Husayn di Giordania: differenze tra le versioni

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|consorte =
|consortedi =
|coniuge 1 = [[Sharif della Mecca|Sharīfa]] [[Dina bint 'Abd al-Hamid|DīnaDīnā bt. ʿAbd al-Ḥamīd]] (1955-1957, div.)
|coniuge 2 = [[Muna al-Hussein|Antoinette Avril Gardiner]] (1961-1972, div.)
|coniuge 3 = [['Alia al-Husayn|ʿĀlia Baha Tuqan]] (1972-1977, def.)
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=== Infanzia ed educazione ===
[[File:Koning_Hussein_met_broers_en_zus_(1950).jpg|thumb|Da sinistra a destra: Il Principe Hassan, il futuro Re Ḥusayn, la Principessa Basma e il Principe Muhammad]]
Husayn nacque ad [[Amman]] il 14 novembre [[1935]], figlio maggiore di [[Talal di Giordania|Ṭalāl bin ʿAbd Allāh]] e Zayn al-Sharaf, undici anni prima che suo nonno, l'emiro di [[Transgiordania]] [[Abd Allah I di Giordania|ʿAbd Allāh]], assumesse il titolo di re. Durante un freddo inverno di Amman, la sua sorellina, l'infanta principessa AsmāAsmāʾ, morì di polmonite, un'indicazione di quanto fosse povera la sua famiglia allora: non potevano permettersi il riscaldamento in casa.<ref>{{Cita news|lingua=en-US|nome=Judith|cognome=Miller|url=https://www.nytimes.com/1999/02/08/world/death-of-a-king-cautious-king-took-risks-in-straddling-two-worlds.html|titolo=DEATH OF A KING; Cautious King Took Risks In Straddling Two Worlds|pubblicazione=The New York Times|data=1999-02-08|accesso=2019-08-18}}</ref>
 
Ḥusayn era omonimo di suo bisnonno, [[Al-Husayn ibn Ali (sceriffo della Mecca)|al-Ḥusayn ibn ʿAlī]] (''[[sharīf]]'' della Mecca), leader della [[Rivolta araba]] del [[1916]] contro l'[[Impero ottomano]].<ref>{{Cita web|url=http://www.jordantimes.com/news/local/kingdom-remembers-sharif-hussein-bin-ali|titolo=Kingdom remembers Sharif Hussein Bin Ali|sito=Jordan Times|data=2017-06-03|lingua=en|accesso=2019-08-18}}</ref> Al-Ḥusayn ibn ʿAlī aveva dichiarato di essere un discendente agnatico della figlia di [[Maometto]], [[Fāṭima bint Muhammad|Fāṭima]] e di suo marito [[ʿAlī ibn Abī Ṭālib]], il quarto califfo. La famiglia hashemita aveva governato la Mecca per oltre 700 anni fino alla sua conquista del [[1925]] da parte della [[Dinastia saudita|casato di Saʿūd]] guidata da [[Abd al-Aziz dell'Arabia Saudita|ʿAbd al-ʿAzīz Āl Saʿūd]] e ha governato Giordania dal [[1921]].<ref>{{Cita libro|nome=Avi|cognome=Shlaim|titolo=Lion of Jordan: The Life of King Hussein in War and Peace|url=https://books.google.it/books?id=JtrCoUf7wCsC&redir_esc=y|accesso=2019-08-18|data=2009|editore=Vintage Books|lingua=en|p=2|ISBN=9781400078288}}</ref><ref>{{Cita web|url=http://edition.cnn.com/WORLD/meast/9902/07/king.hussein.obit/|titolo=CNN - Jordan's peacemaker king walked a narrow line in the Mideast - February 7, 1999|sito=edition.cnn.com|accesso=2019-08-18}}</ref> Gli Hashemiti, la più antica dinastia regnante nel mondo musulmano, sono la seconda dinastia regnante più antica del mondo (dopo la [[Casa imperiale giapponese|casa imperiale del Giappone]]).<ref>{{Cita web|url=https://web.archive.org/web/20161218105901/http://themuslim500.com/profile/king-abdullah-ii-jordan|titolo=His Majesty King Abdullah II Ibn Al-Hussein {{!}} The Muslim 500|sito=web.archive.org|data=2016-12-18|accesso=2019-08-18}}</ref>
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=== Assassinio di ʿAbd Allāh ===
Il 20 luglio [[1951]], il [[Abd Allah I di Giordania|re ʿAbd Allāh]], mentre viaggiava alla volta di [[Gerusalemme]] per compiere la sua preghiera del venerdì col giovane nipote, il principe HusaynḤusayn, fu assassinato da un uomo armato, su istigazione del [[colonnello]] ʿAbd Allāh al-Tell, ex governatore militare di Gerusalemme, e del dott. Mūsā ʿAbd Allāh al-Ḥusaynī, sui gradini di uno dei luoghi santi più importanti dell'[[Islam]], la [[moschea]] [[Moschea al-Aqsa|al-Aqsā]]. L'assassino sparò anche a HusaynḤusayn, ma il giovane principe si salvò perché pare il proiettile avesse fortuitamente colpito una medaglia che il nonno gli aveva concesso di recente, insistendo perché la indossasse.
 
