Luigi Legnani (scultore): differenze tra le versioni

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Nuova pagina: {{Bio |Nome = Luigi |Cognome = Legnani |Sesso = M |LuogoNascita = Ferrara |GiornoMeseNascita = 29 dicembre |AnnoNascita = 1851<ref>Errate le date di nascita in alcuni d...
 
rilettura
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== Biografia ==
=== Periodo giovanile ===
FiglioNacque delin una famiglia numerosa dal violinista-bandista Francesco e dida Maria Caselli; il padre, con sette figli a carico, a causa delle gravi difficoltà economiche nel [[1857]] dovette richiedere al Comune un sussidio di povertà, inviando poi il 13 agosto [[1868]] al Consiglio della Deputazione Provinciale una petizione per poter far proseguire gli studi al figlio Luigi, allora allievo di [[Girolamo Domenichini]] alla civica scuola d'arte ferrarese, ottenendo il contributo dal 19 febbraio dell'[[1869|anno successivo]].<ref>{{Cita|Trine di marmo}}</ref> Il giovane Luigi si distinse nella suddetta scuola (dove studiò dal 1864 al 1876<ref>{{Cita|Post Mortem}}</ref>), situata a [[Palazzo dei Diamanti]], negli anni accademici 1865-66 e 1866-67, allievo di [[Girolamo Domenichini]], figlio di [[Gaetano Domenichini|Gaetano]], alla scuola di ''Disegno di Figura'', venendo premiato per due teste di gesso mentre alla scuola di ''Elementi di Ornato'', sotto Giovanni Pividor, ottenne una menzione di lode per la "copia della stampa a lapis lumeggiata". Nel 1872, sempre sotto Domenichini, ottenne la medaglia di bronzo (secondo premio) per una copia da una statua in gesso, mentre il primo premio fu vinto da [[Gaetano Previati]]. Non bastandogli la pittura, nel

Nel [[1869]] Legnani si iscrisse alla ''Scuola di Scultura'', precedentemente chiusa da un [[lustro]] a causa della morte del docente [[Giuseppe Ferrari (scultore)|Giuseppe Ferrari]] e fatta riaprire, richiamandolo da Roma, da [[Angelo Conti (scultore)|Angelo Conti]].<ref>{{Cita|Trine di marmo}}</ref><ref>{{Cita|Post Mortem}}</ref>
Nel [[1872]] ottenne un'altra medaglia di bronzo per una statua "dal vero" e una in argento per una "dall'antico" mentre l'[[1873|anno successivo]], assieme al compagno [[Ernesto Maldarelli]], chiese alla presidenza della [[Società Benvenuto Tisi da Garofalo|Società Tisi]] di poter esporre delle proprie opere, venendo poi premiati nel [[1874]] (Legnani per un ''torso dal genio greco a bassorilievo''). Fra gli altri allievi, vi erano Emanuele e Giulia Davia (figli del marmista [[Gaetano Davia|Gaetano]]) Emilio Fei e Luigi Crivellucci. Il [[1876]] vide Legnani premiato nuovamente con 50 lire per un lavoro in gesso e con la medaglia d'argento per un ''saggio del nudo dal vero'' alla ''Scuola di Pittura e Nudo'', diretta da [[Giovanni Pagliarini]]. Sia a Legnani che a [[Giuseppe Mentessi]], venne rilasciata una somma di denaro dalla Provincia di Ferrara con delibera del 12 febbraio [[1877]], su richiesta avanzata dal giovane Luigi il 24 ottobre dell'anno prima. Da pocoConti, mortodeceduto l'insegnantenel Conti (1876), da lui il giovane scultore si può dire abbia appresoapprese sia inla tecnica che inlo stile, ripercorrendo glila stilemimaniera dell'insegnante in alcune sue opere successive, come nel ''Gesù benedicente'' per la tomba Poli (oggi Teodori Zecchi, arco n. 263) e i busti della famiglia, tra cui Gaetano,<ref>{{Cita|Post Mortem}}</ref> simile a quello di Conti per il sepolcro Santini, entrambi nella [[Cimitero monumentale della Certosa di Ferrara|Certosa cittadina]]. Rimasta sfornita di insegnanti la scuola ferrarese, Legnani scelse di perfezionarsi all'[[Accademia di Brera]], dopo aver presentato nel 1877 sia dipinti (''Il medico condotto'', ''La porta degli Angeli'', ''Le prime ore del mattino'') che sculture (''Il Dolore'') all'Esposizione del Circolo Artistico Industriale di Ferrara.<ref>{{Cita|Trine di marmo}}</ref>
 
