Battaglia di Famaillá: differenze tra le versioni

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|Comandante2=
[[Juan Lavalle]]
|Effettivi1 = 2.200<ref name= Ref1 >{{cita web|url=http://www.lagaceta.com.ar/nota/264141/Informacion_General/Area_batalla_Famailla.html |titolo= Área de la batalla de Famaillá|lingua=es|titoloautore= Carlos Paéz de la Torre |editore= La Gaceta |data= 27 marzo 2008. |accesso= 4 febbraio 2012}}</ref> - 3.000<ref name=Ref2>{{cita|Lacasa|p. 197}}.</ref> uomini
|Effettivi2 = 1.300<ref name= Ref1 /> - 1.800<ref name=Ref5>{{cita web|url= http://www.legionunitaria.granaderos.com.ar/articulos/art-batallafaimalla.htm |lingua= es|titolo= Granaderos - La batalla de Famaillá|accesso=4 febbraio 2012}}.</ref> uomini
|Perdite1 = Sconosciute
|Perdite2 = 600 morti<ref name=Ref1 />
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== Antefatto ==
Dopo aver fallito l'occupazione di Buenos Aires<ref>{{cita|Cervantes|pp. 160-165}}.</ref> ed essere stato duramente sconfitto il 28 novembre [[1840]] nella [[battaglia di Quebracho Herrado]],<ref>{{cita|Rosa|p. 503}}.</ref> Juan Lavalle aveva cominciato, al comando di un migliaio di sopravvissuti,<ref>{{cita web|url= http://www.elhistoriador.com.ar/biografias/l/lavalle.php |lingua=es |titolo=El Historiador - Biografías - Juan Lavalle|accesso=4 febbraio 2012|urlmorto=sì|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20120207080521/http://www.elhistoriador.com.ar/biografias/l/lavalle.php|dataarchivio=7 febbraio 2012}}</ref> a ritirarsi verso nord, incalzato da [[Manuel Oribe|Oribe]], entrando nella [[provincia di Córdoba (Argentina)|provincia di Córdoba]] per passare presto a quella di [[provincia di Tucumán|Tucumán]], dove intendeva ricongiungersi alle forze del generale [[Gregorio Aráoz de Lamadrid]].<ref>{{cita|Saldías|p. 229}}.</ref> Nel frattempo inviò a [[Mendoza (Argentina)|Mendoza]] una consistente divisione al comando del colonnello Villela per appoggiare una sollevazione di carattere [[Partito Unitario|unitario]] in quella città; la colonna fu tuttavia sorpresa e sbaragliata l'8 gennaio [[1841]] da una divisione nemica affidata da Oribe al generale [[Ángel Pacheco]].<ref>{{cita|Saldías|pp. 229-230}}.</ref>
 
La fine del blocco navale francese intanto permise a [[Juan Manuel de Rosas|Rosas]] di spedire rinforzi militari in qualunque punto del Paese; l'esercito unitario, invece, dopo l'episodio di San Cala, era ridotto a una serie di piccole divisioni costrette ad operare in modo separato sotto la minaccia di un nemico numericamente preponderante.<ref>{{cita|Saldías|p. 232}}.</ref> Nelle circostanze in cui si trovò, a Lavalle non rimase che cercare di fomentare una serie di rivolte nelle province dell'interno, sfruttando il proprio prestigio;<ref>{{cita|Saldías|pp. 232-235}}.</ref> si diresse così a [[provincia di Catamarca|Catamarca]], dove reincorporò i resti della divisione di Villela, per passare in seguito a [[provincia di La Rioja|La Rioja]], con lo scopo di attirarvi anche Oribe e Pacheco e dare così il tempo a Lamadrid di approntare un nuovo esercito a Tucumán.<ref>{{cita|Saldías|pp. 232-239}}.</ref>