Papa Leone XI: differenze tra le versioni

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Enrico IV continuò a mostrare di apprezzare il legato ''a latere'' e il 19 agosto 1596 firmò solennemente il documento con cui si riconciliava con la Chiesa cattolica. Alessandro seguì il re e la sua corte negli spostamenti da una residenza regia all'altra e fino al febbraio del 1597 fu a [[Rouen]], che lasciò per dirigersi in [[Piccardia]], dove soggiornò fino al giugno dell'anno seguente, prima a [[San Quintino (Francia)|San Quintino]] e infine a [[Vervins]], dove si sarebbe tenuta la [[pace di Vervins|conferenza di pace]] tra Francia e Spagna. Intanto il papa gli aveva inviato come aiuto il [[Ministro generale dell'Ordine francescano|generale dei minori osservati]] fra Bonaventura Secusi da Caltagirone, che svolse l'importante compito di tenere i contatti fra i vari contendenti: Enrico IV, [[Filippo II di Spagna]] e l'[[arciduca]] [[Alberto d'Austria]], governatore dei [[Paesi Bassi meridionali]]. Dopo aver risolto gli inevitabili inconvenienti legati all'etichetta di corte e alle precedenze, Alessandro poté presiedere senza dare cenni di stanchezza<ref name="ep274">Matteo Sanfilippo, ''Enciclopedia dei Papi'', Istituto dell'Enciclopedia Italiana, vol. III, Roma, 2000, p. 274.</ref> la conferenza di pace, che si tenne dal 9 febbraio al 2 maggio 1598 e che si concluse con un grande risultato: Filippo II riconobbe l'ex protestante Enrico di Navarra quale legittimo re di Francia e ritirò le proprie truppe dal suolo francese.
 
Firmata la pace, Vervins fu abbandonata dai vari ambasciatori e Alessandro ritornò a giugno a Parigi, dove venne accolto dal popolo e dal sovrano in maniera trionfante: già all'indomani della fine della conferenza Enrico IV aveva decantato di fronte all'ambasciatore del [[granduca di Toscana]] le qualità del Medici e si era detto totalmente soddisfatto del risultato raggiunto. Proprio questo però mutava la scena politica francese: Erico[[Enrico IV di Francia|Enrico IV]] aveva raggiunto i suoi obiettivi, ragion per cui Alessandro non gli era più utile ma anzi risultava d'impedimento, poiché aveva ripreso a chiedere l'applicazione dei decreti tridentini e il ritorno dei gesuiti in Francia. A ciò si aggiungeva il fatto che la favorita del re e madre dei suoi figli, [[Gabrielle d'Estrées]], non ne gradiva la presenza, intuendo che egli avrebbe cercato di convincere Enrico IV a divorziare dalla sterile moglie Margherita per sposare la ricca [[Maria de' Medici]], figlia del defunto granduca Francesco I.
 
Alessandro vide come la situazione si stesse facendo difficile per lui e a settembre disse all'ambasciatore veneziano Francesco Contarini che voleva semplicemente tornarsene a Roma. Ad agosto fu il re stesso a consigliargli di tornare alla corte papale e il 1º settembre lo congedò dalla Francia, seppur mostrandogli ancora la propria benevolenza. Giunto il 9 settembre a [[Digione]], ai primi di ottobre varcò il [[passo del Sempione]], poi passò dal [[Lago Maggiore]] e da [[Piacenza]] quindi giunse a [[Ferrara]], dove il 9 novembre 1598 si incontrò con Clemente VIII, che ne tessé le lodi e lo designò segretario<ref>A capo del dicastero vi era il Papa.</ref> della [[Congregazione per i vescovi]].