Yad Vashem: differenze tra le versioni

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== L'Istituto Internazionale di Ricerca sull'Olocausto ==
{{Approfondimento
|titolo = [[Donato a Yad Vashem "un tesoro" sottratto ai nazisti]]
|contenuto = Hack Meyer è stato un ebreo polacco ([[Ciechanów]] [[1914]]), deportato dai nazisti ad [[Auschwitz]] nel [[1942]] con i componenti della sua famiglia e tutti gli ebrei della sua città. La madre e la sorella vengono eliminate appena subito "la selezione" seguita al loro arrivo; lui e suo fratello sono invece "utilizzati" come bestie da soma per il trasporto di pesantissimi carri stracolmi degli effetti personali di ebrei internati, in un itinerario ripetitivo tra Auschwitz I ed Auschwitz II ([[Birkenau]]). Un anno dopo, anche suo fratello Gershon, debole e debilitato per il duro lavoro, non riesce a tenere più il passo e viene per questo ucciso, massacrato di botte, da un SS<ref>{{cita web|url=http://www.yadvashem.org/yv/en/exhibitions/bearing_witness/featured_artifacts_hack.asp|titolo=La storia del sopravvissuto Meyer Hack nel sito ufficiale di Yad Vashem}}</ref>. Nel [[1944]] Hack, fintosi sarto, viene trasferito nella sartoria del campo<ref name="archiviostorico.corriere.it">[http://archiviostorico.corriere.it/2009/giugno/17/Restituisce_allo_Yad_Vashem_tesoro_co_9_090617028.shtml La storia di Hach Meyer in un articolo del ''Corriere della Sera'']</ref>. E qui, che il finto sarto, accumula nel tempo, diversi preziosi trovati opportunamente nascosti negli abiti dei deportati: orologi, diamanti, anelli, catenine ed orecchini, che nasconde in una buca scavata nel campo. Hack salva quei gioielli portandoli con se anche quando è costretto ad essere "trasferito" nella [[marcia della morte]] verso il [[campo di concentramento di Dachau]]. Alla fine della guerra Hack si trasferisce a [[Boston]] negli [[Stati Uniti d'America]], chiude quei gioielli in una scatola di ferro che non apre più per non fare i conti con il ricordo del suo doloroso passato. Nel [[2006]] vede il sito dell'ente israeliano Yad Vashem e le migliaia di oggetti che il Memoriale conserva a testimonianza dell'Olocausto, pensa alla sua scatola e comincia a parlare con i suoi amici del suo contenuto. Parla anche con il suo amico regista [[Steven Spielberg]] che gli consiglia: «Esci e racconta al mondo questa storia». Hack Meyer segue il consiglio, il 15 giugno [[2009]] è a [[Gerusalemme]], ha 95 anni, "stanco" ma lucido, consegna i gioielli ai responsabili di Yad Vashem, perché siano mostrati fra tutti gli altri reperti e commenta: «Avevo bisogno di dare un posto definitivo a questi ricordi. Prima di darne uno al mio corpo»<ref name="archiviostorico.corriere.it"/>.
|allineamento = destra
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