Porta Vecchia (Grosseto): differenze tra le versioni

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== Storia ==
La porta risale al [[XIV secolo]] e costituiva l'accesso meridionale alla città delle mura medievali di Grosseto; era detta ''Porta Cittadina'', nome che la tradizione locale fafaceva risalire al capitano del popolo Lambertesco Cittadini.<ref name=visibile>{{Cita libro|nome=Mariagrazia|cognome=Celuzza|nome2=Mauro|cognome2=Papa|titolo=Grosseto visibile. Guida alla città e alla sua arte pubblica|città=Arcidosso|editore=Edizioni Effigi|anno=2013|pagina=172}}</ref> La porta era munita di un cassero, una fortificazione turrita a scopo difensivo.<ref name=visibile/> Nel corso del [[XVI secolo]], quando i Medici fecerefecero erigere le nuove fortificazioni della città (1565-1593), la porta fu mantenuta e inglobata nelle mura medicee.<ref name=visibile/> Ridenominata ''Porta Reale'', fu l'unico accesso alla città per oltre due secoli, punto nodale verso cui convergevano tutte le strade; solo nel 1755 fu aperto un secondo accesso con la [[Porta Nuova (Grosseto)|Porta Nuova]], posta all'estremità settentrionale.<ref name=visibile/>
 
Tra il 1848 e il 1850 vennero completati i lavori di smilitarizzazione delle mura difensive, con la trasformazione delle cortine e dei camminamenti in giardini pubblici.<ref name=visibile/> Nel 1854 fu abbattuta la torre di avvistamento medievale che sovrastava la porta e nel 1882 venne asportato l'orecchione sinistro del [[bastione Cavallerizza]] per aprire maggiore spazio nell'area antistante la porta.<ref name=visibile/> Tale intervento, ricordato da una lapide posta sulle mura esterne del bastione, fu voluto dal prefetto Stefano De Maria di Casalnuovo, al quale venne anche intitolata la piazza fuori Porta Vecchia.