Giulio Tremonti: differenze tra le versioni

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→‎Carriera politica: dpef del 2005-2007: valorizzazione degli immobili per stimolare i consumi
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Candidato nelle liste del [[Partito Socialista Italiano|PSI]] alle politiche del [[1987]] in quanto vicino a [[Gianni De Michelis]], tra il [[1979]] e il [[1990]] fu uno stretto collaboratore e consigliere degli ex ministri delle Finanze [[Franco Reviglio]] e [[Rino Formica]]. Per un breve periodo, nel [[1993]], ha fatto parte di [[Alleanza Democratica (Italia)|Alleanza Democratica]], e poi del movimento politico fondato da [[Mario Segni]], il [[Patto Segni]], con il quale venne eletto deputato nel [[1994]]. Appena eletto, Tremonti passò, attraverso la "Fondazione Liberaldemocratica", a Forza Italia e votò la fiducia al [[Governo Berlusconi I|primo governo Berlusconi]], nel quale divenne [[Ministri delle finanze della Repubblica Italiana|Ministro delle finanze]].
 
Rieletto alla [[Camera dei deputati]] nel [[1996]] e nel [[2001]] nelle liste di Forza Italia, entrò a far parte del [[Governo Berlusconi II|secondo governo Berlusconi]] come [[Ministri dell'economia e delle finanze della Repubblica ItalianaIt2aliana|Ministro dell'economia e delle finanze]]. Fu così il primo titolare del [[Ministero dell'Economia e delle Finanze]], dicastero che era stato istituito mediante l'accorpamento del "Ministero del Tesoro, del Bilancio e della Programmazione Economica" e del "Ministero delle Finanze". Dopo più di tre anni nell'incarico fu costretto alle dimissioni il 3 luglio [[2004]]: in quel periodo la maggioranza dell'epoca andò incontro a un periodo di crisi, dovuta alle forti divergenze in materia di economia con [[Gianfranco Fini]], allora vice Presidente del Consiglio.
 
Il Dpef per il triennio 2005-2007 proponeva di stimolare i consumi rilanciando il settore immobiliare con l'indebitamento privato, diffuso fra i consumatori statunitensi.<br />
La manovra proponeva di incentivare i contribuenti a ipotecare l'[[usufrutto]] e la [[nuda proprietà]] della loro abitazione principale, in modo tale da trarre beneficio dalla crescita dei valori di mercato degli immobili e dal calo dei tassi di interesse bancari. Dopo le cartolarizzazioni, questo elemento della cosidetta "finanza creativa" avrebbe permesso di sostituire i tassi di interesse sul credito al consumo con quelli dei mutui ipotecari, mediamente pari a meno della metà.<ref>{{cita web | url = https://www.repubblica.it/online/economia/documento/casa/casa.html | titolo = "Rilanciare i consumi ipotecando le case" | data = 15 luglio 2003 | città = Roma | urlarchivio = http://archive.is/83DUY | dataarchivio = 6 maggio 2020 | urlmorto = no}}</ref>
 
La disputa raggiunse toni elevati, al punto che Fini denunciò dei "conti truccati" nella [[Legge finanziaria (Italia)|legge finanziaria]] del 2003, relativi alla differenza di due miliardi di euro fra manovra annunciata e riduzioni effettivamente ottenute, che Tremonti addusse a ragioni contabili.<ref>{{Cita news|url = http://www.repubblica.it/2004/g/sezioni/politica/verifican/dimiss/dimiss.html|titolo = Governo nella bufera, si è dimesso Tremonti|pubblicazione = [[La Repubblica (quotidiano)|la Repubblica]]|data = 3 luglio 2004|accesso = 6 dicembre 2012}}</ref> Alla fine, rassegnò le dimissioni, e l'interim del suo ministero fu assunto dal Presidente del Consiglio Berlusconi. In seguito il dicastero venne assegnato a [[Domenico Siniscalco]], cui spettò il compito di impostare la legge finanziaria per il 2004.