Federazione dei Sette Comuni: differenze tra le versioni

Contenuto cancellato Contenuto aggiunto
Etichette: Modifica da mobile Modifica da web per mobile Modifica da mobile avanzata
Riga 92:
Il più glorioso fatto d'arme per i montanari della Reggenza avviene però negli anni tra il 1508 ed il 1509. L'imperatore [[Massimiliano I d'Asburgo|Massimiliano I]], in un inverno mite e senza neve, sale dalla Valsugana con l'intenzione di prendere alle spalle l'esercito veneto che stanzia in pianura. Pochi ma valorosi soldati dei Sette Comuni gli contendono a lungo il passo, ma l'imperatore scatena le sue bande nella conca dell'Altopiano ad incendiare e depredare. Il paese di Lusiana, con montanari di Conco e Gomarolo, riesce a fermare i nemici al passo del Pùffele, e Massimiliano ripiega ad Asiago da dove, costretto da improvvise e straordinarie nevicate, è obbligato a ritornare per la [[Val d'Assa]] verso la [[Valsugana]]. Gian Giacomo Geremia, capitano Cesareo, raggiunge ugualmente Asiago, autoproclamandosi governatore a nome di Massimiliano, ma viene umiliato e cacciato.<br />
Per punire gli altopianesi della resistenza opposta e del rifiuto del proprio governatore, Massimiliano tenta ancora, dopo aver cercato per la [[Canale di Brenta|Val Brenta]] (con fiera opposizione di ardimentosi di Foza, Enego e Valstagna che fanno precipitare sulle truppe imperiali, all'andata e al ritorno, massi dalla montagna) la via della Val d'Assa, ma gli alpigiani sbarrano la strada con tagliate e trincee da Val Scaletta al Restello, mentre il capitano veneto Angelo Caldogno si mette all'agguato con 1.000 fidi alpigiani. Giunta al Restello, l'avanguardia tedesca viene prima arrestata dai difensori dello sbarramento e poi assalita da ambo i lati dai montanari del Caldogno. Gli imperiali di Massimiliano ''funestati da ogni parte da varie e spaventose forme di uccisione e di morte'', prima indietreggiano e poi si danno a fuga precipitosa, travolgendo il resto dell'esercito che sta risalendo dalla Valsugana, incalzati dai militi settecomunigiani. È una grande vittoria per l'esercito dell'Altopiano.<br />
Dopo un ennesimo tentativo di Massimiliano di salire sull'Altopiano, e questa volta da Marostica, bloccato dai montanari di Lusiana e di Conco nel novembre 1509 presso il passo della Tortima, è la volta dei francesi del generale [[La Palisse]] che, respinto nuovamente dalla locale milizia alpigiana di Lusiana e di Conco, arretra a Marostica. Squadre montanare assaltano di sorpresa i soldati francesi di scorta ai convogli delle armi e rifornimenti: su 400 ne uccidono 200 e altri 200 vengono catturati. Non basta: nel 1513 tocca agli spagnoli: non hanno nemmeno il tempo di lambire i margini dell'Altopiano che i settecomunigiani al comando di Manfrone li assalgono all'improvviso a [[Sandrigo]], catturando armi e prigionieri. All'arrivo dei rinforzi spagnoli, i nostri si ritirano in buon ordine sulle colline attorno [[Crosara (Marostica)|Crosara]].
 
L'anno seguente, in febbraio, un migliaio di soldati teutonici al comando di Caleppino sono fermati in Val Brenta dagli uomini di [[Valstagna]] (una delle contrade annesse alla Reggenza), armati alla meglio ''con archibugi, ferri taglienti ed asce''; tutta l'avanguardia tra cui Caleppino, viene catturata e consegnata a Venezia.