Villa Medici: differenze tra le versioni

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Nel [[1576]] la proprietà fu acquisita dal cardinale [[Ferdinando I de' Medici|Ferdinando de' Medici]], che fece completare i lavori da [[Bartolomeo Ammannati]]. Secondo il gusto dell'epoca, una parte dei ruderi furono interrati, mentre bassorilievi e statue romane riemerse dalle vigne venivano incastonate, in una sorta di grande museo all'aperto, nella facciata della villa e nel grande giardino che richiamava i giardini botanici creati da suo padre [[Cosimo I de' Medici|Cosimo]] a [[Orto botanico di Pisa|Pisa]] e a [[Giardino dei Semplici|Firenze]], ricco di piante di [[pino]], [[cipresso]] e [[querce]] ma anche di piante rare, e decorato con sculture che richiamano [[palazzo Spada]]. Non mancava, all'interno, l’''antiquarium'' dedicato ai pezzi più pregiati.
 
Molti di questi materiali furono portati a Firenze quando il cardinale divenne Granduca di Toscana, nel [[1587]]. Per un secolo e mezzo la villa fu uno dei luoghi più eleganti e mondani di Roma, succedendo a [[Palazzo Firenze|palazzo Firenze]] come sede degli ambasciatori del [[Granducato di Toscana]] alla corte papale. Nel 1633 [[Galileo Galilei]] soggiornò alla villa ospite di Ferdinando II de' Medici, prima liberamente poi forzatamente durante il suo [[Disputa tra Galileo Galilei e la Chiesa|processo al Tribunale dell'Inquisizione]].
 
[[File:Pianta Villa Medici Roma.jpg|thumb|left|[[Giovanni Battista Falda]], ''"Pianta del giardino del serenissimo granduca di Toscana alla Trinità dei Monti sul monte Pincio"'', [[acquaforte]] su carta, [[1683]]]]