Zachary Taylor: differenze tra le versioni

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Appassionato dalla vita militare, il 3 maggio [[1808]] Zachary Taylor entrò nell'[[Esercito degli Stati Uniti]], ricevendo i gradi di tenente nel 7º Reggimento di fanteria. Dopo aver prestato servizio nella zona di [[New Orleans]], nel [[1811]] il giovane militare venne assegnato al fronte occidentale, nel [[Territorio dell'Indiana]], dove erano frequenti gli scontri con le tribù indiane locali. Qui assunse il comando di Fort Knox, ristabilendovi la disciplina dopo la fuga del comandante, fatto per il quale si meritò gli apprezzamenti del governatore [[William Henry Harrison]], futuro presidente.
 
Durante la [[Guerra anglo-americana|Guerra del 1812]] contro l'[[Inghilterra]], Taylor acquistò fama di eccellente militare; comandante di Fort Harrison, riuscì a respingere un attacco indiano guidato dal capo [[Tecumseh]], alleato degli inglesi, ricevendo per questo la promozione temporanea a [[maggiore]]. In seguito partecipò ad alcune spedizioni militari nella valle dell'[[Illinois]] contro indiani e inglesi: terminato il conflitto nel gennaio del [[1815]], l'ufficiale americano venne degradato a [[capitano]] per la scadenza del suo brevetto di maggiore. Deluso, diede le dimissioni dall'esercito, nel quale rientrò l'anno dopo, divenendo il comandante di numerose postazioni militari di frontiera e divenendo, alla fine del [[1826]], membro di una commissione parlamentare per migliorare la qualità e l'organizzazione dell'esercito americano.
 
Rientrato in servizio attivo, Taylor partecipò anche alla [[Guerra di Falco Nero|guerra di Black Hawk]], durata dall'aprile all'agosto del 1832 e combattuta nel [[Stati Uniti d'America medio-occidentali|Midwest]] tra la tribù [[Sauk (popolo)|Sauk]] comandata dal capo [[Falco Nero (capo indiano)|Falco Nero]] e l'esercito regolare statunitense, appoggiato dalle milizie di Illinois e [[Michigan]] per il possesso delle terre della regione. Nella [[Guerra seminole (1835-1842)|seconda guerra seminole]], durata dal 1835 al 1842, il generale divenne nel maggio del 1838 governatore militare della [[Florida]], riuscendo a debellare le ultime sacche di resistenza degli indiani [[Seminole]], ormai privi del loro carismatico capo [[Osceola (capo seminole)|Osceola]], catturato a tradimento l'anno precedente. In queste operazioni adoperò su larga scala utilizzò anche i cani di razza blood-hound, importati da [[Cuba]] per stanare i ribelli, che verso la fine del 1842 dovettero capitolare definitivamente.
 
Nell'aprile del [[1846]], allo scoppio della guerra con il [[Messico]] per il possesso del [[Texas]] e della [[California]], il presidente [[James K.Knox Polk]] nominò Taylor comandante in capo dell'esercito statunitense. Sotto il suo comando le truppe, dopo aver passato il [[Rio Grande (fiume Stati Uniti d'America)|Rio Grande]], riuscirono a sconfiggere i [[Messico|Messicani]] malgrado fossero in un rapporto per lui sfavorevole di 4 a 1. Durante la durata del conflitto Taylor riuscì a riorganizzare il suo esercito, piuttosto disorganizzato e indisciplinato, vincendo importanti battaglie a [[Battaglia di Monterrey|Monterrey]] (21-24 settembre [[1847]]) e a [[Battaglia di Buena Vista|Buena Vista]] (21-23 febbraio [[1847]]), fatto che costrinse il governo messicano a sottoscrivere, il 2 febbraio [[1848]], il [[Trattato di Guadalupe Hidalgo]], con il quale gli Stati Uniti acquisirono vastissimi territori, comprendenti Texas, California, [[Nevada]], [[Utah]], [[Nuovo Messico]] e [[Colorado]].
 
Grazie alle sue notevoli capacità di comando durante la guerra, Taylor divenne un eroe nazionale, anche se Polk non apprezzava il suo sistema di comando poco formale e la sua adesione al [[Partito Whig (Stati Uniti d'America)|Partito Whig]].