=== Periodo milanese ===
Viste le difficoltà nel mantenersi agli studi, inviò il 12 agosto [[1878]] l'ennesima supplica al Consiglio Comunale di Ferrara, avendo nel contempo richiesto ed ottenuto emolumenti dalla Provincia, raccomandato dal Comune, come le 166,66 lire ottenute assieme ad altri valenti giovani ferraresi trapiantati a Brera, quali Previati e Mentessi. Fu ammesso il 25 maggio 1878 alla ''Scuola di Nudo'' e il 1° maggio [[1879]] (matricola n. 635=1) al primo anno del corso di scultura fra gli allievi di [[Francesco Barzaghi]], influenzandoche influì molto sulla formazione di Legnani. Altro insegnante in contatto col ferrarese fu quello di ''Prospettiva'', [[Luigi Bisi]], futuro direttore dell'accademia braidense. Fu proprio Bisi a documentare ad Agostino Villani, segretario della Deputazione Provinciale di Ferrara, i progressi del giovane studente, che nel frattempo aveva ricevuto un importante premio [[ex aequo]] "per la copia del nudo in bassorilievo, negli esperimenti finali".
 
Nel [[1880]], fu Barzaghi a sottoscrivere l'ennesima richiesta di contributi, datata 11 agosto, inviata dal ferrarese alla propria provincia. Dal maestomaestro, Luigi apprese le più sapienti manipolazioni della materia marmorea, dallo [[stiacciato]] ai sottoquadri. Nel [[1881]] invia a Ferrara un'altra richiesta di sussidio per poter inviare alla rassegna di Brera una statua a grandezza naturale di musicante, una fanciulla che suona la [[ghironda]], eseguita in gesssogesso e dapprima in creta, di gusto crepuscolare e patetico, in sintonia con gliil esitigusto alloracoevo coevi dell'arte lombarda,della [[Scapigliatura|scapigliata]] lombarda se non addirittura [[Populismo|"populista"]], dove si notano le influenze dei maestri milanesi ammiratida dallui ferrareseammirati, dal Barzaghi fino a [[Giuseppe Grandi]].<ref>{{Cita|Trine di marmo}}</ref>
 
=== Il ritorno a Ferrara ===
Dopo la mostra del 1881, Legnani interromperà quasi del tutto i rapporti con Milano, rientrandorientrò ormai trentenne nella sua città d'origine per lavorarvi come scultore a tempo pieno, mentre la cattedra di scultura alla scuola civica era stata presaassegnata daa Luigi Bolognesi, che vi rimarràrimase per circa un lustro. LegnaniQui iniziò a lavorare alla Certosa cittadina, in cui i primi lavori documentati furono i medaglioni dei fratelli ''Giovanni e Angelina Borsari'', figli dell'ing. Angelo, morti entrambi nel 1881 a causa di malattie incurabili, risultanti come eseguiti già nell'ottobre 1881 nel suo studio di [[Via Borgoleoni]] n. 67 (Palazzo Crispi e successivamente in via Colonna, n. 1) ma collocati nel il 21 dicembre 1883, arco 217.<ref>{{Cita|Trine di marmo|pp. 136-137}}</ref>

