Repubblica di Massa: differenze tra le versioni

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La sconfitta di [[Giuncarico]] danneggiò molto la Repubblica Massetana, la quale fu costretta a chiedere una tregua di due mesi al nemico per la grande carestia e penuria di beni che ne seguì. Nonostante la posizione di superiorità militare in cui si trovò l’esercito senese successivamente alla vittoria campale, che li avrebbe visti favoriti in un possibile attacco diretto a [[Massa Marittima|Massa]], venne deciso dal governo di [[Repubblica di Siena|Siena]] di accettare la tregua proposta. Venne ritenuto infatti positivo il prolungamento dello stato di guerra, in modo così da indebolire maggiormente il nemico<ref>S. Galli da Modigliana, ''Memorie storiche di Massa Marittima'', parte seconda, Massa Marittima, 1871, p. 86.</ref>.
 
In seguito a nuove richieste di aiuto inviate a [[Repubblica di Pisa|Pisa]], giunse in [[Maremma Grossetana|Maremma]] un esercito di 800 cavalieri guidato dal fuoriuscito fiorentino Ciupo Scolari, con i capitani Roberto dalla Rocca, Piero delle Statere, Cellino dal Colle e Benedetto Maccaione dei Gualandi, a sostegno della causa massetana. Dopo aver inizialmente tentato di assediare [[Paganico]] il capitano diresse le sue truppe dentro il territorio senese, bruciando e saccheggiando la campagna. Ciupo Scolari condusse altre devastazioni nei pressi della rocca di [[Gonfienti]], a Pieve a Cappiano, a [[Montepescini]] ede a Bagno a Macereto. NellaNel febbraio del [[1333]] prenseprese poi la via di [[Orgia (Sovicille)|Orgia]], [[Stigliano (Sovicille)|Stigliano]] e [[Torri (Sovicille)|Torri]]; giungegiunse a [[Rosia (Sovicille)|Rosia]] e si avvicinò a [[Siena]] mettendo a ferro e fuoco tutti i castelli, i villaggi e le case incontrate nel suo cammino per poi tornare a [[Massa Marittima|Massa]]<ref>{{Cita web|url=https://condottieridiventura.it/ciupo-scolari-di-firenze/|titolo=Ciupo Scolari}}</ref>.
 
Il capitano di guerra di [[Repubblica di Siena|Siena]], [[Guidoriccio da Fogliano]], sebbene siafosse superiore di forze, superioridisponendo alle sue, condi un esercito formato da 800 cavalieri e 7000 fanti, (dopo gli aiuti giunti da [[Arezzo]] e [[Perugia|Perugia)]], decise di evitare lo scontro campale in battaglia, limitandosi a tallonare il nemico. Questa sua prudenza fu vista come eccessiva e per questo suo comportamento si sospettò successivamente di intelligenza con [[Repubblica di Pisa|Pisa]]<ref>{{Cita web|url=https://condottieridiventura.it/guidoriccio-da-fogliano/|titolo=Guidoriccio da Fogliano}}</ref>.
 
Il protrarsi della guerra tra la Repubblica di Massa, [[Repubblica di Pisa|Pisa]] e [[Repubblica di Siena|Siena]], preoccupava la parte [[Guelfi e ghibellini|guelfa]] della [[Toscana]]. [[Repubblica di Firenze|Firenze]] volle quindi intervenire per promuovere la pace e fece pressione sul [[Papa Giovanni XXII]] affinché nominasse il proprio vescovo come paciere al di sopra delle parti<ref name="books.google.it" />. Il 4 settembre [[1333]] fu firmato a [[Firenze]] un trattato di pace, frutto del compromesso tra le parti: le truppe di [[Repubblica di Pisa|Pisa]] avrebbero lasciato libero il territorio massetano, [[Repubblica di Siena|Siena]] avrebbe dovuto restituire le terre occupate durante la guerra e la [[Repubblica di Firenze]] veniva nominata signoria a guardia della Repubblica Massetana per tre anni<ref>S. Galli da Modigliana, ''Memorie storiche di Massa Marittima'', parte seconda, Massa Marittima, 1871, p. 106.</ref>.