=== Ascesa al potere ===
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=== Federazione con l'Iraq ===
Gli anni Cinquanta divennero noti come la "guerra fredda araba", a causa del conflitto tra li schieramenti guidati dall'Egitto nasserista e dai regni tradizionalisti guidati dall'[[Arabia Saudita]].<ref name=":8">{{Cita libro|nome=Avi|cognome=Shlaim|titolo=Lion of Jordan: The Life of King Hussein in War and Peace|url=https://books.google.com/books?id=JtrCoUf7wCsC|accesso=2019-08-21|data=2009|editore=Vintage Books|lingua=en|pp=153-159|ISBN=9781400078288}}</ref> Egitto e Siria formarono la già citata [[Repubblica Araba Unita]] il 1º febbraio [[1958]], con la presidenza della Repubblica occupata da Nasser.<ref name=":8" /> Come contrappeso, Ḥusayn e suo cugino, re [[Faysal II d'Iraq|Fayṣal II]] dell'Iraq hashemita, fondarono la [[Federazione araba]] il 14 febbraio [[1958]] in una cerimonia di Amman.<ref name=":8" /> Le due entità rivali lanciarono guerreuna sorta di guerra di propaganda l'una contro l'altra attraverso le loro trasmissioni radiofoniche.<ref name=":8" /> Le forze giordane e siriane si scontrarono a marzo lungo il confine.<ref name=":8" /> Le cospirazioni ispirate alla [[Repubblica Araba Unita]] iniziarono a emergere contro la federazione hashemita. Un ufficiale in Giordania fu arrestato per aver complottato per assassinare Ḥusayn.<ref name=":8" /> In Giordania emerse anche la notizia che la [[Repubblica Araba Unita]] stesse pianificando di rovesciare entrambe le monarchie hashemite nel luglio [[1958]].<ref name=":8" /> La Giordania reagì arrestando 40 sospetti ufficiali dell'esercito e Ḥusayn chiamò il capo dello staff dell'esercito iracheno Rafīq ʿĀref per informarlo sul complotto, ricevendo la tranquillizzante risposta che la situazione irachena era cotto controllo.<ref name=":8" /> Sebbene Fayṣal e Ḥusayn intrattenessero relazioni molto stretti, l'entourage iracheno di Fayṣal sembrava critica verso la Giordania; Ḥusayn attribuì questo atteggiamento all'influenza del principe ereditario iracheno [[Abd al-Ilah ibn Ali al-Hashimi|ʿAbd al-Ilāh]], che era stato già Reggente del Regno.<ref name=":8" />
 
