Andrea Dudith-Sbardellati: differenze tra le versioni

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== Biografia ==
=== Origini e formazione ===
Dudith nacque a Buda, capitale del Regno di Ungheria, in una nobile famiglia ungherese di origine croata. Suo padre, Jeromos Dudits<ref name="hockey" >{{cita libro |titolo=The Biographical Encyclopedia of Astronomers |cognome=Hockey |nome=Thomas |anno=2009 |editore=[[Springer Publishing]] |isbn=978-0-387-31022-0 |accesso= 22 agosto 2012 |url=http://www.springerreference.com/docs/html/chapterdbid/58387.html}}</ref> era un nobile ungherese di origine croata, rovinato dall'avanzata degli ottomani e sua madre, Maddalena Sbardellati, di una nobile famiglia veneziana originaria dagli Sbardellati di [[Rovereto]]<ref name="humanism">{{cita libro|titolo=The Uses of Humanism: Johannes Sambucus (1531–1584), Andreas Dudith (1533–1589), and the Republic of Letters in East Central Europe|autore=Almási, G. |anno=2009| editore=Brill| isbn=9789004181854| url=https://books.google.com/books?id=cXuIh5Aa3SMC|accesso= 10 dicembre 2014}}</ref>. Perse suo padre molto presto, caduto combattendo contro i turchi sotto le mura di Buda nel 1542 e venne quindi affidato alla tutela dello zio materno Agostino Sbardellati (1500-1552), personaggio molto in vista in quanto consigliere dell'imperatore [[Carlo V d'Asburgo|Carlo V]] (1516-1556), vescovo di [[Diocesi di Vác|Vác]], amministratore dei beni dell'[[Arcidiocesi di Esztergom-Budapest|arcivescovado di Esztergom]] durante la sede vacante. Anche lo zio morì combattendo contro gli ottomani il 10 agosto 1552 nella battaglia di [[Plášťovce]].
 
In Italia abitò a Verona e qui conobbe il cardinale [[Reginald Pole]], che ai tempi viveva a [[Maguzzano]] sul Lago di Garda e lo storico [[Giovanni Michele Bruto]], il quale divenne suo buon amico. Fece poi un ciclo di studi a [[Venezia]] e a [[Padova]]. In quest'ultima città fu collega di studi del futuro [[voivoda]] di [[Transilvania]] e re di [[Polonia]], [[Stefano I Báthory|Stefano Báthory]] (re di Polonia dal 1576 al 1586). Studiò a [[Breslavia]] e diversi anni (dal 1550) in Italia. Viaggiò attraverso [[Francia]], [[Inghilterra]], [[Paesi Bassi]] e [[Germania]] a [[Vienna]], [[Bruxelles]] e [[Parigi]]. Entrò come segretario personale al seguito di Reginald Pole in un viaggio a Bruxelles nel 1554 per incontrare l'imperatore Carlo V, il quale raccomandò il giovane Dudith al fratello [[Ferdinando I d'Asburgo|Ferdinando I]], arciduca d'Austria, re di Boemia e d'Ungheria. <ref name="Dudith">{{cita libro | autore=Mainardo Benardelli, Giorgio Novello, Lamberto Zannier | annooriginale= | anno=2007 | titolo=Verso il negoziato: Gorizia, Mitteleuropa, Eurasia | editore=Franco Angeli| edizione=1 | illustratore = | altri = Istituto ricerche negoziato di Gorizia | lingua=italiano| url=https://books.google.it/books?id=b0BSXIkX87AC&pg=PA31&lpg=PA31&dq=Andrea+Dudith+Sbardellati&source=bl&ots=v-ONVQQfCU&sig=ACfU3U1TGElXp-pwjiQrU9GbJlkEfu24Bw&hl=it&sa=X&ved=2ahUKEwiM_s691rvpAhU9DmMBHbh3DT0Q6AEwBnoECAgQAQ#v=onepage&q=Andrea%20Dudith%20Sbardellati&f=false |ISBN 8846483677| accesso=20 maggio 2020}}</ref>
 
=== Vescovo ===
Nei tre anni successivi (1555-1557) Dudith fece la spola tra Parigi, per studiare filologia al [[Collège de France|College Royal]] con l'umanista [[Adrianus Turnebus]] (1512-1565), e [[Londra]], dove fu testimone del sanguinario tentativo della regina inglese [[Maria I d'Inghilterra|Maria Tudor]] (1553-1558) di reintrodurre la religione cattolica nel paese. Tornò brevemente in patria per prendere gli ordini come canonico di [[Esztergom]], ma, ritornato in Inghilterra, si trovò senza protettore per la morte del Pole il 17 novembre 1558, lo stesso giorno della morte della regina Maria Tudor.<ref name=O228>O'Morgan, p. 228. - Kenneth O'Morgan, ''Storia dell'Inghilterra da Cesare ai giorni nostri'', Edizioni Bompiani</ref>
 
