della Madonna Addolorata, situata nella frazione della [[Selva (Santa Fiora)|Selva]] e comunemente conosciuta come la chiesina, è stata costruita nel [[1828]] e consacrata nel [[1833]]. È spesso utilizzata come chiesa parrocchiale per la sua posizione centrale (sebbene la sede sia alla chiesa di Santo Stefano).<ref>La {{collegamento interrotto|1=[http://www.associazioneselva.it/paese/storia/ storia della Selva] |date=October 2017 |bot=InternetArchiveBot }} sul sito dell'Associazione culturale per la Selva.</ref>
 
==== Altri edifici sacri ====
* Cimitero monumentale di Santa Fiora, situato nella parte sopra il paese, lungo la provinciale che porta ad Arcidosso, ospita al suo interno personalità locali: il profeta [[Davide Lazzaretti]], il politico ed ex partigiano [[Fernando Di Giulio]], il cardinale [[Valerio Valeri]], padre [[Ernesto Balducci]]. All'interno sono situati una chiesina, il monumento funebre di Ernesto Balducci ed il gruppo scultoreo che ricorda l'eccidio dei minatori di [[Niccioleta]] del 14 giugno 1944, anch'essi qui sepolti.<ref>{{cita|Niccolai, ''op. cit.'', |pp. 80-81}}.</ref>
* Convento di San Michele arcangelo, situato nel terziere di Borgo adiacente alla [[Chiesa di Sant'Agostino (Santa Fiora)|chiesa di Sant'Agostino]], era un antico convento agostiniano oggi soppresso (1790), qui spostato nel 1311 dal [[Bagnolo (Santa Fiora)|Bagnolo]], dove era situato originariamente. Ancora è visibile il portale con decorazioni nell'architrave.<ref>{{cita|Niccolai, ''op. cit.'', |pp. 62-63}}.</ref>
* Sinagoga di Santa Fiora, antico luogo di culto della comunità [[Ebraismo|ebraica]] di Santa Fiora tra il XVI e il XVIII secolo, ne rimangono oggi pochissime tracce. L'area oggi chiamata proprio piazza del Ghetto, nel terziere di Borgo, apparentemente una piazza anonima, era il luogo dove questa comunità viveva e aveva la possibilità di praticare il culto (tramite la concessione di una particolare Carta dei privilegi).<ref>{{cita|Niccolai, ''op. cit.'', |pp. 60-61}}.</ref>
 
=== Architetture civili ===
==== Palazzi ====
* Palazzo Pretorio, situato in piazza Garibaldi, adiacente al palazzo Sforza, è stato per anni sede dell'amministrazione comunale. Una lapide posta sull'edificio ricorda la visita del cardinale Borromeo. Nel dopoguerra è stata realizzata la fonte dei serpi, in luogo dove era situata una lapide con i risultati del plebiscito per l'annessione al [[Regno d'Italia]], distrutta dai tedeschi in ritirata.<ref>{{cita|Niccolai, ''op. cit.'', |p. 31}}.</ref>
* [[Palazzo Sforza Cesarini (Santa Fiora)|Palazzo Sforza Cesarini]], situato in piazza Garibaldi, è stato costruito nel [[1575]] sulle preesistenti strutture fortificate della rocca. Ospita la sede dell'amministrazione comunale e il [[museo delle miniere di mercurio del Monte Amiata]]. Al primo piano è situata una cappellina privata con resti di decorazioni a fresco, mentre durante i lavori per la sistemazione delle sede municipale sono riemersi due cicli di affreschi di scuola romana della fine del XVI secolo: quelli maggiormente visibili ed interpretabili sono quelli raffiguranti le ''ore del giorno'' e le ''quattro stagioni''. Il palazzo ha inglobato anche un alto torrione in pietra a filarotto, già sede delle carceri, con cinque finestre rettangolari con inferriata sul retro, in via della Roccaccia. Sul fianco sinistro sporge invece la torre dell'Orologio, a pianta quadrata con base a scarpa, addossata su un edificio adiacente al palazzo pretorio.<ref>{{cita|Santi, ''op. cit.'', |pp. 218-219}}.</ref>
* Palazzo Luciani, detto Palazzo degli Affittuari, situato in via del Diacceto nelle adiacenze del Palazzo Sforza Cesarini, era proprietà della famiglia Luciani, vicari degli [[Sforza]]. Presso il palazzo è situato un ampio giardino arricchito da sculture.<ref>{{cita|Niccolai, ''op. cit.'', |p. 34}}.</ref>
* Palazzo delle Scuole, imponente edificio monumentale, realizzato alla fine del XIX secolo in [[peperino]], dove si apre il parco della Rimembranza.<ref>{{cita|Niccolai, ''op. cit.'', |p. 79}}.</ref>
 