Anche il governo libanese e filo-occidentale di [[Camille Chamoun]] venne minacciato di essere rovesciato da gruppi di opposizione nazionali sostenuti dalla [[Repubblica Araba Unita]].<ref name=":9">{{Cita libro|nome=Avi|cognome=Shlaim|titolo=Lion of Jordan: The Life of King Hussein in War and Peace|url=https://books.google.com/books?id=JtrCoUf7wCsC|accesso=2019-08-21|data=2009|editore=Vintage Books|lingua=en|pp=159-196|ISBN=9781400078288}}</ref> Gli iracheni inviarono una brigata in Giordania il 13 luglio su richiesta di Ḥusayn.<ref name=":9" /> La partenza della brigata irachena per la Giordania diede ai cospiratori in Iraq, guidati dal brigadiere [[Abd al-Karim Qasim|ʿAbd al-Karīm Qāsim]], l'opportunità di colpire.<ref name=":9" /> Il 14 luglio, un'unità irachena prese d'assalto il palazzo reale in Iraq, giustiziò tutti i membri della famiglia reale irachena mutilando i corpi del principe ereditario e del Primo ministro iracheno della Federazione Araba, [[Nuri al-Sa'id|Nūrī al-Saʿīd]].<ref name=":9" /> Ḥusayn ordinò una spedizione giordana guidata dallo [[Sharīf|Sharif]] [[Hussein ibn Nasser]] per reclamare il trono iracheno.<ref name=":9" /> Ḥusayn, preoccupato per un simile colpo di Stato in Giordania, rafforzò la legge marziale.<ref name=":9" /> Le truppe americane sbarcarono in Libano e in Giordania come dimostrazione di sostegno ai regimi filo-occidentali nella regione contro la marea nasserista.<ref name=":9" /> A ottobre, la situazione si era calmata e venivano richiamate le truppe occidentali.<ref name=":9" />
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Nel [[1965]] l'[[OLP]] causò problemi di ordine pubblico in tutta la Giordania, costringendo re Husayn a prendere posizione nei confronti degli immigrati [[palestinesi]] provenienti da [[Israele]]. L'organizzazione palestinese [[Fath|Fatḥ]] sotto l'OLP iniziò a organizzare attacchi transfrontalieri contro Israele nel gennaio del [[1965]], attirando spesso rappresaglie israeliane contro la Giordania.
 
=== Incidente di asal-SamuSamūʿ ===
Per tre anni il re Ḥusayn aveva incontrato clandestinamente il ministro degli Esteri israeliano, [[Golda Meir]], e il vice-Primo ministro, [[Abba Eban]], discutendo riguardo alla pace e reciproca sicurezza dei confini. In seguito HusseinḤuseyn riferì di aver chiarito, durante uno dei suoi incontri con i rappresentanti israeliani, che non avrebbe potuto tollerare pesanti ritorsioni o rappresaglie israeliane sui palestinesi nel territorio della Cisgiordania o della Giordania e che i rappresentanti israeliani avevano promesso che non ve ne sarebbero stati.<ref>Bowen 2003, p. 26 (che cita Amman Cables 1456, 1457, 11 December 1966, National Security Files (Country File: Middle East), LBJ Library (Austin, Texas), Box 146).</ref>
 
Una di queste rappresaglie fu il cosiddetto "incidente di as-Samu", un attacco lanciato da Israele il 13 novembre [[1966]] contro la città di asal-SamuSamūʿ, controllata dalla Giordania, dopo che tre soldati israeliani erano rimasti uccisi durante un giro di pattuglia da una mina terrestre del FathFatḥ.<ref name=":13">{{Cita libro|nome=Avi|cognome=Shlaim|titolo=Lion of Jordan: The Life of King Hussein in War and Peace|url=https://books.google.it/books?id=JtrCoUf7wCsC&redir_esc=y|accesso=2019-08-21|data=2009|editore=Vintage Books|lingua=en|pp=223-224|ISBN=9781400078288}}</ref> L'esercito israeliano aveva mobilitato 3.000-4.000 uomini e ne aveva inviati circa 600, con 60 mezzi binari e 11 carri armati, attraverso il confine nella Cisgiordania.
 