L'anno seguente eseguì quelli di ''Adelisia Ravalli'' (Colombario 123, sala Casazza) e ''Francesco Carnevali'' (Colombario 103, sala Casazza), di fine caratterizzazione espressiva e subito dopo il monumento ''Mari Monti'' (area tra San Cristoforo ed il Famedio), l'unica eseguita da Legnani a tuttotondo[[tutto tondo]]. Del [[1883]] un altro medaglione (prefetto ''Miani'', arco 126) e le prime committenze pubbliche ad opera della Deputazione Provinciale di Ferrara, che l'aveva sostenuto negli studi. Dopo la morte di [[Giuseppe Garibaldi|Garibaldi]] avvenuta l'anno prima a Caprera, la stessa Deputazione gli commissionò nel 1883 un ritratto a mezzobusto in marmo, destinato alla Sala del Consiglio in [[Castello estense|castelloCastello]], il cui gesso fu donato alla ''Tisi''.<ref>{{Cita|Post Mortem}}</ref> Visto il successo dell'opera, gli commissionaronofu commissionato nello stesso anno anche il ritratto di [[Camillo Benso, conte di Cavour|Cavour]]; probabilmente suoi (o almeno uno di essi), anche i tre busti di re sabaudi un tempo presenti nella ''Sala dei Giochi'' in Castello, ora irreperibili.<ref>{{Cita capitolo|titolo=La Raccolta d'Arte dell'Amministrazione Provinciale di Ferrara}} In {{cita libro|autore=Lucio Scardino|titolo=Estro e accanimento - Inediti scritti d'arte (1980-1996)|città=Ferrara|editore=Liberty house|anno=1997|pp=84-85}}</ref> Volendo diventare soprattutto esecutoreritrattista deiper ritrattigli peresponenti ladella borghesia cittadina oed esecutore delle loro tombe, chequest'ultimo, potevanonell'intento di aggiornare il [[Purismo]] degli allievi di Tenerani e la vena realistica ma un po' algida degli allievi più fecondi come Torregiani e Zuffi; quest'ultimo, realizzò nel 1884 realizzò la lapide di ''Celio Calcagnini'' dopo il rifiuto da parte di Legnani e di Davia a causa del basso compenso.<ref>{{Cita|Trine di marmo|p. 120}}</ref> A riprova del successo delle opere in Certosa, Legnani venne eletto membro della ''Tisi'' agli inizi del 1882, mentree l'anno seguente nellaprese parte alla commissione di un'Esposizione Benefica promossa dalla società,. aderendo nelNel 1885 partecipò all'importante mostra artistico-industriale allestita a Palazzo dei Diamanti, primeggiando nella sezione ''Scultura'' (dove parteciparono, con opere modeste, Luigi Bolognesi, Angelo Lana, Balboni ed il giovane [[Giovan Battista Longanesi-Cattani]]) e venendo premiato con la medaglia d'oro, vincendo l'ambìto ''Premio Bortoletti''.<ref>{{Cita|Trine di marmo|p. 57}}</ref>

Nel 1886 fu nominato insegnante di ''Plastica'' al Civico Ateneo al posto di Luigi Bolognesi, partito definitivamente per Roma.<ref>{{Cita|Post Mortem}}</ref> Gli successe nel 1910 [[Giovan Battista Longanesi-Cattani]], che più volte lo aveva sostituito come supplente a causa delle assenze dovute alla sua salute cagionevole di Legnani. Tra i migliori allievi di Legnani, vi furono [[Arrigo Minerbi]], [[Mario Sarto]], [[Giovanni Pietro Ferrari (scultore)|Giovanni Pietro Ferrari]], [[Giuseppe Virgili (scultore)|Giuseppe Virgili]] e [[Annibale Zucchini]]. <ref>{{Cita|Trine di marmo|p. 69}}</ref>
 
