Salone Internazionale dei Comics: differenze tra le versioni

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== Storia ==
All'inizio degli anni sessanta studiosi accademici e uomini di cultura iniziarono ad occuparsi di fumetti. Era la prima volta che un genere come il fumetto, ritenuto una forma di espressione minore e un fenomeno di sottocultura "popolare", veniva elevato a materia di studio anche accademico. Questo interesse si manifestò in vari modi, a partire dalla pubblicazione di alcuni saggi da parte di editori "seri", come quelli scritti da [[Carlo della Corte]] ed [[Umberto Eco]]. Vi fu poi la nascita di riviste di fumetti "colti", a partire da ''[[linus (periodico)|linus]]''<ref name=Restaino/>.
 
{{cn|Da allora il Salone ha percorso molta strada e altrettanta ne ha percorsa il "cartooning" e nessuno contesta più ai fumetti e ai generi contigui, come il cinema di animazione, l'illustrazione, l'umorismo grafico e la satira disegnata il diritto di qualificata cittadinanza tra i moderni mezzi d'espressione. La manifestazione ha realizzato il suo più che quarantennale impegno di lavoro nella direzione che fin dall'inizio il gruppo che aveva dato vita all'iniziativa si era prefissato quale programma: indagare su un genere fruito da milioni di individui e che ha contribuito a caratterizzare il linguaggio, i comportamenti, le mode del nostro secolo influenzando in modo non secondario gli altri "media".}}
 
{{cn|Il gruppo che si avventurò in questa impresa non era sostenuto da altro se non dal proprio entusiasmo e dal desiderio di collaborare alla conoscenza di uno dei fenomeni culturali che più hanno inciso nell'immaginario della società moderna. Questa squadra di ricercatori anticonformisti era composta da docenti universitari, giornalisti, critici, studiosi e spesso anche da semplici appassionati. Quest'ultima caratteristica era comune a tutte le categorie del gruppo.}}