In quello che era giustificato come un attacco di rappresaglia contro il Fatḥ, le truppe di terra si trasferirono nel villaggio di [[Rujm al-Madfa]], a sud-ovest di [[Hebron]], e distrussero la sua stazione di polizia. Da lì, la forza maggiore di otto carri armati [[Centurion (carro armato)|Centurion]] seguita da 400 paracadutisti montati e 60 ingegneri si diresse a Samu. Nel frattempo, la forza più piccola di tre carri armati e 100 paracadutisti e ingegneri si diresse verso due villaggi più piccoli, [[Khirbet el-Markas]] e [[Khirbet Jimba]]. Quando la forza maggiore entrò a Samu, la maggior parte dei residenti della città rispose agli ordini dell'[[Forze di difesa israeliane|IDF]] di radunarsi nella piazza della città. I genieri delle trentacinque brigate di paracadutisti hanno poi dinamizzato numerosi edifici all'interno e vicino al villaggio; i rapporti sul numero totale di case distrutte vanno da 40 a 125 (rispettivamente stime IDF e Nazioni Unite). Inoltre, le Nazioni Unite hanno riferito della distruzione della clinica medica del villaggio, di una scuola di 6 classi e di un laboratorio, oltre a danni a una moschea e 28 case.<ref>{{Cita web|url=https://unispal.un.org/UNISPAL.NSF/0/F9231AE1ADCBA58C052567B40074E00F|titolo=S/PV.1320 of 16 November 1966|sito=unispal.un.org|accesso=2019-08-21}}</ref>
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[[Iraq]] e [[Siria]] offrirono programmi di addestramento per diverse migliaia di guerriglieri. Gli stati del [[Golfo Persico]], guidati dal [[Kuwait]], ed il [[Libano]] avviarono delle raccolte di fondi che permisero alle organizzazioni palestinesi di iniziare a garantire un sostegno a vita alle famiglie di tutti i guerriglieri uccisi in azione.<ref>{{Cita news|lingua=en-US|url=http://content.time.com/time/magazine/article/0,9171,838080-1,00.html|titolo=World: A BROTHERHOOD OF TERROR|pubblicazione=Time|data=1968-03-29|accesso=2019-08-27}}</ref>
 
I palestinesi ebbero un successo limitato nell'infliggere perdite alle IDF, ma re HusseinḤusayn permise loro di prendersene il merito<ref>{{Cita news|lingua=en-US|url=http://content.time.com/time/magazine/article/0,9171,839651,00.html|titolo=World: The Israeli Assessment|pubblicazione=Time|data=1968-12-13|accesso=2019-08-27}}</ref> segnando un grande riavvicinamento fra la monarchia hashemita e l'OLP.<ref name=":40" /> Tuttavia, quando le forze dell'OLP iniziarono a crescere, i [[fedayyin]] iniziarono a parlare apertamente di rovesciare la monarchia hashemita e le conseguenti tensioni con le autorità giordane alla fine fecero precipitare la situazione.
 
=== "Settembre nero" ===
[[File:Nasser and Hussein at 1964 Arab Summit.jpg|thumb|upright=0.8|left|Re HusaynḤusayn con il ''[[Raʾīs]]'' egiziano [[Gamal Abd el-Nasser]] nel 1964.]]
L'OLP in Giordania divenne più forte e all'inizio del 1970 i gruppi [[fedayyin]] iniziarono a chiedere apertamente il rovesciamento della monarchia hashemita.<ref name=":20" /> Agendo come uno stato all'interno di uno stato, i fedayyin ignorarono le leggi e i regolamenti locali e tentarono perfino di assassinare re Ḥusayn due volte, portando a violenti scontri tra loro e l'esercito giordano.<ref name=":20" /> Ḥusayn voleva cacciare i fedayyin dal paese, ma esitò a colpire perché non voleva che i suoi nemici paragonassero i combattenti palestinesi ai civili.<ref name=":20" /> Le azioni dell'OLP in Giordania culminarono nei [[dirottamenti di Dawson's Field]] del 1970 di fronte alla stampa internazionale.<ref name=":20" /> Ḥusayn vide questa azione come l'ultima goccia e ordinò all'esercito di muoversi.<ref name=":20" /> Il sovrano impose quindi la [[legge marziale]] e ordinò ai militari di fronteggiare gli scontri, facendo massacrare decine di migliaia di palestinesi. Per la feroce repressione, il mese di settembre di quell'anno è passato alla storia araba con il nome di [[Settembre nero in Giordania|Settembre nero]].
 
