Lazzaretti di Livorno: differenze tra le versioni

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[[File:Fanale di livorno.jpg|thumb|Iconografia del fanale di Livorno]]
 
I '''lazzaretti di Livorno''' furono espressione del complesso sistema sanitario che caratterizzò [[Livorno]] tra i secoli XVI e XIX.
A partire dalla sua ricostruzione voluta dai regnanti toscani nel 1577 [[Livorno]] divenne uno scalo popoloso, con un vasto emporio marittimo. Per molti aspetti il traffico commerciale della città superava quello di altri porti come [[Venezia]] e [[Genova]] portandola ad essere uno degli snodi mercantili più importanti nel [[Mar Mediterraneo|Mediterraneo]].
 
==Contesto storico==
In quel periodo Livorno divenne una città aperta e libera, la cui politica d'accoglienza verso ogni popolo si rivelò la carta vincente per aumentare il numero di residenti, questa libertà era unica nel suo genere e dovuta alle leggi introdotte dal Granduca [[Cosimo I dei Medici]] le cosiddette [[Leggi livornine]].
A partire dalla sua ricostruzione voluta dai regnanti toscani nel 1577, [[Livorno]] divenne uno scalo popoloso, con un vasto emporio marittimo. Per molti aspetti il traffico commerciale della città superava quello di altri porti come [[Venezia]] e [[Genova]] portandola ad essere uno degli snodi mercantili più importanti nel [[Mar Mediterraneo|Mediterraneo]].
 
L'enormeIn sviluppobreve portòsi anchepose con sel'attenzione dellesulle problematiche di natura sanitaria, le quali resero necessaria la realizzazione di unaun primaprimo struttura d'accoglienza[[lazzaretto]], che nacquefu sucostruito per volontà del Granducagranduca [[Cosimo I, inde' seguitoMedici|Cosimo allaI]] suae dipartitacompletato, l'edificioalla divennesua il primo [[Lazzaretto]] livornesemorte, sotto il figlio [[Francesco I de' Medici|Francesco I]].<ref>[https{{cita web|autore=A. Teoli|url=ttps://antoniateoli.blogspot.com/2016/04/i-lazzaretti-di-livorno.html|titolo=I Lazzarettilazzaretti di Livorno]|accesso= 4 gennaio 2020}}</ref>
Negli anni successivi furono avviate ulteriori politiche rivolte all'aumento della popolazione, nello specifico le politiche erano rivolte ad una cittadinanza ti tipo mercantile, nell'ottica d'incentivare i traffici portuali, per ottenere questo risultato furono accordate agevolazioni di natura fiscale alle merci in transito e immunità politica alle persone che decidevano di venire a stabilirsi nella città.
Inizialmente fu edificata una primaLa struttura che era adibita solamente allo stoccaggio delle merci e alla quarantena delle navi,; il cuisuo compimento avvenne nel periodo seguente al termine dei lavori del terzo bacino portuale (collocato nell'area attualmentelimitrofa occupata dalal Municipiomunicipio),.<ref>''Livorno Dagli Archivi della città ISBN 88-7997-065-8''.</ref> negli anni l'edificio subì delle evoluzioni funzionali e strutturali che la portarono a divenire il primo Lazzaretto di Livorno denominato "San Rocco".
 
Il granduca [[Ferdinando I de' Medici]], con l'emanazione delle cosiddette [[Leggi livornine]], gettò le basi per la creazione di un porto franco, in cui furono accolti mercanti provenienti da qualsivoglia nazione, garantendo sviluppo demografico ed economico alla città.
Le politiche ebbero il successo aspettato, l'esenzione dei dazi e le comodità logistiche introdotte dalla nuova darsena portuale, portarono Livorno a trasformarsi nella così detta “città delle nazioni”.
Negli anni successivi furono avviate ulteriori politiche rivolte all'aumento della popolazione, nello specifico le politiche erano rivolte ad una cittadinanza tidi tipo mercantile, nell'ottica d'incentivare i traffici portuali, per ottenere questo risultato furono accordate agevolazioni di natura fiscale alle merci in transito e immunità politica alle persone che decidevano di venire a stabilirsi nella città.
 
Le politiche ebbero il successo aspettato, l'esenzione dei dazi e le comodità logistiche introdotte dalla nuova darsena portuale, portarono Livorno a trasformarsi nella così dettacosiddetta “città delle nazioni”.
L'enorme sviluppo portò anche con se delle problematiche di natura sanitaria, le quali resero necessaria la realizzazione di una prima struttura d'accoglienza che nacque su volontà del Granduca Cosimo I, in seguito alla sua dipartita l'edificio divenne il primo [[Lazzaretto]] livornese sotto il figlio [[Francesco I de' Medici]].<ref>[https://antoniateoli.blogspot.com/2016/04/i-lazzaretti-di-livorno.html Lazzaretti di Livorno]</ref>
 
Inizialmente fu edificata una prima struttura che era adibita solamente allo stoccaggio delle merci e alla quarantena delle navi, il cui compimento avvenne nel periodo seguente al termine dei lavori del terzo bacino portuale (collocato nell'area attualmente occupata dal Municipio),<ref>Livorno Dagli Archivi della città ISBN 88-7997-065-8</ref> negli anni l'edificio subì delle evoluzioni funzionali e strutturali che la portarono a divenire il primo Lazzaretto di Livorno denominato "San Rocco".
 
Negli anni successivi 1613-1666 il flusso commerciale nella città continuò ad impennarsi e di pari passo crebbe anche la crisi sanitaria che costrinse i governatori a fondare ulteriori lazzaretti.
 
==Lazzaretti==
 
=== San Rocco ===
Il nome che fu[[File:Pianta scelto per questodel Lazzaretto fu quellovecchio di [[San Rocco]], inn. quantoII il(a santoLivorno).jpg|thumb|Pianta eradel veneratoLazzaretto comevecchio protettoredi dalSan flagelloRocco, della pesten. II (a Livorno)]]
Dopo la costruzione del primo lazzaretto ottagonale alla base del [[Fanale di Livorno]] voluto da [[Francesco I de' Medici]], il granduca [[Ferdinando I de' Medici|Ferdinando I]] fece erigere il lazzaretto di San Rocco, così denominato in quanto il santo era venerato come protettore dal flagello della peste.
[[File:Pianta del Lazzaretto vecchio di San Rocco, n. II (a Livorno).jpg|thumb|Pianta del Lazzaretto vecchio di San Rocco, n. II (a Livorno)]]Le fasi progettuali e di realizzazione, furono similari a quelle che avvennero nelle città di Pisa e Venezia, le quali nel XIV furono le prime ad istituire delle strutture idonee alla gestione delle quarantene., possono essere così riassunte:
 
* Nel 1592, nei pressi del vecchio lazzaretto ottagonale, furono avviati i lavori per la realizzazione della struttura, fu realizzata a forma ottagonale nell’area della scogliera attorno al [[Fanale dei Pisani]] e ideata fin da subito in maniera tale d'essere facilmente raggiungibile dai canali cittadini e dalle navi,; si provvide inoltre alla realizzazione di scali, di magazzini separati, per provviste e per lo stoccaggio delle merci e alla realizzazione di una cappella interna per le funzioni religiose.
Il Granduca Francesco I fece costruire il lazzeretto di Livorno, nell'ottica d'istituire nella città una prima linea di difesa per il suo territorio, in seguito all'aumento di casi di [[peste]] causato dal crescente traffico portuale.
 
[[File:Pianta del Lazzaretto vecchio di San Rocco, n. II (a Livorno).jpg|thumb|Pianta del Lazzaretto vecchio di San Rocco, n. II (a Livorno)]]Le fasi progettuali e di realizzazione, furono similari a quelle che avvennero nelle città di Pisa e Venezia, le quali nel XIV furono le prime ad istituire delle strutture idonee alla gestione delle quarantene.
 
Fasi seguenti :
 
* Nel 1592 furono avviati i lavori per la realizzazione della struttura, fu realizzata a forma ottagonale nell’area della scogliera attorno al [[Fanale dei Pisani]] e ideata fin da subito in maniera tale d'essere facilmente raggiungibile dai canali cittadini e dalle navi, si provvide inoltre alla realizzazione di scali, di magazzini separati, per provviste e per lo stoccaggio delle merci e alla realizzazione di una cappella interna per le funzioni religiose.
* Nel 1852 iniziò il lento declino del lazzaretto a seguito della realizzazione della [[Faro della Diga Curvilinea|Diga Curvilinea]] (il cosiddetto Molo Novo), da quel momento si preferì l'utilizzo d'altri Lazzaretti.
* Nel 1862 fu acquisito dal governo, il quale trasformo una parte della struttura in un cantiere militare.
* Nel 1866 il fanale e la struttura sottostante furono dati in concessione ai fratelli Orlando, i quali trasformarono l’intera area in un [[Cantiere navale fratelli Orlando|cantiere]] di navi in ferro, inoltre unirono il faro (che si trovava in un isolotto appena fuori dalla città) con il cantiere, interrando l’intera area.;
* Nel 1944 le truppe [[naziste]] durante la loro ritirata fecero saltare in aria con delle cariche di dinamite il fanaleFanale e la struttura ottagonale alla base, in quanto il porto era un punto cardine per l’attracco delle navi alleate.
* Nel 1956 la cittadinanza Livornese chiese più volte di ricostruire il fanaleFanale in quanto simbolo della città, la riedificazione avvenne utilizzando per quanto possibile i residui della struttura originale, fu inoltre ripristinata anche la forma originale del faro.<ref>Annamaria Mariotti, ''La storia del Faro del Porto di Livorno''.</ref>
 
===Lazzaretto del Giglio===
 
<!-- Cosa c'entra con Livorno? ===Lazzaretto del Giglio===
Realizzato nel 1622 tramite investimenti di natura privata, la sua realizzazione costò 10.000 [[Scudo (moneta)|Scudi]] ed anch'esso fu costruito a forma ottagonale ma collocato sull'[[isola del Giglio]] (penisola del Balestriere).
 
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Il lazzaretto ebbe fin dal principio evidenti problemi di natura logistica, infatti le navi mercantili che dovevano approdare al [[Porto di Livorno]] erano costrette in primo luogo a fermarsi sull'isola del Giglio e solo successivamente potevano far rotta al porto toscano, ciò comportava un’ulteriore spostamento dall'isola alla città, spesso per ovviare a questa perdita di tempo i mercantili preferivano andare ad ormeggiare al meglio attrezzato [[Porto di Genova]] che permetteva l’attracco diretto in porto, la soluzione più immediata che si trovò fu quella di spostare l'operazioni sulla più vicina e meglio difesa Isola d'Elba, al porto di [[Portoferraio]]<ref>La Sanità di C.Ciano pag. 58-61</ref>.
-->
 
===San Jacopo===
[[File:Lazzaretto di San Jacopo.png|thumb|Lazzaretto di San Jacopo]]
Tra il 1630 e il 1650 a seguito dell'apertura delle franchigie doganali ed il conseguente aumento del traffico commerciale, Livorno subì una nuova ondata di peste.<ref>B.Bruno diPortoDi Porto, ''La Nazionenazione Ebreaebrea, pag.in 237Livorno: progetto e storia di una città tra il 1500 e il 1600'', Pisa 1980.</ref>
 
Il ridotto numero di posti nei lazzaretti in proporzione al crescente flusso mercantile, costrinse gli armatori ad attraccare in porti meno sicuri nelle isole vicine, si ebbe come conseguenza un nuovo dirottamento delle rotte verso i porti più a nord, [[Genova]] e [[Porto vecchio di Marsiglia|Marsiglia]], i quali risultavano essere meglio attrezzati.
Questa situazione al limite portò il provveditore della [[Dogana]], Pandolfo Attavanti, a inoltrare una missiva al Granducato l'11 Maggio del 1643, sottolineando la gravità della situazione che dirottamento mercantile avrebbe avuto e le gravi conseguenze sulle finanze del Granducato di Toscana,; nella stessa lettera era riportato anche il suggerimento di edificare un nuovo lazzaretto per ovviare al problema.
 
Nell’arco di poche settimane dall’invio della lettera, venne scelto il luogo dove edificare il nuovo lazzaretto, che fu individuataindividuato unanella zona a sudridosso dell’attualedella [[Accademiachiesa navaledi San Jacopo in Acquaviva]],. inIn una nota dell’epoca la locazione viene così descritta: "sito della fornace, passato i cavalleggeri della Marina<ref>A. Guerrieri, "''Le preziose documentazioni del libro rosso di Dogana"'', in "Bollettino Camera di Commercio Industria e Agricoltura di Livorno", (1959) pagp. 1.</ref>".
 
Nella località vi era già un'insenatura naturale che prestava facilmente all'attracco delle [[Galeota|Galeottegaleotte]],; parte del materiale utilizzato per la costruzione fu reperito in loco da strutture fatiscenti preesistenti.
I tempi di realizzazione furono eccezionalmente rapidi per l'epoca infatti l'avvio dei lavori avvenne il 5 Giugnogiugno del 1643 e già a fine estate erano state realizzate le prime strutture per permettere l'immediato attracco delle navi.<ref>ASLI, ''Sanità'', vol. 61 pag. 88.</ref>
 
Successivamente all’edificazioneall'edificazione nacquero alcune diatribe in quanto non si pensò a legittimare l'occupazione del terreno che era di proprietà degli Eremiti[[Ordine degli agostiniani scalzi|eremiti di [[Sant'Agostino]],; la questione giuridica si protrasse a lungo, causando problemi anche negli anni seguenti per l'espansione dell'edificio.
I tempi di realizzazione furono eccezionalmente rapidi per l'epoca infatti l'avvio dei lavori avvenne il 5 Giugno del 1643 e già a fine estate erano state realizzate le prime strutture per permettere l'immediato attracco delle navi.<ref>ASLI, Sanità, vol. 61 pag. 88</ref>
 
====Primo Ampliamento ampliamento====
Successivamente all’edificazione nacquero alcune diatribe in quanto non si pensò a legittimare l'occupazione del terreno che era di proprietà degli Eremiti di [[Sant'Agostino]], la questione giuridica si protrasse a lungo, causando problemi anche negli anni seguenti per l'espansione dell'edificio.
 
====Allestimento Originario ====
Nel periodo che va dal 1643 al 1660 possiamo individuare una prima fase d'allestimento, durante la quale venne edificato uno scheletro della struttura che permise l'avvio dei primi servizi essenziali.
 
Alla fine del 1660 possiamo individuare tre aree principali:
* Lala banchina adibita allo scarico delle merci.;
*Ilil rifugio per gli equipaggi e i malati che comunicava con l'abitazione del custode, la cui posizione era vicina allo specchio d'acqua del porticciolo.;
* Ll'area di stoccaggio per le merci, protetta da una tettoia.
L'intero edificio era circondato da un muro di recinsione, la cui realizzazione ebbe termine nel 1645.
 
Nel periodo che va dal 1660 al 1705 possiamo individuare il primo ampliamento, che ebbe come conseguenza l'inizio delle controversie legali tra i padri [[Padri Agostiniani|Agostini]] e la Dogana di Livorno.
====Primo Ampliamento ====
Quest'ampliamento prevedeva la costruzione di nuove strutture nell'area a Nord,nord; il terreno risultava di fatto di proprietà dei religiosi, questione che fu risolta dall'Ingegnereingegnere Granducalegranducale [[Ferdinando Tacca]], il quale riuscì a mettere d'accordo le due parti, inoltre fu incaricato di presentare una minuziosa perizia relativa alla nuova aggiunta, nella quale era riportato in dettaglio l’esatta grandezza dell'estensione: "18 [[Staio|Stai]], 56 Pertiche pari 31.566 braccia quadrate (10.752 m.q.)", lo storico Santelli riporta testualmente "Si disegna e si comincia in quest'anno un nuovo recinto di mura al lazzaretto di San Jacopo per avere maggior piazza"<ref>''Stato Antico e Moderno'', vol. V.</ref>.
Nel periodo che va dal 1660 al 1705 possiamo individuare il primo ampliamento, che ebbe come conseguenza l'inizio delle controversie legali tra i padri [[Padri Agostiniani|Agostini]] e la Dogana di Livorno.
 
Quest'ampliamento prevedeva la costruzione di nuove strutture nell'area a Nord, il terreno risultava di fatto di proprietà dei religiosi, questione che fu risolta dall'Ingegnere Granducale [[Ferdinando Tacca]], il quale riuscì a mettere d'accordo le due parti, inoltre fu incaricato di presentare una minuziosa perizia relativa alla nuova aggiunta, nella quale era riportato in dettaglio l’esatta grandezza dell'estensione: "18 [[Staio|Stai]], 56 Pertiche pari 31.566 braccia quadrate (10.752 m.q.)", lo storico Santelli riporta testualmente "Si disegna e si comincia in quest'anno un nuovo recinto di mura al lazzaretto di San Jacopo per avere maggior piazza"<ref>Stato Antico e Moderno vol. V</ref>.
 
Altre aggiunte che avvennero in questi anni furono:
* Lala costruzione d'un abitazione (collocata nei pressi della torretta di terra) ad uso unico del custode.;
* Ilil completamento del fossato delle Fornaci, avvenuto nel nel 1688, allo scopo di permettere un più agile trasporto del materiale di scavo.
 
====Secondo ampliamento====
* La costruzione d'un abitazione (collocata nei pressi della torretta di terra) ad uso unico del custode.
* Il completamento del fossato delle Fornaci, avvenuto nel nel 1688, allo scopo di permettere un più agile trasporto del materiale di scavo.
 
====Secondo Ampliamento con immissione del fossato nel porto ====
Nel periodo che va dal 1705 al 1722 possiamo individuare un secondo ampliamento, in questa fase fu data priorità ad un'ulteriore estensione del fossato delle Fornaci e alla sua immissione nel porticciolo di San Jacopo.
 
La realizzazione dell'opera fu affidata al provveditore Gianni[[Giovanni Del Fantasia]], il quale oltre all'immissione del fossato realizzò anche un secondo bacino di forma rettangolare collocato alla foce del fossato e rafforzò il molo preesistente, con la messa in mare di una scogliera artificiale.<ref>Stato Antico e Moderno vol. V</ref>
 
====Costruzione di una nuova cinta esterna e realizzazione di un fossato esterno ====
 
Nel dicembre del 1721 nacque il progetto di porre in isola il lazzaretto,<ref>G. Guarneri, Livorno Medicea pag. 366</ref> la cui realizzazione avvenne solamente ne 1741 dopo l'avvento del [[Casato_di_Lorena|Casato di Lorena]] al governo della Toscana.
 
I Lorena in quel periodo diramarono numerosi provvedimenti sanitari nella regione, i cui effetti si riscontrarono anche a Livorno, il lazzaretto di San Jacopo divenne una struttura isolata dal resto della città per garantire alla cittadinanza una sempre maggiore sicurezza.
 
Nel dicembre del 1721 nacque il progetto di porre in isola il lazzaretto,<ref>G. Guarneri, ''Livorno Medicea'', pagp. 366.</ref>, la cui realizzazione avvenne solamente ne 1741 dopo l'avvento deldegli [[Casato_di_Lorena|CasatoAsburgo-Lorena di Toscana|Asburgo-Lorena]] al governo della Toscana.
I Lorena in quel periodo diramarono numerosi provvedimenti sanitari nella regione, i cui effetti si riscontrarono anche a Livorno.
I Lorena in quel periodo diramarono numerosi provvedimenti sanitari nella regione, i cui effetti si riscontrarono anche a Livorno, ilIl lazzaretto di San Jacopo divenne una struttura isolata dal resto della città per garantire alla cittadinanza una sempre maggiore sicurezza.
Il complesso fu così circondato da una fossato esterno e internamente ad esso fu eretto un muro di cinta con dei posti di guardia.
 
===San Leopoldo===
[[File:Lazzaretto San.Leopoldo.jpg|thumb|Lazzaretto di San Leopoldo]]
Il sistema sanitario livornese alla fine del XVII era in grado di rivaleggiare con quello degli altri porti nel Mediterraneo,. viVi era comunque un importante difetto nella sua struttura logistica, edche eraconsisteva lanela pratica degli “sciorini sul ferro”,; questo protocollo costringeva le navi che dovevano attraccare a fermarsi in una quarantena preventiva di 18 giorni nelle acque antistanti la città, esporre le proprie merci all'area aperta per l'intero periodo e solo in seguito poter essere ammesse all'interno del lazzaretto (nel quale avrebbero effettuato un’ulteriore periodo di fermo), come conseguenza le merci deterioravano esposte all'intemperie.
 
La pratica era decaduta nella maggior parte degli altri porti già dalla fine del XVII per ovviare non solo al deterioramento delle merci ma anche per ridurre le consistenti spese che gli [[Armatore|armatori]] erano costretti a sostenere per proteggersi dagli attacchi pirata e rimanere ancorati fuori dal porto.
 
La pratica era decaduta nella maggior parte degli altri porti già dalla fine del XVII per ovviare non solo al deterioramento delle merci, ma anche per ridurre le consistenti spese che gli [[Armatore|armatori]] erano costretti a sostenere per proteggersi dagli attacchi pirata e rimanere ancorati fuori dal porto.
Per ovviare a questo problema il 30 dicembre del 1779 venne emanato l’[[l'editto]] per la costruzione del lazzaretto di [[San Leopoldo]],. lL'edificio fu realizzato sotto il procuratoregranduca [[Pietro Leopoldo III d'Asburgo-Lorena|Piero Leopoldo]] nella seconda metà del 1700, che assegnò i lavori all’Ingegnerall'ingegner Innocenzo Fazzi di [[Portoferraio]] (architetto militare).
 
Il nuovo lazzaretto fu dotato delle seguenti strutture:
* Unauna zona adibita ai malati e alle quarantene.;
* Unun muro di cinta con un grande portone esterno per permettere un miglior scambio tra le merci in entrata e in uscita.;
* Unauna cappella in stile [[Rococò]] che fu così descritta dal professor Alberto Calza: “Trasmette"Trasmette una purezza ed armonia di proporzioni entrare in quel tempo”tempo" <ref>{{cita web|url=https://territoridel900.wordpress.com/2016/06/15/pietro-vigo-livorno-il-lazzaretto-s-leopoldo/|titolo=Il lazzaretto di San Leopoldo|accesso= 4 gennaio 2021}}</ref>.;
* Unauna statua che raffigurava il [[Leopoldo II d'Asburgo-Lorena|Granducagranduca Piero Leopoldo]] (scolpita da Andrea Pelliccia), collocata all'interno di una nicchia.
 
==Note storiche<ref>''Livorno Dagli Archivi della città ISBN 88-7997-065-8''.</ref>==
 
=== Disposizioni degli Ufficiali della Sanità Fiorentina<ref>ASLI, ''Sanità'', vol. 61 pag. 7-8]</ref>===
Lettera del 9 maggio 1648, intitolata “disposizioni degli Ufficiali di sanità di Firenze, fatte proprie dal granduca di Toscana, circa il modo di contenersi da parte del magistrato di sanità di Livorno nello svolgimento delle sue funzioni”.
 
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Una nave era appena sbarcata in porto e l'equipaggio stava cercando di fare rifornimento d'acqua, vi era appena stata un'importante siccità ed i marinai assetati non trovando fontane iniziano a bussare al lazzaretto per chiedere di ricaricare le botti alla fontana interna, la guardia inizialmente li respinse ma dopo poco tornarono più numerosi, riuscirono a sfondare il portone e ad accedere alla struttura, nel farlo colpirono la guardia con un sasso in testa causandole la morte.
 
=== Progetto per l'edificazione di un nuovo lazzaretto<ref>ASLI, Sanità, vol. 142 pag. 92]</ref>===
Parere dei deputati delle nazioni commercianti di Livorno del 1768, intitolato “introduzione del doppio diritto per gli Sciorini delle merci nel nuovo lazzaretto”.
 
Questo documento è una richiesta al granducato di Toscana per poter progettare un nuovo lazzaretto come soluzione al problema della gestione degli sciorini a bordo delle navi,<ref> https://www.garzantilinguistica.it/ricerca/?q=sciorino</ref> così da poter gestire l'operazione direttamente a terra.
 
Si cita anche il fatto che spesso le navi preferivano andare ad altri porti come Genova e Marsiglia, dove erano presenti dei lazzaretti all’interno delle città che permettevano di svolgere il lavoro direttamente a terra.
 
=== Autorizzazione del nuovo Lazzaretto <ref>ASLI, Governo, vol. 7 pag. 259]</ref>===
Lettera del 24 febbraio 1769, “Pietro Leopoldo autorizza la costruzione del nuovo lazzaretto affidandone la direzione al ingegner Fazzi”
 
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== Voci correlate ==
 
* [[Storia di Livorno]]
* [[Porto di Livorno]]
* [[Livorno]]
 
==Collegamenti esterni==
* {{cita web|http://www.porto.livorno.it/|Autorità Portuale di Livorno}}
* {{cita web|http://www.portolivorno.it|www.portolivorno.it}}
 
{{Portale|Livorno|Toscana|Storia d'Italia|Architettura}}
 
[[Categoria:Porti di LivornoLazzaretti|Livorno]]
[[Categoria:Porti d'ItaliaArchitetture di primaLivorno categoriascomparse]]