Tuttolibri: differenze tra le versioni
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Negli [[anni 1970|anni settanta]] i quotidiani italiani riservavano ai libri soltanto la ''[[Terza pagina]]'', con commenti autorevoli ma poco leggibili per i non specialisti. L'allora direttore della Stampa, [[Arrigo Levi]], decise, con il vicedirettore [[Carlo Casalegno]] e l'amministratore delegato [[Giovanni Giovannini]], di lanciare una nuova testata dedicata dedicata ai libri ma più divulgativa e ricca di recensioni (allora poco diffuse), sul modello della stampa anglosassone (in particolare il «Literary Supplement» del ''[[The Times|Times]]'' e la «Book Review» del ''[[The New York Times|New York Times]]''<ref name=Dagostino>{{Cita libro|autore=Anna D'Agostino|titolo=Raccontare cultura. L'avventura intellettuale di «Tuttolibri»|editore=[[Donzelli Editore]]|anno=2011}}</ref>. Levi e Casalegno ottennero il sostegno delle molte case editrici torinesi: [[Utet]], [[Paravia]], [[Loescher]], [[Lattes (casa editrice)|Lattes]] e soprattutto [[Giulio Einaudi Editore|Einaudi]] (il suo fondatore [[Giulio Einaudi]] fu tra i primi sostenitori dell'iniziativa).
Il primo numero del settimanale uscì il 1º novembre [[1975]]. Si presentava in formato [[tabloid]] ma stampato su carta da quotidiano, con una foliazione di ventiquattro pagine (di cui la prima e le due centrali stampate a colori). La grafica era curata da Bruno Faussone. Il settimanale era una pubblicazione autonoma, aveva una sua distribuzione ed usciva al prezzo di
Nell'editoriale di apertura Arrigo Levi rivendicava l'affinità «a una certa idea della cultura, ma anche a una certa idea dell'Italia e di come una società si sviluppa: il libro è un momento essenziale di ogni crescita civile». Il primo fascicolo della rivista ospitava un'intervista a [[Eugenio Montale]] (sulla funzione della [[poesia]] nella società moderna) e una con [[Alberto Moravia]] sulla scrittura civile. Il numero d'esordio ottenne lusinghieri risultati di vendita: 130.000 esemplari in prima tiratura, seguiti da una seconda tiratura di 30.000 copie.
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