Il 17 settembre l'esercito giordano circondò le città che avevano una presenza dell'OLP, tra cui Amman e [[Irbid]], e iniziò a bombardare i ''fedayyin'', che si erano stabiliti nei campi profughi palestinesi.<ref name=":20" /> Il giorno successivo, una forza proveniente dalla Siria con i segni dell'OLP iniziò ad avanzare verso Irbid, che i fedayyin dichiararono una città "liberata".<ref name=":20" /> Il 22 settembre, i siriani si ritirarono dopo che l'esercito giordano lanciò un'offensiva aerea che causò pesanti perdite siriane e dopo che i jet dell'aeronautica israeliana sorvolarono le unità siriane in uno spettacolo simbolico di sostegno ada Ḥusayn, ma non si impegnarono.<ref name=":20" /> Un accordo mediato dal presidente egiziano [[Gamal Abd el-Nasser]] tra Arafat ed il re ha portato alla fine dei combattimenti il 27 settembre. Nasser morì il giorno seguente per un infarto.<ref name=":20" /> Il 13 ottobre Ḥusayn firmò un accordo con Arafat per regolare la presenza del fedayyin,<ref name=":20" /> ma l'esercito giordano attaccò di nuovo nel gennaio 1971.<ref name=":20" /> I fedayyin furono cacciati dalle città giordane uno per uno fino a quando 2.000 fedayyin si arresero dopo essere stati circondati in una foresta vicino [[Ajlun]] il 17 luglio, segnando la fine del conflitto.<ref name=":20" />
 
La Giordania permise ai ''[[fedayyin]]'' di partire per il [[Libano]] attraverso la [[Siria]], un evento che portò alla [[Guerra civile in Libano|guerra civile libanese]] nel [[1975]].<ref name=":20" /> L'[[Settembre Nero (organizzazione)|organizzazione Settembre Nero]] fu fondata lo stesso anno e prese il nome del conflitto.<ref name=":20" /> L'organizzazione rivendicò la responsabilità dell'assassinio del primo ministro giordano Wasfi Tal nel [[1971]] e del [[Massacro di Monaco di Baviera|massacro di Monaco]] del [[1972]] contro gli atleti israeliani.<ref name=":20" />
 
In un discorso al parlamento giordano il 15 marzo [[1972]], Ḥusayn annunciò il suo ''"[[Opzione giordana|piano del Regno Unito Arabo]]".''.<ref name=":22">{{Cita libro|nome=Kamal|cognome=Salibi|titolo=A Modern History of Jordan|url=https://books.google.it/books?id=7zdi2sCuIh8C&redir_esc=y|accesso=2019-08-27|data=1998-12-31|editore=I.B.Tauris|lingua=en|pp=251-252|ISBN=9781860643316}}</ref> A differenza dello statoStato unitario che era esistito tra la Cisgiordania e la Giordania durante l'annessione della Giordania in Cisgiordania (1950-1967), questo pianoPiano prevedeva due entità federali su ciascuna sponda del fiume Giordano''.''<ref name=":22" /> Secondo la proposta, i due distretti della federazioneFederazione sarebbero dovuti essere autonomi ad esclusione che per le questioni militari, estere e di sicurezza che sarebbero state determinate da un governo centrale di Amman''.''<ref name=":22" /> Ma l'attuazione del piano doveva essere subordinata al raggiungimento di un accordo di pace tra Israele e Giordania''.''<ref name=":22" /> Alla fine, la proposta di Ḥusayn fu esclusa dopo che fu respinta con veemenza da Israele, dall'OLP e da diversi statiStati arabi''.''<ref name=":22" />
=== Terzo matrimonio ===
Il Re si unì con [[Alia al Hussein|AliaʿĀlia Baha Tuqan]] il 24 dicembre 1972, che morì nel 1977 in un incidente d'elicottero ad Amman.
 