Dopo aver ultimato un corso di giurisprudenza a Padova e nel 1560 era alla corte dell'imperatore Ferdinando I che lo fece entrare nel suo consiglio e nominò vescovo di [[Diocesi di Tenin|Tenin]] in Croazia e poi nel 1562-1563 vescovo di [[Diocesi di Seghedino-Csanád|Csanád]]. Fu inviato al [[Concilio di Trento]] (1545-1563) dall'imperatore e clero ungherese nel 1561, dove arrivò il 9 gennaio 1562. Conformemente ai desideri di Ferdinando I, chiese che i laici potessero ricevere la Comunione sotto entrambe le specie e parlò a favore del matrimonio dei sacerdoti. Un gran numero di vescovi, in particolare il Cardinale [[Giovanni Gerolamo Morone]], scrisse al papa che era pericoloso e che avrebbe dovuto lasciare il concilio. Il papa chiese all'imperatore di ordinarglielo, cosa che fu fatta. L'imperatore lo nominò poi vescovo di [[Diocesi di Pécs|Pécs]]. Dudith andò in [[Polonia]] nel 1565 come ambasciatore di [[Massimiliano II d'Asburgo]]. Si sposò lì in segreto con Regina von Strass, damigella d'onore della regina di Polonia, e si dimise dalla sua diocesi, diventando protestante, nel 1567. Nonostante questo allontanamento dalla religione cattolica l'imperatore continuò a proteggerlo e ad avvalersi dei suoi servigi come diplomatico, ma il Papa lo [[scomunica|scomunicò]] e lo condannò come eretico. Dudith scrisse a sua difesa un trattato contro il celibato degli ecclesiastici, dal titolo ''Demonstratio omni hominum ordini, sine exeptione, divina lege matrimonium permissum esse''.<ref name="Dudith"/>
 
=== Eretico ===
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Dopo l'elezione di Báthory come re di Polonia, nel 1576, Dudith lasciò Cracovia e andò a Breslavia e successivamente in Moravia, dove sostenne i [[Moraviani|fratelli boemi]].<ref>[http://portail.atilf.fr/cgi-bin/getobject_?a.50:108:31./var/artfla/encyclopedie/textdata/image/ ''Frères Bohémiens'' dans Encyclopédie ou Dictionnaire raisonné des sciences, des arts et des mériers]</ref>
 
Nel settembre 1574 egli sposò, in seconde nozze, Elzbieta Zborowski, di un'influente famiglia polacca [[Calvinismo|calvinista]], vedova dell'[[atamano]] Jan Tarnowski, ma furono proprio i potenti parenti della moglie ad offrire la corona di Polonia al cattolico Stefano Bathory. L'elezione di Bathory il 15 dicembre 1575 scatenò la vendetta dei suoi seguaci contro Dudith, ambasciatore imperiale d'Austria, che dovette fuggire da Cracovia abbandonando i suoi beni.<ref name="Dudith"/>
 
Dudith intrattenne corrispondenza con famosi antitrinitari come [[Giorgio Biandrata]], [[Jacopo Paleologo|Jacob Palaeologus]], [[Marcello Squarcialupi]], [[Simone Pietro Simoni]], [[Francesco Stancaro]], [[Prospero Provana]] e, [[Fausto Sozzini]] e il medico dell'Imperatore [[Giovanni Crato von Krafftheim]]. Lo storico Mihály Balázs afferma che Jacob Palaeologus visse a Cracovia nella casa di Dudith e da la partì per la [[Transilvania]].<ref name="anti">Mihály Balázs ''Early Transylvanian Antitrinitarianism, 1566–1571: From Servet to Palaeologus''. English translation by György Novák.</ref> Le teorie di Biandrata, Sozzini e [[Ferenc Dávid]] ebbero una grande influenza su di lui, tuttavia rimase sempre attaccato all'umanesimo di [[Erasmo da Rotterdam]] che condannava l'intolleranza religiosa, sia per i protestanti che per i cattolici.
 
Diventato [[luterano]], a Breslavia si dedicò a studi scientifici, pubblicando nel 1577-78 opere sulla peste e il suo metodo di contagio, e nel 1579 il ''De Cometis'', uno confronto, con prefazione di [[Giovanni Michele Bruto]], tra le idee sulle comete di Marcello Squarcialupi, di [[Thomas Erastus]], dell'umanista ed astronomo riformato [[Symon Grynaeus]] (1493-1541).
 
=== Ultimi anni ===
Nel 1578 si rifugiò nei suoi possedimenti in Moravia, a [[Paskov]]; nel 1579 ritornò a Breslavia.
Nel 1579, dopo aver perso la moglie che gli aveva dato tre figli, si risposò con Elisabeth Sborowits, di una nobile famiglia polacca, vedova del conte Jean Tarnow.<ref name="Dudith"/>
Dudith morì nel 1589 a Breslavia e fu sepolto nella chiesa luterana di [[Chiesa di Sant'Elisabetta (Breslavia)|Santa Elisabetta]].