Giuseppe Romita: differenze tra le versioni

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Appena sedicenne, nel 1903 si iscrisse al [[Partito Socialista Italiano|PSI]] prima ad Alessandria poi alla sezione di [[Torino]], divenendo membro esecutivo della sezione locale della [[Federazione Italiana Giovani Socialisti|FIGS]] e corrispondente locale del suo organo, l'Avanguardia.
 
Al congresso della Figs del 18 ottobre 1910 entrò a far parte del consiglio nazionale abbracciando le tesi anti monarchiche e repubblicane. Fu segretario della sezione del PSI di Torino nel 1911 aumentando il suo coinvolgimento politico e contemporaneamente riuscendosi a laureare in ingegneria nel 1913. Nel giugno del 1914 fu eletto in [[consiglio comunale]] sia nella sua Tortona che a Torino. Ritorna alla segreteria della sezione torinese del PSI in seguito all'arresto del precedente segretario e partecipa quindi alla "[[rivolta del pane]]" dell'agosto 1917, finendo in galera fino all'aprile del 1918. Finita la [[prima guerra mondiale]], con le elezioni del 16 novembre 1919 viene eletto in parlamento. Nel 1920 si sposa con Maria Stella e avrà due figli Gemma nata nel 1922, e [[Pier Luigi Romita|Pier Luigi]] nato nel 1924, che diverrà a sua volta un importante politico nel dopoguerra. Durante il [[Biennio rosso in Italia|biennio rosso]] sfociato con l'occupazione delle fabbriche, Romita, anche grazie al suo esser ingegnere, fu impegnato a dirigere la produzione industriale nelle fabbriche torinesi per garantirne la continuità operativa anche durante le occupazioni operaie.
 
=== Da Livorno allo scioglimento dei partiti ===