=== [[Guerra dello Yom Kippur]] ===
Dopo la guerra del 1967, [[Gunnar Jarring]] fu nominato dalle [[Nazioni Unite]] inviato speciale per il processo di pace in [[MedioVicino Oriente]], alla guida della Missione Jarring.<ref name=":23">{{Cita web|url=https://mfa.gov.il/mfa/foreignpolicy/mfadocuments/yearbook1/pages/28%20the%20jarring%20initiative%20and%20the%20response-%208%20febr.aspx|sito=mfa.gov.il|accesso=2019-08-27}}</ref> I colloqui tra i paesi arabi e Israele rimasero però ad un punto morto.<ref name=":23" /> Lo stallo portò a rinnovate paure per un'altra guerra tra paesi arabi ed Israele.<ref name=":24">{{Cita libro|nome=Avi|cognome=Shlaim|titolo=Lion of Jordan: The Life of King Hussein in War and Peace|url=https://books.google.com/books?id=JtrCoUf7wCsC|accesso=2019-08-27|data=2009|editore=Vintage Books|lingua=en|pp=358-360|ISBN=9781400078288}}</ref> Preoccupato che la Giordania fosse trascinata in un'altra guerra impreparata, Ḥusayn mandò ZaidZayd Alal-RifaiRifāʿī dal presidente egiziano [[Anwar al-Sadat]] nel dicembre [[1972]] per indagare.<ref name=":24" /> Sadat informò Alal-RifaiRifāʿī di aver programmato un'incursione limitata nel Sinai che avrebbe consentito alcune manovre politiche.<ref name=":24" /> Sadat invitò quindi Alal-RifaiRifāʿī e HusseinḤusayn ada un vertice il 10 settembre [[1973]] con lui e [[Hafiz al-Asad|HafizḤāfiẓ al-AssadAsad]] presidente della Siria.<ref name=":24" /> Il vertice si concluse con un ripristino dei legami tra Giordania, Egitto e Siria.<ref name=":24" /> Sadat rivelò ad AssadAsad e Ḥusayn la sua intenzione di avviare un'azione militare.<ref name=":24" /> Ḥusayn rifiutò la richiesta di Sadat di consentire il ritorno dei fedayyin in Giordania, ma convenne che in caso di un'operazione militare, le truppe giordane avrebbero dovuto svolgere un ruolo difensivo limitato nell'assistere i siriani nelle [[alture del Golan]].<ref name=":24" />
 
L'[[Egitto]] e la [[Siria]] lanciarono la guerra dello Yom Kippur contro Israele nel [[Penisola del Sinai|Sinai]] e nelle alture del Golan il 6 ottobre [[1973]].<ref name=":25">{{Cita libro|nome=Avi|cognome=Shlaim|titolo=Lion of Jordan: The Life of King Hussein in War and Peace|url=https://books.google.it/books?id=JtrCoUf7wCsC&redir_esc=y|accesso=2019-08-27|data=2009|editore=Vintage Books|lingua=en|pp=363-384|ISBN=9781400078288}}</ref> Secondo una rivelazione di [[Benjamin Netanyahu]] del tutto non dimostrata, nel suo libro ''A Durable Peace'' ([[1993]], aggiornato nel [[2000]]), Husayn sarebbe segretamente volato a [[Tel Aviv]] il giorno prima della guerra del Kippur per avvertire le autorità israeliane dell'imminente attacco. In cambio Israele avrebbe garantito alla Giordania la sicurezza del piccolo regno, intervenendo per stroncare qualsiasi attacco condotto contro il suo territorio. Non esiste però alcun serio riscontro a una simile affermazione. Hussein aveva incontrato segretamente il primo ministro israeliano [[Golda Meir]] a [[Tel Aviv]] il 25 settembre. Voci diffuse nel mondo arabo ventilarono l'ipotesi che il re avesse informato Meir delle intenzioni arabe.<ref>{{Cita libro|nome=P. R.|cognome=Kumaraswamy|titolo=Revisiting the Yom Kippur War|url=https://books.google.it/books?id=g1TkFQgzp5cC&pg=PA14&redir_esc=y|accesso=2019-08-27|data=2013-01-11|editore=Routledge|lingua=en|ISBN=9781136328954}}</ref> Ḥusayn discusse con Meir solo ciò che entrambi già sapevano, che l'esercito siriano era in allerta.<ref name=":25" />
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=== Quarto matrimonio ===
Il quarto matrimonio fu con la [[Nur di Giordania|Regina Nūr al-Ḥusayn]] (nata Elisabeth Najīb Ḥalabī, chiamata regina [[Noor di Giordania|Nūr]] (Luce) al-HusaynḤusayn dopo la sua conversione all'[[Islam]]).
 
