Josafat II di Costantinopoli: differenze tra le versioni

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|successore = [[Metrofane III di Costantinopoli|Metrofane III]]
|tonsura =
|consacrazione episcopale = [[1535]] da [[Geremia I di Costantinopoli|Geremia I]]
|nome nascita =
|data di nascita =
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== Biografia ==
Josafat nacque in [[Tracia]] e studiò prima a [[Giannina]] e poi a [[Nauplia]], imparando le lingua [[Lingua araba|araba]], la lingua [[Lingua persiana|persiana]] e la lingua [[Lingua turca|turca]]. Nel 1535 fu consacrato vescovo di [[Edirne|Adrianopoli]] dal patriarca [[Geremia I di Costantinopoli|Geremia I]][1]<ref name="sito"/>.
 
Dopo la morte del patriarca [[Dionisio II di Costantinopoli|Dionisio II]], fu scelto a ricoprire tale carica nel luglio o nell'agosto del [[1556]][3]<ref name="kiminas"/>. Ottenne dal sultano una riduzione a mille [[Écu|Écus]] della tassa di nomina (la ''peshtesh'').
 
Josafat promosse l'educazione del clero ortodosso, riformò l'amministrazione dei beni della Chiesa e sanò le finanze del patriarcato di Costantinopoli riducendone della metà i debiti. Iniziò anche un importante ampliamento del palazzo patriarcale. A causa di questi successi, gli fu dato il soprannome di ''Magnifico'' ({{Lang-el|{{lang|grc|ὁ Μεγαλοπρεπής}}}})[4]<ref name="aubert"/>. Nel [[1556]] stabilì a [[Costantinopoli]] una scuola patriarcale, precorritrice della Grande Scuola della Nazione.
 
Mostrò interesse verso la [[Riforma protestante]], in particolare alla dottrina [[Luteranesimo|luterana]], e nel 1558 inviò a [[Wittenberg]] il diacono serbo Demetrio Mysos (Dimitrije Ljubavić) per ottenere informazioni. Nel 1559 il teologo luterano [[Filippo Melantone]] gli inviò una lettera insieme a una traduzione in lingua greca della [[Confessione augustana|confessione di Augusta]], ma questa corrispondenza non produsse alcun effetto[5]. Alcuni studiosi suggeriscono che la lettera di Melantone non raggiunse mai il patriarca a Costantinopoli[6].
 
Le opere costose di Josafat, i suoi modi arroganti verso il clero e la diretta gestione operata sulle finanze crearono molti oppositori nella comunità greca[4]<ref name="aubert"/>. La causa che portò alla sua deposizione avvenne in seguito alla richiesta nel 1557 da parte di [[Ivan IV di Russia|Ivan il Terribile]], sovrano di Russia, di ricevere formale conferma per il titolo di [[Sovrani di Russia|Zar]]. Invece di convocare un sinodo per deliberare sulla questione, Josafat inviò in Russia un documento sinodico contraffatto al fine di ottenere per sé la lauta ricompensa. Dopo che l'inganno fu scoperto, il patriarca fu immediatamente deposto il 15 gennaio 1565 da sessanta vescovi riunitisi in un sinodo e successivamente esiliato sul [[Monte Athos]][4]<ref name="aubert"/>.
 
== Note ==
<references>
<ref name="sito">{{cita web|url=http://www.ec-patr.org/list/index.php?lang=gr&id=185|titolo= Ἰωάσαφ Β´|editore=Ecumenical Patriarchate|accesso=2 giugno 2011|lingua=el}}</ref>
<ref name="kiminas">{{cita libro|titolo=The Ecumenical Patriarchate|autore=Demetrius Kiminas|anno=2009|editore=Wildside Press LLC|isbn=978-1-4344-5876-6|pp= 38,46|lingua=en}}</ref>
<ref name="aubert">{{cita libro|autore=R. Aubert|titolo=Joasaph II|opera=Dictionnaire d'histoire et de géographie ecclésiastiques| volume=27|pp=1389-90|editore =Letouzey et Ané|città=Parigi|anno=2000|isbn = 2-7063-0210 0|lingua=fr}}</ref>
 
</references>