Agli inizi degli [[anni 1880|anni Ottanta]], assieme ad altri artisti, disi dimise dalla ''Tisi'' per formare il ''Circolo Artistico Ferrarese''. nonostante gli impegni didattico-professionali e sentimentali: ilIl 7 agosto 1892 sposò infatti Elisa Piombelli, nata nel 1874, dalla cui unione nascerà il 20 marzo 1898 Francesco. Le attività espositive del nuovo circolo si tennero in una sala del teatro in piazza Sacrati (1893), per quanto le attività ebbero breve durata: già nell'84, lo scultore risulta tornato ad esporre con la ''Tisi''.<ref>{{Cita|Trine di marmo|pp. 71-72}}</ref> Il 12 giugno 1895, inaugurò nelle sale della biblioteca pubblica il ''Busto di Tasso'', commissionatogli dal Comune e dove, coadiuvatoservendosi anchedi dallecolte citazioni che doveva impartire come insegnante, impresseimpartì lezioni artistiche deisui secoli precedenti.<ref>{{Cita|Trine di marmo|pp. 73}}</ref>
L'inizio del nuovo secolo gli vide commissionata l'ennesima commissione "ufficiale", un busto di [[Vittorio Emanuele III]] per l'Aula Consiliare della Provincia, allora posta nel ''Salone dei Giochi'' in castello, ora irreperibile assieme a quelli di [[Vittorio Emanuele II]] e di [[Umberto I]].<ref>{{Cita|Trine di marmo|pp. 89}}</ref> Appena dopo (1899), gli fu assegnata l'esecuzione del busto dell'erudito ferrarese ''Antonio Frizzi'', al cui concorso partecipò anche [[Ambrogio Zuffi]].<ref>{{Cita|Trine di marmo|pp. 89-90}}</ref>
 
Probabilmente partecipò al concorso indetto per l'esecuzione di un busto dedicato all'allora scomparso da poco [[Giuseppe Verdi]], assieme ai colleghi Minerbi, Angelo Lana e [[Gaetano Galvani]], vinto da quest'ultimo, la cui opera fu inaugurata febbraio 1903 nell'atrio del [[Teatro comunale (Ferrara)|teatro comunale]]. Appena dopo, si rivalse su Galvani eseguendo il ritratto di [[Girolamo Frescobaldi]], destinato allo stesso teatro. Nei primi del novecento, sembra quasi soffrire di dissociazione schizofrenica, riproducendo in copia meccanica svariati ritratti ottocenteschi iper-veristi precedentemente eseguiti, da quello del duca [[Galeazzo Massari]] per l'atrio della Casa di Riposo, quello del ''Grillenzoni'' (donato da lui stesso nel 1905 al Museo del Risorgimento dopo averlo nuovamente esibito alle collettive locali).<ref>{{Cita|Trine di marmo|pp. 93-94}}</ref> Dopo le entusiaste recensioni relative al ''Monumento di Anna Barillari-Cavalieri'', Legnani fu coinvolto riguardo il concorso per il monumento dedicato a Garibaldi, dapprima come membro della giuria-commissione tecnica assieme a Droghetti, [[Pietro Niccolini (senatore)|Niccolini]] e [[Giuseppe Agnelli]], rinunciando poi all'incarico a favore dell'ing. [[Giuseppe Gatti Casazza]], figlio di [[Stefano Gatti-Casazza|Stefano]], uno dei promotori del concorso, vedendo poi l'esecuzione del monumento affidata a [[Tullo Golfarelli]], residente a Bologna, anch'esso membro della giuria, nonostante il bando fosse riservato ai soli artisti ferraresi.<ref>{{Cita|Trine di marmo|pp. 96-97}}</ref> Viste le vicissitudini del concorso (pare che Golfarelli presentò un modello copiato dal bozzetto presentato da Luigi Bolognesi, che risentito della questione, già psicolabile, si suicidò a Roma nella mattinata del 15 dicembre 1907) anche Legnani accusò sintomi non solo psicologici ma anche fisici, fino a vedersi sostituito nell'insegnamento dal supplente Longanesi-Cattani alla cattedra di ''Scultura'' nella civica scuola. Ciò non gli impedì di collaborare con la novella associazione [[Ferrariae Decus]], sorta nel 1906 grazie a [[Giuseppe Agnelli]], in [[Luigi Legnani#altre attività|svariate attività di restauratore]].<ref>{{Cita|Trine di marmo|p. 98}}</ref> Inoltre, nel 1910 inviò alla [[Elena del Montenegro|Regina Elena]] un di lei ritratto su medaglione in bronzo, ricevendo un orologio con catena d'oro come ricompensa.<ref>{{Cita|Post Mortem}}</ref><ref>{{Cita|Trine di marmo|p. 98}}</ref>
L'inizio del nuovo secolo gli vide commissionata l'ennesima commissione "ufficiale",commissionato un busto di [[Vittorio Emanuele III]] per l'Aula Consiliare della Provincia, allora posta nel ''Salone dei Giochi'' in castelloCastello, ora irreperibile assieme a quelli di [[Vittorio Emanuele II]] e di [[Umberto I]].<ref>{{Cita|Trine di marmo|pp. 89}}</ref> Appena dopoprima (1899), gli fuera stata assegnata l'esecuzione del busto dell'erudito ferrarese ''Antonio Frizzi'', al cui concorso partecipò anche [[Ambrogio Zuffi]].<ref>{{Cita|Trine di marmo|pp. 89-90}}</ref>
Probabilmente partecipò al concorso indetto per l'esecuzione di un busto dedicato all'allora scomparso da poco [[Giuseppe Verdi]], assieme ai colleghi Minerbi, Angelo Lana e [[Gaetano Galvani]], vinto da quest'ultimo, la cui opera fu inaugurata febbraio 1903 nell'atrio del [[Teatro comunale (Ferrara)|teatro comunale]]. Appena dopo, si rivalse su Galvani eseguendo il ritratto di [[Girolamo Frescobaldi]], destinato allo stesso teatro. Nei primi del novecento, sembra quasi soffrire di dissociazione schizofrenica, riproducendo in copia meccanica svariati ritratti ottocenteschi iper-veristi precedentemente eseguiti, da quello del duca [[Galeazzo Massari]] per l'atrio della Casa di Riposo, quello dei Carlo Grillenzoni (donato da lui stesso nel 1905 al Museo del Risorgimento dopo averlo nuovamente esibito alle collettive locali).<ref>{{Cita|Trine di marmo|pp. 93-94}}</ref>
 