==== Altri edifici civili ====
* Peschiera, situata nel terziere di Montecatino, sorge attorno alle sorgenti del fiume [[Fiora]]. Cinta da un muro in [[trachite]], fu voluta dagli Sforza nel XVI secolo, che qui realizzarono un parco-giardino. Le ultime ristrutturazioni furono effettuate da Lorenzo Sforza Cesarini nel 1851. L'accesso al parco, costituito da pini, cipressi, tigli, castagni, lecci, cedri e magnolie, avviene da un piccolo edificio con loggiato a tre archi.<ref name="Santi, op. cit., p. 223"/> Dalla peschiera le acque del Fiora defluiscono in una vasca posta all'esterno del muro di cinta, sormontata da due delfini con il tridente, utilizzata un tempo come abbeveratoio e poi come lavatoio pubblico.<ref>{{cita|Niccolai, ''op. cit.'', |pp. 68-70}}.</ref>
* Centrale geotermica Bagnore 3, situata tra la [[Riserva naturale Monte Labbro|riserva naturale del Monte Labbro]], il poggio di [[Merigar West]] e la vetta del [[Monte Amiata]], realizzata tra il 1998 e il 2001 su progetto di [[Stefano Boeri]] e su commissione dell'[[Enel]]. Si presenta come un'imponente opera di architettura contemporanea che si staglia in armonia con il paesaggio circostante, diventando un landmark dell'intera zona.<ref>{{cita libro|autore= Barbara Catalani, |autore2= Marco Del Francia, |autore3= Giovanni Tombari, ''|titolo= Itinerari di architettura contemporanea. Grosseto e provincia'', |editore= ETS, |città= Pisa, |anno= 2011, |p.=146 146.}}</ref>
 
