Lorenzo Giusso: differenze tra le versioni

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Pur destinato a diventare prevalentemente [[filosofo]] e [[storia della filosofia|storico della filosofia]], i suoi non dilettanteschi interessi spaziarono dalla [[letteratura]] alla [[musica]], dalla [[pittura]] alla poesia, secondo un percorso [[eclettismo|eclettico]] ed estroso, fondato sull'[[istinto]] piuttosto che sul [[metodo (filosofia)|metodo]], che lo portò a una conoscenza approfondita ed estesissima nei settori più diversi. Seguì con passione l'[[Attualismo (filosofia)|attualismo]] [[Giovanni Gentile|gentiliano]] e proprio il suo carattere passionale lo portò anche nel campo letterario e filosofico ad un tipo di critica "scenografica", così come fu definita.
 
Aderì al [[fascismo]], della cui [[ideologia]] divenne uno dei più ascoltati divulgatori, soprattutto dalle pagine della rivista ''[[Gerarchia (rivista)|Gerarchia]]''. Ben presto però all'entusiasmo dei suoi vent'anni per il nuovo corso politico si sostituì l'attività di scrittore (1925). Le sue "frizioni" con Benedetto Croce, inizialmente orientate su temi politici<ref>L. Giusso, ''Il fascismo e Benedetto Croce'', "Gerarchia", III, 1924, pp. 634-6.</ref>, presero più tardi una forma "sotterranea", genericamente orientata contro l'idealismo del filosofo abruzzese. Giusso si richiamava al fatalismo di Leopardi, al demiurgo di Nietzsche, allo storicismo di Dilthey, al nichilismo dello Spengler: e a causa di quest'ultimo, oltre che per la sua interpretazione della ''Scienza nuova'' vichiana (che si attirò una severa recensione dello stesso Croce)<ref>"La Critica", XXXVIII (1940), pp. 311-2, rist. in ''Nuove pagine sparse'', II, pp. 135-7.</ref>, Giusso fu criticato dall'ambiente crociano.
 
Il Giusso critico e storico delle idee s'identificava con la ''visione della vita'' di autori che sentiva a lui vicini per temperamento ed interessi come [[Giordano Bruno]], [[Giambattista Vico]] (dall'analisi degli scritti del quale nacque l'infastidita reazione di [[Benedetto Croce]]), [[Salvatore Di Giacomo]], [[Matilde Serao]], [[Riccardo Bacchelli]], [[Bruno Barilli]], [[Giovanni Papini]], [[Ardengo Soffici]], [[Aldo Palazzeschi]], [[Giuseppe Antonio Borgese]], [[Guido Gozzano]], che molto ispirò la sua composizione poetica ''Don Giovanni ammalato''. Approfondito conoscitore della lingua francese, spagnola e tedesca fu un [[traduttore]] attento a rendere non solo il senso della frase ma anche a rappresentare l'idea dell'autore.