Probabilmente partecipò al concorso indetto per l'esecuzione di un busto dedicato all'allora scomparso da poco [[Giuseppe Verdi]], assieme ai colleghi Minerbi, Angelo Lana e [[Gaetano Galvani]], vinto da quest'ultimo, la cui opera fu inaugurata febbraio 1903 nell'atrio del [[Teatro comunale (Ferrara)|teatro comunale]]. Appena dopo, si rivalse su Galvani eseguendo il ritratto di [[Girolamo Frescobaldi]], destinato allo stesso teatro. Nei primi del novecento, sembra quasi soffrire di dissociazione schizofrenica, riproducendo in copia meccanica svariati ritratti ottocenteschi iper-veristi precedentemente eseguiti, da quello del duca [[Galeazzo Massari]] per l'atrio della Casa di Riposo, quello del ''Grillenzoni'' (donato da lui stesso nel 1905 al Museo del Risorgimento dopo averlo nuovamente esibito alle collettive locali).<ref>{{Cita|Trine di marmo|pp. 93-94}}</ref> Dopo le entusiaste recensioni relative al ''Monumento di Anna Barillari-Cavalieri'', Legnani fu coinvolto riguardo il concorso per il monumento dedicato a Garibaldi, dapprima come membro della giuria-commissione tecnica assieme a Augusto Droghetti, [[Pietro Niccolini (senatore)|Pietro Niccolini]] e [[Giuseppe Agnelli]], rinunciando poi all'incarico a favore dell'ing. [[Giuseppe Gatti Casazza]], figlio di [[Stefano Gatti-Casazza|Stefano]], uno dei promotori del concorso,. vedendo poi lL'esecuzione del monumento du affidata a [[Tullo Golfarelli]], residente a Bologna, anch'essoegli membro della giuria, nonostante il bando fosse riservato ai soli artisti ferraresi.<ref>{{Cita|Trine di marmo|pp. 96-97}}</ref> Viste le vicissitudini del concorso (pare che Golfarelli presentòavesse presentato un modello copiato dal bozzetto presentato da Luigi Bolognesi, che risentito della questione, già psicolabile, si suicidò a Roma nella mattinata del 15 dicembre 1907) anche Legnani accusò sintomi non solo psicologici ma anche fisici, fino a vedersi sostituito nell'insegnamento dal supplente Longanesi-Cattani alla cattedra di ''Scultura'' nella civica scuola. Ciò non gli impedì di collaborare con la novella associazione [[Ferrariae Decus]], sorta nel 1906 grazie a [[Giuseppe Agnelli]], in [[Luigi Legnani#altre attività|svariate attività di restauratore]].<ref>{{Cita|Trine di marmo|p. 98}}</ref> Inoltre, nel 1910 inviò alla [[Elena del Montenegro|Regina Elena]] un di lei ritratto su medaglione in bronzo, ricevendo un orologio con catena d'oro come ricompensa.<ref>{{Cita|Post Mortem}}</ref><ref>{{Cita|Trine di marmo|p. 98}}</ref>
 
