Baldassarre Castiglione: differenze tra le versioni

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[[File:Retrato de Francesco Maria della Rovere, por Tiziano.jpg|miniatura|Tiziano, ''[[Ritratto di Francesco Maria Della Rovere|Ritratto di Francesco Maria della Rovere]]''.]]
 
La residenza ad Urbino non fu però statica: impiegato dal suo signore quale ambasciatore, fu nell'autunno/inverno 1506<ref>{{Cita|Martinati|p. 16}}.</ref> in [[Regno d'Inghilterra|Inghilterra]] alla corte di [[Enrico VII d'Inghilterra|Enrico VII Tudor]] per ringraziare il sovrano inglese della concessione a Guidobaldo dell'onore di far parte dell'[[Ordine della Giarrettiera|Ordine della giarrettiera]]<ref>{{Cita|Mazzuchelli|p. 17}}.</ref><ref>{{Cita|Martinati|p. 14}}.</ref><ref>{{Cita|Cartwright|p. 188}}:{{Citazione|Enrico, per la grazia di Dio, Re d'Inghilterra e Francia, Signore d'Irlanda, protettore del nobilissimo ordine della Giarrettiera...Dato che noi intendiamo che il giusto nobile principe, Guidobaldo, Duca di Urbino, che era fino a questo momento, eletto ad essere uno dei membri del suddetto nobile Ordine...|3=Henry, by the grace of God, King of England and France, Lord of Ireland, Soveraign of the Most Noble Order of the Garter...Forasmuch as we understand that the right noble prince, Gwe de Ubaldis, Duke of Urbin, who was heretofore, elected to be one of the companions of the said noble Order|lingua=en|lingua2=ita}}</ref>. Fu in quest'occasione che dedicò al sovrano inglese la ''Epistola de vita et gestis Guidubaldi Urbini Ducis''<ref name=":0" />. Ancora, nel maggio 1507 fu a Milano per rappresentare il duca presso Luigi XII di Francia<ref>{{Cita|Martinati|p. 18}}.</ref>, ma fu spedito anche a Roma come ambasciatore, visti gli strettissimi legami feudali che intercorrevano tra la Santa Sede e il Ducato d'Urbino, ora che il titolo ducale era passato a [[Francesco Maria I Della Rovere|Francesco Maria I della Rovere]], parente di Giulio II (1508)<ref>La coppia ducale era senza figli per l'impotenza di Guidobaldo e così, il 18 settembre 1504, Guidobaldo fu costretto ad accettare come successore Francesco Maria Della Rovere, nipote del pontefice. ''Cfr.'' {{Cita|Cartwright|p. 107}}.</ref>. Nel frattempo, agli inizi del ducato di Francesco Maria, Castiglione era stato nominato dal nuovo duca di Urbino podestà di [[Gubbio]] affinché i suoi cittadini rimanessero fedeli alla causa roveresca, riuscendovi<ref name="mazz 18">{{Cita|Mazzuchelli|p. 18}}.</ref>. Durante questi anni Castiglione partecipò anche alle imprese belliche del papa guerriero, quale per esempio l'[[Assedio della Mirandola di papa Giulio II|assedio della Mirandola]] che si svolse dal 19 dicembre 1510 al 20 gennaio 1511 o la presa di [[Bologna]] da parte delle truppe urbinati<ref name=":0" />. Dimostratosi devoto alla causa del suo signore, questi gli concesse il 2 settembre 1513 il Castello di [[Novilara|Nuvilara]] nel Pesarese col titolo di conte<ref>{{Cita|Mazzuchelli|p. name="mazz 18}}.<" /ref><ref>{{Cita|Martinati|p. 24}}.</ref><ref>{{Cita|Bongiovanni|p. 31}}.</ref>.
 
==== Presso la Roma di Leone X ====
[[File:Pope-leo10.jpg|sinistra|miniatura|Raffaello, ''particolare con Leone X''.]]
 
Fu questa l'''intellighenzia'' artistico-culturale ereditata dal nuovo pontefice, [[Papa Leone X|Leone X]], dalla Roma di Giulio II. Leone X, figlio di Lorenzo il Magnifico e amico del Castiglione e del duca<ref name="mazz 19">{{Cita|Mazzuchelli|p. 19}}.</ref>, ebbe come ambasciatore di Francesco Maria proprio il Castiglione, che doveva rimanere nella capitale della cristianità per seguitare a fare gli interessi rovereschi<ref>{{Cita|Martinati|p. 23}}.</ref>. I tre anni in cui il Castlglione passò alla festosa corte pontificia fece credere al cortigiano mantovano di «avere la sensazione che la corte [''pontificia'', n.d.r] fosse quasi un duplicato di quella urbinate»<ref name=":0" />: l'aver ritrovato gli antichi amici del periodo montefeltrino, la loro frequentazione, l'essere entrato in contatto con Raffaello e con Michelangelo e stabilendo rapporti cordiali con loro gli fecero credere del ritorno all'epoca felice delle feste e delle conversazioni che spesso Castiglione intratteneva con la colta duchessa Elisabetta Gonzaga. Come riporta Mazzucchelli a tal proposito:
 
{{Citazione|Il Conte quivi egualmente servì il Duca ed attese a' geniali suoi studj, conversando frequentemente col Bembo, col [[Jacopo Sadoleto|Sadoleto]], col Tibaldeo, e con Federigo Fregoso, e coltivando i più chiari Professori delle belle arti, cioè [[Raffaello Sanzio|Raffaello d'Urbino]], [[Michelangelo Buonarroti]], e altri principali Pittori, Scultori ed Architetti.|{{Cita|Mazzuchelli|p. 19}}}}
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[[File:Federico II Gonzaga, Titian, cropped.png|miniatura|Tiziano, ''Federico II Gonzaga''.]]
 
Rientrato a [[Mantova]], il 15 ottobre 1516 sposò la quindicenne<ref>{{Cita|Cartwright|p. 411; p. 415}}: «Ippolita married at fifteen, and died four years later, before she was quite twenty».</ref> [[Ippolita Torelli]], figlia di [[Pietro Guido II Torelli|Guido Torelli]] e di [[Francesca Bentivoglio]]<ref>{{Cita|Mazzuchelli|p. name="mazz 19}}.<" /ref>. Ristabiliti cordiali rapporti col signore di Mantova Francesco II, Castiglione trascorse degli anni abbastanza tranquilli (si ricorda una gita a [[Venezia]] in compagnia della sposa e della corte gonzaghesca<ref>{{Cita|Mazzuchelli|p. 20}}.</ref>) finché nel 1519, divenuto marchese di Mantova il giovane [[Federico II Gonzaga|Federico II]], fu rinviato a Roma per consolidare la posizione del nuovo signore presso papa Leone X<ref>{{Cita|Martinati|p. 35}}.</ref>. Nel contempo, contribuì anche alla causa roveresca facendo sì che, non appena morì Leone X, il [[collegio cardinalizio]] lo reintegrasse nei suoi domini appena riconquistati con le armi<ref>{{Cita|Martinati|p. 41}}.</ref>.
 
=== Al servizio del papato ===