=== Architetture militari ===
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=== Altro ===
* Loggia del liscio, caratteristico loggiato di piazza del Borgo, permette di scendere verso la campagna fino a raggiungere il corso del fiume [[Fiora]].<ref>{{cita|Niccolai, ''op. cit.'', |p. 62}}.</ref>
* Monumento ai caduti, obelisco posto nel parco della Rimembranza, fuori dal centro storico, reca alla base l'iscrizione: «Santa Fiora/ai caduti/di tutte le guerre».
* Monumento ai minatori, monumento posto nel parco della Rimembranza il 1º maggio [[1994]], a ricordo di tutti i [[minatori]] caduti sul lavoro, è composto da un sasso posizionato su profili d'acciaio a doppia T. Sul sasso sono raffigurati, in ferro, [[santa Barbara]], patrona dei minatori, ed un lavoratore che porta un carrello da miniera. L'iscrizione recita: «Santa Fiora ai minatori».
* Monumento a [[Mario Pratesi]], busto in bronzo dello scultore [[Tolomeo Faccendi]], è posto su di una colonna a base quadrata di travertino che riporta alcune iscrizioni. Sul lato destro è scritto: «Santa Fiora il 23.8.1960 lo ricordò»; sul lato sinistro: «Santa Fiora, 11 novembre 1842/Firenze, 3 settembre 1921»; mentre sul lato frontale è riportata una citazione del poeta, estratta dall'opera ''In provincia'' del [[1883]]: «Io morirò con la nostalgia di questi luoghi, e se la mia anima resta, prego che ella si avvolga col vento che dai macigni dell'Amiata va lungo la Fiora malinconica fino al mare».
* Monumento ai caduti del mare, anch'esso posizionato nel parco della Rimembranza, si tratta di un grosso sasso con un'ancora ed un libro aperto che ricorda i marinai caduti in servizio. Il monumento è stato inaugurato il 20 luglio [[2007]], come riportato sul sasso.
* Statua di San Michele, situata nell'omonima piazza del terziere di Castello, rappresenta l'arcangelo che schiaccia il demonio. Risalente al [[XVII secolo]], è realizzata in [[peperino]].<ref name=Niccolai40>{{cita|Niccolai, ''op. cit.'', |p. 40}}.</ref>
* Fontana di piazza dell'Olmo, situata nel terziere di Castello, è realizzata in [[Trachite|pietra trachitica]].<ref>''Ibidem''<re fname=Niccolai40 /ref>
* ''Mosè'', scultura in bronzo di [[Tolomeo Faccendi]], realizzata nel 1967 e posta nel piazzale di fronte le gallerie dell'[[acquedotto del Fiora]].<ref>{{cita libro|autore= Lucio Niccolai, ''|titolo= L'odore della terra. Biografie di uomini e donne che hanno fatto la Maremma dalla montagna al mare tra XIX e XX secolo'', |anno= 2008, |editore= Edizioni Effigi, |città= Arcidosso, |p.= 126.}}</ref>
* Fonti del Bagnolo: il borgo del [[Bagnolo (Santa Fiora)|Bagnolo]] è conosciuto come il paese delle sette fonti, per la presenza di numerose sorgenti oggi trasformate in fontanili. Le fonti sono: fonte Spilli, fontanile delle Piazze, fonte Baldina, il fontanino, fonte della Faggia, fonte Perino, fonte delle Monache.<ref>Lucio {{cita|Niccolai, ''Santa Fiora. Invito alla scoperta del centro storico e del territorio'', Edizioni Effigi, Arcidosso, 2009, |pp. 91-96}}.</ref>
* Tabernacolo della Madonna del Castagno, posto nei [[Castagno|castagneti]] secolari poco fuori dall'abitato delle [[Bagnore]], è legato alla leggenda secondo la quale un giovane pastore, assalito dal lupi, invocò la [[Maria (madre di Gesù)|Madonna]] per chiedere protezione e si salvò quando i rami dei castagni si piegarono miracolosamente offrendo riparo a lui e alle sue pecore.<ref>{{cita|Niccolai, ''op. cit.'', |pp. 85-86}}.</ref>
 
=== Aree naturali ===
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=== Tradizioni e folclore ===
* Canti di questua della [[Befana]]: festa che si svolge ogni 5 gennaio a Bagnore e [[Marroneto]], è un'antica ricorrenza legata al ritorno dei dicioccatori dalla [[Maremma]] subito dopo la [[castagnatura]].<ref>{{cita|Niccolai, ''op. cit.'', |pp. 104-105}}.</ref>
 