Si spense a Ferrara a causa di un [[aneurisma aortico]]. Al funerale parteciparono Maldarelli, Diegoli, Zuffi, Roda, Droghetti, Angelo Longanesi (reggendo i cordoni del carro) nonché Edmondo Fontana, Amerigo Ferrari, Amedeo Colla, il collezionista [[Emilio Arlotti]], l'ing. Carini e gli alunni della scuola civica, intitolata nel frattempo a ''Dosso Dossi'', tra cui Mario Sarto: quest'ultimo eseguì sia il ritratto marmoreo sulla tomba dell'insegnante sia una copia in marmo del suo ''Tancredi Trotti Mosti'' collocata al [[Museo del Risorgimento e della Resistenza (Ferrara)|Museo del Risorgimento]] (nonostante le cronache dell'epoca si dimenticarono di attribuire l'originale a Legnani).<ref>{{Cita|Trine di marmo|p. 98-99}}</ref>
 
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* ''Busto di [[Torquato Tasso]]'', 1895, marmo<ref>{{cita web|url=|titolo=Luigi Legnani Busto di Torquato Tasso|accesso=4 dicembre 2020|autore=comune.fe.it}}</ref> in [[Biblioteca comunale Ariostea|Ariostea]]<ref>{{Cita|Panzetta}}</ref> e all'Archivio di Stato di Ferrara<ref>{{Cita|Post Mortem}}</ref>
* ''Busto della Dolente'', 1897, [[Arcispedale Sant'Anna di Ferrara|Arcispedale Sant'Anna]]<ref>{{Cita|Post Mortem}}</ref>
* ''Busto di Antonio Frizzi'', 1900, marmo, Sala dei Matrimoni, Comune di Ferrara<ref>{{cita web|url=http://ww3.comune.fe.it/biblio/arte/sculture/frizzi.htm|titolo=Luigi Legnani Busto di Antonio Frizzi|accesso=4 dicembre 2020|autore=comune.fe.it}}</ref> mentre il modello in scagliola è all'Ariostea<ref>{{Cita|Post Mortem}}</ref> ed in gesso all'Archivio Storico Comunale<ref>{{Cita|Trine di marmo|pp. 89}}</ref>
* ''Busto di Giovanni Martinelli'', 1906, marmo<ref>{{cita web|url=http://ww3.comune.fe.it/biblio/arte/sculture/martinelli.htm|titolo=Luigi Legnani Busto di Giovanni Martinelli|accesso=4 dicembre 2020|autore=comune.fe.it}}</ref> Biblioteca Ariostea<ref>{{Cita|Post Mortem}}</ref>
* ''Busto'', 1907, atrio del Ricovero di Ferrara