Chiesa dei Santi Apostoli (Costantinopoli): differenze tra le versioni

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Nel [[1453]] Costantinopoli fu conquistata dagli [[ottomani]]. Santa Sofia venne trasformata in moschea, mentre il seggio patriarcale venne relegato da [[Maometto II]] ai Santi Apostoli, che divennero quindi il centro ufficiale della [[Chiesa greco-ortodossa]].
 
Tuttavia la chiesa, dopo secoli di guerre e terremoti, {{cn|era ormai in cattive condizioni}}, e in più la zona attorno alla chiesa venne presto colonizzata dai turchi, che non tardarono a manifestare la propria ostilità ad un luogo di culto cristiano così importante in quella zona della città. A seguito dell'assassinio di un turco da parte di un greco le ostilità si acuirono, e il patriarca stesso decise allora di trasferire la sua sede alla [[chiesa della Theotokos Pammacaristos]], nel distretto cristiano di [[Fener|Phanar]], nel [[1457]].
 
Il sultano, piuttosto che convertire la chiesa in moschea, decise di abbatterla e di ricostruire un luogo di culto che fosse all'altezza del sito che occupava. Il risultato fu la [[moschea Fatih]] (''Moschea del Conquistatore''), successivamente ricostruita nel XVIII secolo in seguito a un terremoto. In essa si trova ancora oggi la tomba di Maometto II, il sovrano che conquistò Costantinopoli.