Aldo Bozzi: differenze tra le versioni

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== Biografia ==
[[Laurea]]to in [[giurisprudenza]], nel [[1934]] entrò in magistratura ordinaria (lavorando come aggiunto giudiziario, all’Ufficio del Massimario della Cassazione) per poi passare, nel [[1940]], al [[Consiglio di Stato (Italia)|Consiglio di Stato]], di cui,organo indel seguito,quale erasarebbe destinatopoi a diventaredivenuto Presidente di sezione<ref>[https://www.giustizia-amministrativa.it/documents/20142/41444/43_annuario_i.pdf/670a7dc6-cf50-9ec3-c297-866a43be41c3/43_annuario_i.pdf ''43° Annuario del Consiglio di Stato''], p. 18.</ref>.
 
Entrò in clandestinità, nell’ottobre del [[1943]]: «cambiata casa e fattasi crescere la barba, si rese però[...] irreperibile per non dover obbedire all’ordine di trasferimento nella [[Repubblica sociale italiana|Rsi]]»<ref>Antonella Meniconi, ''Storia della magistratura italiana''. Il Mulino, 2013, p. 242.</ref>. Tra il 1943 e il 1944 partecipò alla formazione della Resistenza romana, «collaborando col «Centro X», guidato dal generale [[Roberto Bencivenga]], pubblicando il giornale l’«[[L'Italia del popolo»Popolo (1943)|''L'Italia del Popolo'']] e, infine, fondando un partito «progressista del lavoro», che sarebbe presto confluito nella Democrazia del lavoro di [[Ivanoe Bonomi]] e [[Meuccio Ruini]]<ref>G. Focardi, ''Bozzi Aldo'', in ''Il Consiglio di Stato nella storia d’Italia. Biografie dal 1861 al 1948'', vol. II, ad vocem.</ref>.
 
Prese parte alla [[Consulta nazionale]]<ref>[[Giuseppe Vedovato]], ''Politica estera italiana alla Consulta nazionale'', Rivista di Studi Politici Internazionali, Vol. 52, No. 4 (208) (Ottobre-Dicembre 1985), p. 585.</ref> ede all'[[Assemblea Costituente (Italia)|Assemblea costituente]].
 
Si dedicò attivamente alla politica: nel giugno [[1951]], insieme con [[Bruno Villabruna]], dà origine al [[Movimento Liberale Indipendente]].
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Esponente del [[Partito Liberale Italiano]] e deputato fin dal [[1953]], fu sottosegretario alle Finanze del [[governo Segni I|primo governo Segni]] e [[Ministri dei trasporti e dell'aviazione civile della Repubblica Italiana|Ministro dei trasporti e dell'aviazione civile]] durante il [[Governo Andreotti II|secondo governo Andreotti]]<ref>La Commissione d'inchiesta parlamentare del [[1961]]-[[1962]] nata per accertare eventuali irregolarità nei lavori dell'[[Aeroporto di Fiumicino]], e presieduta da Bozzi, censurò l'operato di [[Giulio Andreotti]] e di [[Mario Cingolani]].</ref>.
 
Fu il "candidato di bandiera" del PLI alla [[Presidente della Repubblica Italiana|Presidenza della Repubblica]] nel [[Elezione del Presidente della Repubblica Italiana del 1978|1978]], mache nonsi riuscìconclusero adcon esserel'elezione elettodi [[Sandro Pertini]].
 
Nel 1985 guidò la prima commissione parlamentare, con poteri soltanto consultivi, incaricata di elaborare un progetto di revisione della parte seconda della [[Costituzione della Repubblica Italiana|Costituzione italiana]].
 
{{vedi anche|Commissione parlamentare per le riforme costituzionali}}