Osho Rajneesh: differenze tra le versioni

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Nato Chandra Mohan Jain ([[hindi]] [[devanagari]]: चन्द्र मोहन जैन), fu noto come Acharya Rajneesh<ref>Acharya significa "insegnante", "guru" (più strettamente "precettore"); Rajneesh è un soprannome che gli era stato dato sin da ragazzo per le sue abitudini notturne di girarsene da solo per il suo villaggio e quelli limitrofi quando c'era la luna piena, e che significa appunto ”Signore della luna piena” (si pronuncia Ràj-nìsh); Shree o Shri è un termine di onore religioso, che corrisponde pressappoco all'inglese "Sir", "signore" o "venerabile", mentre Bhagwan significa "benedetto", "beato", "santo".</ref> negli anni sessanta e poi come Bhagwan Shree Rajneesh negli anni settanta e ottanta, finché il 7 gennaio 1989 annunciò pubblicamente la volontà di adottare il nome di Osho Rajneesh, che poi ridusse a Osho (dalla pronuncia ˌəʊʃɪˈænɪk della parola inglese ''oceanic''),<ref>“[[William James]] ha dato al mondo questa parola 'oceanic'. L'oceano c'è sempre stato, ma talvolta un uomo col dono dell'intuizione può vederne nuovi significati. È la prima persona a usare il termine oceanico nel senso di ampio vasto, infinito, eterno, immortale. L'oceano è sempre lì… continuano a formarsi onde dopo onde. Proprio come nell'oceano normale questo succede anche nell'oceano della consapevolezza: onda dopo onda, una gioia infinita, albe senza fine, una continua celebrazione…” Osho, ''The Invitation #16'', 1988</ref> in quanto per troppe persone l'epiteto Bhagwan conservava il significato di Dio.<ref>Il termine, già utilizzato nell'antico Giappone quale segno di rispetto per i maestri della tradizione Zen, venne riproposto in età moderna dal filosofo [[William James]] per indicare l'esperienza spirituale del «dissolversi nell'oceano dell'esistenza». Osho spiegò che «osheanic» descrive l'esperienza; mentre, per definire colui che vive quell'esperienza, utilizziamo il termine "Osho". Il termine fu usato per la prima volta da Eka nei confronti del suo maestro [[Bodhidharma]]: "O" significa "profondo rispetto, amore e riconoscenza", come pure indica "sincronicità" e "armonia". "Sho" significa "espansione multidimensionale della consapevolezza" ed esprime il "riversarsi dell'esistenza da ogni direzione". (Osho, ''La meditazione passo dopo passo'', Milano, De Agostini, 2015)</ref> (dalla pronuncia ˌəʊʃɪˈænɪk della parola inglese ''oceanic'')<ref>“[[William James]] ha dato al mondo questa parola 'oceanic'. L'oceano c'è sempre stato, ma talvolta un uomo col dono dell'intuizione può vederne nuovi significati. È la prima persona a usare il termine oceanico nel senso di ampio vasto, infinito, eterno, immortale. L'oceano è sempre lì… continuano a formarsi onde dopo onde. Proprio come nell'oceano normale questo succede anche nell'oceano della consapevolezza: onda dopo onda, una gioia infinita, albe senza fine, una continua celebrazione…” Osho, ''The Invitation #16'', 1988</ref>.
 
Osho fu un professore di [[filosofia]] fino al 1966, quando abbandonò la carriera accademica per girare il mondo come maestro spirituale.<ref name=shunyo>Ma Prem Shunyo, ''My Diamond Days with Osho: The New Diamond Sutra'', Motilal Banarsidass 1993</ref> Le sue posizioni anticonformiste suscitarono scalpore e reazioni controverse.<ref name=fitzgerald>Frances FitzGerald, ''Rajneeshpuram'', "The New Yorker", 22 e 29 settembre 1986</ref> Affermò di aver vissuto, ventunenne, l'esperienza mistica dell'[[Bodhi|illuminazione]].<ref name=mullan>Bob Mullan, ''Life as Laughter: Following Bhagwan Shree Rajneesh'', Routledge & Kegan Paul Books 1983</ref> Iniziò a viaggiare per l'[[India]], a tenere discorsi e a condurre campi di meditazione. Negli anni settanta creò un [[ashram]], a [[Pune]], che arrivò a ricevere trentamila visitatori l'anno.<ref name=fitzgerald/><ref name=carter>Lewis F. Carter, ''Charisma and Control in Rajneeshpuram: A Community without Shared Values'', Cambridge University Press 1990</ref>.