Le opere e i giorni: differenze tra le versioni

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'''''Le opere e i giorni''''' (in [[lingua greca|greco antico]] {{polytonic|Ἔργα καὶ Ἡμέραι}}, ''Erga kài Hemérai'') è un poema di [[Esiodo]] della lunghezza di 828 [[esametro|esametri]], nel quale si illustrano la necessità del lavoro da parte dell'uomo, consigli pratici per l'agricoltura e giorni del mese nei quali è necessario compiere determinate attività. L'opera è collocabile nell'[[VIII secolo a.C.]]
 
== Struttura == il vulcano ha eruttato
Il poema inizia con un [[proemio]] di 10 versi nei quali è elevata una preghiera a [[Zeus]] e alle Muse della Pieria; questo proemio è da alcuni critici moderni ritenuto interpolato, così come anche dallo stesso Proclo; inoltre è interessante notare che non si rivolge alle Muse Eliconie come nella tradizione. Esiodo passa quindi a parlare della contesa col fratello Perse il quale, dopo aver sperperato la parte della propria eredità concessa dal padre, vuole impossessarsi anche dell'eredità di Esiodo e pertanto intenta contro di lui un processo nel quale corrompe i giudici. L'autore passa quindi a descrivere la necessità del lavoro da parte degli uomini per fugare la punizione degli dei e vivere secondo giustizia. Questi concetti vengono espressi tramite tre episodi: il mito di [[Prometeo]], il mito delle Cinque Età e il breve Apologo dello Sparviero e dell'Usignolo.