Fronte italiano (1915-1918): differenze tra le versioni

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{{Campagnabox teatri della prima guerra mondiale}}
{{Campagnabox Fronte Italiano Grande Guerra}}
Il '''fronte italiano''' o '''fronte alpino''' (in [[lingua tedesca|tedesco]] ''Italienfront'' o ''Südwestfront'', "fronte sud-occidentale"<ref>{{cita libro|cognome= |nome= |titolo= Österreich-Ungarns letzter Krieg 1914-1918 Band II|editore= Verlag der militärwissenschaftlichen Mitteilungen|città= Wien|anno= 1931|p= 505|ISBN= |lingua= de}}</ref>) comprende l'insieme delle operazioni belliche combattute tra il [[Regno d'Italia (1861-1946)|Regno d'Italia]] e i suoi [[Alleati della prima guerra mondiale|Alleati]] contro le armate di [[Impero austro-ungarico|Austria-Ungheria]] e [[Impero tedesco|Germania]] nel settore delimitato dal confine con la [[Svizzera]] e dalle rive settentrionali del [[Golfo di Venezia]] parte dei più ampi eventi della [[prima guerra mondiale]]. Il conflitto è conosciuto in Italia anche con il nome di "guerra italo-austriaca"<ref>Come appunto, si può leggere nel retro della "[[Medaglia commemorativa della guerra italo-austriaca 1915-1918|medaglia commemorativa della guerra italo-austriaca]]" coniata nel 1920. Vedi: {{cita web|url = http://www.regioesercito.it/decorazioni/meda1.htm|titolo = La decorazione italiana per commemorare la Grande Guerra e l'Unità della Nazione|accesso = 11 ottobre 2011|urlmorto = no|urlarchivio = https://web.archive.org/web/20110722051112/http://www.regioesercito.it/decorazioni/meda1.htm|dataarchivio = 22 luglio 2011}}</ref>, o "[[Quarta guerra d'indipendenza italiana|quarta guerra d'indipendenza]]"<ref>Essendo da alcune fonti visto come una sorta di conclusione simbolica del [[Risorgimento]]. Vedi: {{cita libro|cognome= Veronesi|nome= Piergiovanni|titolo= Il manuale di storia in Italia|editore= Franco Angeli|anno= 2009|p= 41}}</ref>.
 
Dopo aver stipulato un patto di alleanza con le potenze della [[Triplice intesa]] e aver abbandonato lo schieramento della [[Triplice alleanza (1882)|Triplice alleanza]], l'Italia dichiarò guerra all'Austria-Ungheria il 23 maggio 1915, iniziando le operazioni belliche il giorno dopo: il fronte di contatto tra i due eserciti si snodò nell'[[Italia]] nord-orientale, lungo le frontiere [[alpi]]ne e la regione del [[Carso]]. Nella prima fase del confronto le forze italiane, guidate dal [[Capo di stato maggiore dell'Esercito Italiano|capo di stato maggiore dell'esercito]] generale [[Luigi Cadorna]], lanciarono una serie di massicce offensive frontali contro le difese austro-ungariche nella regione del fiume [[Isonzo]], tenute dall'armata del generale [[Svetozar Borojević von Bojna]], mentre operazioni di minor portata prendevano vita sui rilievi alpini e in particolare nella zona delle [[Dolomiti]].
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[[File:Görz Brücke Isonzo.jpg|thumb|left|Il fiume [[Isonzo]], con il distrutto [[ponte di Salcano]] e la città di [[Gorizia]] sullo sfondo]]
 
Le battaglie più dure e cruente dei primi anni di guerra avvennero sul fronte dell'Isonzo. Assai meno esteso di quello dei rilievi alpinialpino, assunse fin dall'inizio grande importanza strategica nei piani italiani: sulle sue rive fu riversata la maggior parte delle risorse militari, nel tentativo di sfondare le difese austro-ungariche e aprirsi la strada verso il cuore dell'Austria mediante l'urto della 2ª Armata del generale [[Pietro Frugoni]] e della 3ª Armata del duca [[Emanuele Filiberto di Savoia-Aosta]]. Dalla conca di [[Plezzo]] al monte [[Sabotino]], che domina le basse colline davanti a Gorizia, l'Isonzo scorre tra due ripidi versanti montani, costituendo un ostacolo quasi invalicabile; così, le linee trincerate dei due eserciti dovettero adattarsi all'[[orografia]] e alle caratteristiche del campo di battaglia<ref name=fronteIsonzo>{{cita web|url = http://www.grandeguerra.ccm.it/sez_cennistorici_isonzo_it.php|titolo = Il fronte dell'Isonzo/Soška Fronta/Isonzofront|accesso = 12 ottobre 2011|urlmorto = sì|urlarchivio = https://web.archive.org/web/20111022131614/http://www.grandeguerra.ccm.it/sez_cennistorici_isonzo_it.php|dataarchivio = 22 ottobre 2011}}</ref>.
 
Gli austro-ungarici, abbandonata la vallata di [[Caporetto]], fronteggiarono i reparti italiani su una linea quasi ovunque dominante, che partiva dal [[monte Rombon]], passava per il campo trincerato di [[Tolmino]] per poi collegare il ripido versante destro del fiume con quello sinistro, in corrispondenza con le trincee del monte Sabotino. Dal Sabotino le trincee austro-ungariche difendevano la città di Gorizia, fino a oltrepassare nuovamente l'Isonzo, per innestarsi sulle quattro cime del massiccio del San Michele e proseguire infine fino al mare lungo il primo ciglione del [[Carso]], passando per [[San Martino del Carso]], [[monte Sei Busi]], [[Doberdò del Lago]], i monti Debeli e Cosich<ref name = fronteIsonzo />.
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L'altopiano del Carso era un pessimo luogo dove condurre una guerra di posizione: scavare trincee e camminamenti senza disporre di perforatrici meccaniche si rivelò quasi impossibile, visto che sotto un leggero strato di terriccio si trovava della dura roccia calcarea, e il terreno in generale non favoriva dei movimenti rapidi delle truppe. Le esplosioni dei proiettili di artiglieria scagliavano in lungo e largo frammenti di roccia che si sommavano all'effetto mortale degli [[shrapnel]]<ref>{{cita|Thompson|p. 80}}.</ref>.
 
=== GuerraIl biancafronte alpino ===
{{Vedi anche|guerra Bianca}}
[[File:Italian alpine troops.jpg|thumb|Il fronte di montagna impegnò per quasi tutta la durata del conflitto i soldati in una "guerra verticale", combattuta tra le cime delle montagne. In questa foto alcuni alpini in cordata.]]