Lucio Sextio Laterano: differenze tra le versioni

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Assieme a [[Gaio Licinio Calvo Stolone]], fu uno dei due primi [[tribuni della plebe]] dell'[[antica Roma]] che aprirono ai [[Plebei]] la via del [[console (storia romana)|consolato]], prima di allora riservato ai [[patrizio (storia romana)|Patrizi]]. Lucio Sestio e il collega Gaio Licinio avrebbero posto il veto per 5 anni consecutivi all'elezione dei [[tribuno consolare|tribuni consolari]] (dal [[375 a.C.]] al [[371 a.C.]]), in risposta al veto posto dai colleghi tribuni, veto propiziato dai Patrizi alle loro proposte, volte a migliorare la situazione dei Plebei<ref>Tito Livio, Ab Urbe condita libri, VI, 35</ref>.
 
{{citazione|Vennero eletti Gaio Licinio e Lucio Sestio, i quali proposero solo leggi volte a contrastare l'influenza dei patrizi e a favorire gli interessi della plebe. Uno di questi provvedimenti aveva a che fare con il problema dei debiti e prescriveva che la somma pagata come interesse fosse scalata dal capitale di partenza e che il resto venisse saldato in tre rate annuali di uguale entità. Un'altra proposta riguardava la limitazione della proprietà terriera, e prevedeva che non si potessero possedere più di 500 iugeri pro capite. Una terza proponeva che non si eleggessero più tribuni militari e che uno dei due consoli fosse comunque eletto dalla plebe.|Tito Livio, Ab Urbe condita libri, VI, 35|''Creatique tribuni C. Licinius et L. Sextius promulgauerepromulgavere leges omnes aduersusadversus opes patriciorum et pro commodis plebis: unam de aere alieno, ut deducto eo de capite quod usuris pernumeratum esset id quod superesset triennio aequis portionibus persoluereturpersolveretur; alteram de modo agrorum, ne quis plus quingenta iugera agri possideret; tertiam, ne tribunorum militum comitia fierent consulumque utique alter ex plebe crearetur''|lingua=la}}
 
{{citazione|Licinio e Sestio vennero rieletti tribuni della plebe e non permisero la nomina di alcun magistrato curule. Questa carenza di magistrati andò avanti per cinque anni, poiché la plebe continuava a rieleggere i due tribuni e questi ultimi a impedire l'elezione di tribuni militari.|Tito Livio, Ab Urbe condita, VI, 35|''Licinius Sextiusque tribuni plebis refecti nullos curules magistratus creari passi sunt; eaque solitudo magistratuum et plebe reficiente duos tribunos et iis comitia tribunorum militum tollentibus per quinquennium urbem tenuit.''|lingua=la}}