* Carnevale morto: originale manifestazione carnevalesca in cui gli uomini di Marroneto si divertono a creare una piccola rappresentazione che si tramanda da generazioni, dove si dà il saluto al "[[Carnevale]]" che viene ucciso dalla "[[Quaresima]]".<ref>{{cita|Niccolai, ''op. cit.'', |pp. 105-107}}.</ref> Come afferma lo storico Roberto Ferretti, si tratta dell'unica rappresentazione popolare che gioca sul tema della morte e del macabro come auto-liberazione che sia sopravvissuta fino ad oggi in Maremma.<ref>{{Cita web |url=http://tradizioni.chelliana.it/index.php?option=com_content&view=article&id=238&Itemid=252 |titolo=Archivio delle tradizioni popolari della Maremma grossetana - Il Carnevale Morto di Marroneto |accesso=29 dicembre 2013 |urlarchivio=https://web.archive.org/web/20131230233538/http://tradizioni.chelliana.it/index.php?option=com_content&view=article&id=238&Itemid=252 |dataarchivio=30 dicembre 2013 |urlmorto=sì }}</ref>
* Canti di questua della [[Befana]]: festa che si svolge ogni 5 gennaio a Bagnore e [[Marroneto]], è un'antica ricorrenza legata al ritorno dei dicioccatori dalla [[Maremma]] subito dopo la [[castagnatura]].<ref>Niccolai, ''op. cit.'', pp. 104-105.</ref>
* Feste di primavera: la [[primavera]] è una stagione caratterizzata da numerose feste accomunate dal filo conduttore del rito della natura e della rinascita della campagna. Tra le varie festività si ricordano la processione di San Marco del 25 aprile, con il lancio augurale di ghirlande di fiori alla Peschiera, e la festa della Santa Croce del 3 maggio, con la processione che espone il crocifisso miracoloso della chiesa di Santa Chiara e lo scambio dei cedri tra innamorati.<ref>{{cita|Niccolai, ''op. cit.'', |pp. 107-108}}.</ref>
* Carnevale morto: originale manifestazione carnevalesca in cui gli uomini di Marroneto si divertono a creare una piccola rappresentazione che si tramanda da generazioni, dove si dà il saluto al "[[Carnevale]]" che viene ucciso dalla "[[Quaresima]]".<ref>Niccolai, ''op. cit.'', pp. 105-107.</ref> Come afferma lo storico Roberto Ferretti, si tratta dell'unica rappresentazione popolare che gioca sul tema della morte e del macabro come auto-liberazione che sia sopravvissuta fino ad oggi in Maremma.<ref>{{Cita web |url=http://tradizioni.chelliana.it/index.php?option=com_content&view=article&id=238&Itemid=252 |titolo=Archivio delle tradizioni popolari della Maremma grossetana - Il Carnevale Morto di Marroneto |accesso=29 dicembre 2013 |urlarchivio=https://web.archive.org/web/20131230233538/http://tradizioni.chelliana.it/index.php?option=com_content&view=article&id=238&Itemid=252 |dataarchivio=30 dicembre 2013 |urlmorto=sì }}</ref>
* Festa delle sante Flora e Lucilla: festa patronale di Santa Fiora, si svolge ogni 29 luglio con una processione che porta per le vie del paese le reliquie delle due sante. In questo giorno è stato istituito il palio delle Sante, con corteo storico e torneo di tiro con l'arco in cui si sfidano le rappresentanze di Santa Fiora, Bagnolo, Bagnore e Marroneto.<ref>{{cita|Niccolai, ''op. cit.'', |pp. 108-109}}.</ref>
* Feste di primavera: la [[primavera]] è una stagione caratterizzata da numerose feste accomunate dal filo conduttore del rito della natura e della rinascita della campagna. Tra le varie festività si ricordano la processione di San Marco del 25 aprile, con il lancio augurale di ghirlande di fiori alla Peschiera, e la festa della Santa Croce del 3 maggio, con la processione che espone il crocifisso miracoloso della chiesa di Santa Chiara e lo scambio dei cedri tra innamorati.<ref>Niccolai, ''op. cit.'', pp. 107-108.</ref>
* Fiera di San Rocco: la festa è legata al culto di San[[san Rocco]] protettore contro la [[peste]], molto sentito a Santa Fiora, ed è caratterizzata da una grande fiera che si svolge lungo le vie del paese e sotto i castagni.<ref name="Niccolai, op. cit., p. 109">{{cita|Niccolai, ''op. cit.'', |p. 109}}.</ref>
* Festa delle sante Flora e Lucilla: festa patronale di Santa Fiora, si svolge ogni 29 luglio con una processione che porta per le vie del paese le reliquie delle due sante. In questo giorno è stato istituito il palio delle Sante, con corteo storico e torneo di tiro con l'arco in cui si sfidano le rappresentanze di Santa Fiora, Bagnolo, Bagnore e Marroneto.<ref>Niccolai, ''op. cit.'', pp. 108-109.</ref>
* Fiera di San Rocco: la festa è legata al culto di San Rocco protettore contro la [[peste]], molto sentito a Santa Fiora, ed è caratterizzata da una grande fiera che si svolge lungo le vie del paese e sotto i castagni.<ref name="Niccolai, op. cit., p. 109">Niccolai, ''op. cit.'', p. 109.</ref>
* Festa dell'Assunta: la festa si svolge ogni 14 agosto a Marroneto, con danze e canti intorno a cataste di fascine incendiate. Deriva da un antico rito di purificazione della campagna.<ref name="Niccolai, op. cit., p. 109"/>
* Fiaccolata del 30 dicembre: ogni 30 dicembre un corteo di fiaccole ardenti si snoda tra le strade dei terzieri del centro storico fino a raggiungere il [[Palazzo Sforza Cesarini (Santa Fiora)|Palazzo Sforza Cesarini]], dove avviene la distribuzione della [[polenta]] dolce di farina di castagne. Le origini della festività risalgono al medioevo, quando la processione raggiungeva in notturna – e quindi illuminata solo con delle fiaccole – la pieve di San Giovanni, oggi scomparsa, un tempo posta fuori le mura del castello.<ref>{{cita|Niccolai, ''op. cit.'', |pp. 110-111}}.</ref>
 
