Sacro: differenze tra le versioni

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L'uomo che vive l'esperienza del "sacro" viene indicato anche da Eliade come ''[[homo religiosus]]''. Mircea Eliade<ref>[[Mircea Eliade]]. ''Trattato di storia delle religioni''. Torino, Boringhieri, 1984, pag. 19 e segg.</ref>, inoltre, rileva come la dimensione del sacro, separato dal profano, abbia diverse analogie con il termine ''[[tabù|tabú]]'', presente nelle lingue della [[Polinesia]] e adottato precedentemente da diversi [[Etnografia|etnografi]]<ref>Ad esempio: [[James Frazer]] (1854-1941), [[Hutton Webster]] (1875-1955) e [[Arnold van Gennep]] (1873-1957).</ref>.
 
Mircea Eliade sottolinea che la religione non deve essere interpretata solo come «la credenza nella divinità», ma come «esperienza del sacro». Eliade analizza la dialettica del sacro.<ref>({{cita libro|lingua= en) |autore= Thomas J. J. Altizer, ''|titolo= Mircea Eliade and the Dialectic of the Sacred'', |editore= Westminster Press, |città=Philadelphia |anno= 1968. |ISBN= 978-083-7171-96-8 }}</ref> Il sacro è presentato in relazione al profano.<ref>Mircea Eliade, ''Il sacro e il profano'', Bollati Boringhieri, Torino 2006.</ref> Il rapporto tra il sacro e il profano non è di opposizione, ma di complementarità, come il profano è visto come [[ierofania]].<ref>({{cita libro|lingua= ro) |autore= Mircea Itu, ''|titolo= Mircea Eliade'', |editore= Editura Fundaţiei România de Mâine, |città= Bucarest |anno= 2006, |pagina= 35. |ISBN= 973-725-715-4 }}</ref>
 
== Il ''sacro'' nelle culture antiche e religiose ==