Museo archeologico nazionale di Cagliari: differenze tra le versioni

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Nonostante le diverse vicissitudini legate alla successione dei direttori del museo la collezione prosegue la sua espansione grazie delle numerose e importanti donazioni (prima Spano, poi Castagnino, Timon, Caput, Cara) e alle nuove campagne di scavo, per accogliere i nuovi oggetti venne creato da prima un gabinetto lapidario poi nel [[1895]] l'intero “Museo” venne spostato in alcune sale del Palazzo Vivanet in via Roma.
 
Nel [[1904]], l'edificio che ospitava la zecca in piazza Indipendenza venne adibito, su progetto di [[Dionigi Scano]], a museo, e tra il [[1901]] e il [[1931]] il Soprintendente delle antichità della Sardegna, l'archeologo [[Antonio Taramelli (archeologo)|Antonio Taramelli]], si occupò dell'allestimento. Il museo era costituito da 7 sale: Sardegna prenuragica, romana, punico-romana, galleria statuaria, medagliere, età cristiana, giardino lapidario romano, giardino lapidario medievale, ed al primo piano del palazzo delle Seziate erano esposti quadri e oggetti medievali. I reperti furono divisi per età storiche e per luogo di provenienza. Vetrine lignee a parete e bacheche al centro della sala. Nel [[1914]] con l'acquisizione dei 1500 reperti della collezione Gouin, in seguito l'esposizione subì diversi cambiamenti ed integrazioni con materiali provenienti da scavi.
 
Dal [[1993]] il museo, arricchitosi negli anni di numerosi nuovi reperti, si è trasferito nell'attuale sede.