== Cultura ==
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=== Frazioni ===
* [[Bagnolo (Santa Fiora)|Bagnolo]], frazione posta lungo la strada che conduce in [[provincia di Siena]], è nata tra il XVII e il XVIII secolo in un luogo caratterizzato da numerose sorgenti, oggi trasformate in caratteristici fontanili. Deve il suo nome dalla presenza di un torrente che dalla montagna scende nel fosso Cadone, prima di confluire nel Fiora. L'abitato è tradizionalmente suddiviso in otto borgate: Case Fioravanti, Faggia, Fosso, Chiesina, Convento, Gioco, Osteria, Poggetto.<ref>{{cita|Niccolai, ''op. cit.'', |pp. 91-96}}.</ref>
* [[Bagnore]], frazione posizionata lungo la provinciale che collega Santa Fiora con [[Arcidosso]], fu una nota stazione termale grazie alla presenza delle terme dell'Acquaforte, la cui acqua ferruginosa sgorgava alla temperatura costante di 12&nbsp;°C, da tempo non più attive. Tra il 1920 e il 1976 era qui in funzione l'impianto per la lavorazione del [[cinabro]].<ref>{{cita|Niccolai, ''op. cit.'', |pp. 83-86}}.</ref>
* [[Marroneto]], borgata immersa nei castagni ad est di Santa Fiora, oggi quasi unita al paese per l'espandersi dell'area urbana, è composta da un nucleo più antico, il rione Renaiolo, con abitazioni in sasso [[peperino]] qui era in funzione la cava di peperino più grande del comune e altri sette rioni nati via via intorno ad alcune fonti: Case Baciacchi, Case Bigi, Case Raspini, Case Tonini, Gretini, Mormoraio e Soana. Presso la frazione nacquero due celebri [[Brigantaggio|briganti]] della seconda metà del XIX secolo: Settimio Menichetti e Settimio Albertini. Nei pressi del paese si trovano inoltre i resti delle mura della vecchia polveriera utilizzata come deposito di esplosivi per le miniere di mercurio.<ref>{{cita|Niccolai, ''op. cit.'', |pp. 87-89}}.</ref>
* [[Selva (Santa Fiora)|Selva]], frazione situata sul [[Monte Calvo (Santa Fiora)|Monte Calvo]], sorge nei pressi dell'antico [[Convento della Santissima Trinità alla Selva|convento della Santissima Trinità]] edificato nel XV secolo. Il paese si formò in epoca moderna e ancora oggi si presenta come composto da più agglomerati sparsi fra i castagni: le borgate della Selva sono ben trentotto. A partire dal 1840 si verificò un boom demografico che portò la popolazione a oltre mille unità, finché negli anni sessanta del XX secolo non si assisté ad un forte fenomeno di emigrazione.<ref>{{cita|Niccolai, ''op. cit.'', |pp. 97-98}}.</ref>
 
== Infrastrutture e trasporti ==
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== Sport ==
La squadra di calcio del paese è l'Intercomunale Santa Fiora, compagine che gioca in [[secondaSeconda categoriaCategoria]].
 
== Note ==
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== Bibliografia ==
{{vedi anche|Bibliografia sulla provincia di Grosseto}}
* {{cita libro|autore= Lucio Niccolai, ''|titolo= Santa Fiora. Invito alla scoperta del centro storico e del territorio'', |editore= Edizioni Effigi, |città= Arcidosso, |anno= 2009. |cid= Niccolai }}
* {{cita libro|autore= Bruno Santi, ''|titolo= Guida storico-artistica alla Maremma. Itinerari culturali nella provincia di Grosseto'', |editore= Nuova Immagine, |città= Siena, |anno= 1995. |cid= Santi }}
 
== Voci correlate ==
 
* [[Fiorite]]
* [[Monte Amiata]]