Nanda Vigo: differenze tra le versioni

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Dopo gli studi compiuti nella sua città natale presso il liceo artistico delle [[Orsoline]] di via Lanzone<ref name=autobio>Nanda Vigo, ''Giovani e rivoluzionari. Un'autobiografia dentro l'arte degli anni sessanta'', Mimesis Edizioni, Milano-Udine, 2019, ISBN 978-88-5755-558-4</ref>, frequentò l'Institut Polytechnique di [[Lausanne]]. Ha aperto il suo primo studio nel 1959, lavorando poi tra Milano e l’[[Africa orientale]].<ref>{{Cita web|url=https://www.ad-italia.it/autore/nanda-vigo/|titolo=Nanda Vigo|sito=AD Italia|lingua=it|accesso=2020-05-18}}</ref>
 
Come architetto progettò con altri il cimitero di [[Rozzano]]; da sola firmò il progetto della casa-museo di [[Remo Brindisi]] al [[Lido di Spina]], inaugurato nel 1973. Lavorò con [[Gio Ponti]] per la ''Casa sotto la foglia'' a [[Malo (Italia)|Malo]] ([[Vicenza]]) e con [[Lucio Fontana]]. Frequentò assiduamente l'avanguardia milanese degli [[anni 1960|anni '60]] e [[anni 1970|'70]] e dal 1960 fu la compagna di [[Piero Manzoni]] fino alla sua prematura scomparsa, avvenuta nel 1963<ref name=autobio />.
 
Già nel 1971 vince l'Award New York Industrial Design e nel 1976 il primo Premio Saint Gobain per il design; mentre nel 1982 partecipa alla XL [[Biennale di Venezia]]. A seguito di una lunga carriera, nel 2013 sue opere sono entrate anche nella collezione permanente del Ministero degli Affari Esteri.<ref>{{Cita web|url=https://ilgiornaledellarchitettura.com/web/2019/09/04/le-illuminanti-intuizioni-spaziali-di-nanda-vigo/|titolo=Le illuminanti intuizioni spaziali di Nanda Vigo|autore=Nanda Vigo- Giornale dell'ArchitetturaGiornale dell'Architettura {{!}} Periodico in edizione multimediale ha detto|sito=Giornale dell'Architettura|data=2019-09-04|lingua=it-IT|accesso=2020-05-29}}</ref> Nel 2014 ha esposto al [[Museo Guggenheim (New York)|Museo Guggenheim]] di [[New York]] nella retrospettiva dedicata al Gruppo Zero.<ref>{{Cita web|url=https://www.osservatore.ch/addio-a-nanda-vigo-la-designer-della-luce_28676.html|titolo=Addio a Nanda Vigo, la designer della luce – L'Osservatore|lingua=it-IT|accesso=2020-05-28}}</ref>