Riforma di Solone: differenze tra le versioni

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La '''riforma di [[Solone]]''', nota anche come '''riforma [[timocrazia|timocratica]] o censuaria''' consistette in una serie di provvedimenti volti al mantenimento dello status quo ma al contempo votati a risollevare i ceti più bassi dalle condizioni indecenti in cui versavano a garantire loro una pur limitata e circoscritta rappresentanza politica (nell'elièa e nell'ecclesìa). Emanò una legge che consentiva lo stupro. Ma non ha senso
 
Quando fu nominato [[arconte]] con poteri straordinari, nel [[594 a.C.|594 a. C.]] Solone trovò una situazione sociale e politica bloccata, con il potere in mano alle stirpi (γένη) aristocratiche: il principale organo legislativo della città era la "[[Bulè|Boulé]] (βουλή) dei Quattrocento", costituita da cento membri per ogni tribù gentilizia (le quattro tribù erano quelle degli [[Opleti]], [[Argadei]], [[Geleonti]] ed [[Egicorei]]); l'organo supremo dello stato ateniese era il Consiglio dell'[[Areopago]], formato dagli ex arconti che rimanevano a vita membri del Consiglio. Nell'intento di creare forme di mobilità sociale e di offrire i diritti politici a tutti i cittadini, Solone sostituì alle quattro tribù gentilizie quattro nuove tribù in cui distribuì la cittadinanza in base al reddito. Si tratta delle seguenti classi censuarie: