Manomissione: differenze tra le versioni

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Consiste nell'iscrizione dello schiavo come cittadino libero nelle liste del [[censimento]]. La portata di tale forma di manomissione è alquanto controversa per quanto concerne il diritto romano arcaico, essendo considerata come una "pratica condizione realizzativa" di una delle altre due forme. Nel diritto romano classico, invece, può a rigore considerarsi forma di manomissione di pari grado alla ''vindicta'' e alla ''testamento''.<ref name="l163"/>
 
È detta anche manomissione di censimento; i [[Censore|censori]] quando facevano il censimento, compiuto ogni 5 anni e chiamato "''lustrum''", potevano sentirsi dire dal padrone di casa: "lo schiavo non è più tra le persone schiave ma è tra le persone libere", quindi con l'iscrizione dello schiavo nelle liste del censo e, di conseguenza, tra i cittadini Romani, detti ''civites Romani''.
 
Nel corso del tempo la pratica divenne sempre meno frequente, fino a quando, in età postclassica, divenne desueta.<ref name="mmpriro" />