=== Riavvicinamento all'Iraq ===
Nel [[1978]] HusseinḤusayn visitò [[Baghdad]] per la prima volta dal 1958 incontrando [[Saddam Hussein]].<ref name=":27" /> Quando Saddam divenne presidente dell'Iraq nel [[1979]], Husayn sostenne la [[guerra Iran-Iraq]] di Saddam che si protrasse dal [[1980]] al [[1988]].<ref name=":27" /> La relazione crebbe quando Saddam fornì alla Giordania petrolio a prezzo scontato e la Giordania permise all'Iraq di utilizzare il porto di [[Aqaba]] per le sue esportazioni.<ref name=":27" />[[File:President Carter with king Hussein of Jordan 1977.jpg|thumb|Re Husayn col Presidente statunitense [[Jimmy Carter]] nel 1977]]
Nel frattempo i rapporti con la Siria peggiorarono proprio per il sostegno militare giordano all'[[Iraq]] di [[Saddam Hussein]] nella guerra contro l'[[Iran]], sostenuto invece dalla Siria. Ciò spinse il presidente siriano [[HafizḤāfiẓ al-Assad]]Asad ad esercitare pressioni militari e diplomatiche sulla Giordania, così come a invocare la deposizione di re HusaynḤusayn e il rovesciamento della monarchia hascemita.
 
Il rapporto tra SaddamSaddām e HusaynḤusayn divenne molto stretto tanto che Husayn visitò 61 volte Baghdad tra il [[1980]] e il [[1990]]<ref name=":29" /> e Saddam usò Husayn per trasmettere messaggi a diversi paesi, tra cui [[Stati Uniti]] e [[Gran Bretagna]].<ref name=":29" /> Nel giugno [[1982]], dopo che la vittoria dell'Iran sembrava imminente, re Husayn portò personalmente a Saddam alcuni importanti rapporti fotografici d'intelligence trasmessi a lui dagli Stati Uniti.<ref name=":29" /> In cambio Saddam fornì incentivi per le esportazioni giordane in Iraq, che rappresentavano un quarto di tutte le esportazioni giordane, valutate a 212,3 milioni di dollari nel [[1989]].<ref name=":29" /> Gli aiuti iracheni migliorarono le finanze della Giordania permettendo, in parte, ad Husayn di diminuire le periodiche richieste di assistenza ai paesi del Golfo, pratica che considerava necessaria ma umiliante.<ref name=":29" /> Nell'aprile [[1986]] HusaynḤusayn fece un tentativo poco noto di sanare la frattura tra i due regimi [[Ba'athth]] di Iraq e Siria.<ref name=":29" /> L'incontro tra [[Hafiz al-Asad|HafizḤāfiẓ al-AssadAsad]] e [[Saddam Hussein]] avvenne nella base aerea di Alal-Jafr, nel deserto della Giordania orientale.<ref name=":29" /> I colloqui durarono un giorno ma furono infruttuosi.<ref name=":29" />
 
L'11 aprile [[1987]], dopo che [[Yitzhak Shamir]] era divenuto primo ministro di Israele, Husayn iniziò a dialogare direttamente con il suo ministro degli esteri Peres, a Londra.<ref name=":30">{{Cita libro|nome=Avi|cognome=Shlaim|titolo=Lion of Jordan: The Life of King Hussein in War and Peace|url=https://books.google.com/books?id=JtrCoUf7wCsC|accesso=2019-08-28|data=2009|editore=Vintage Books|lingua=en|pp=440-452|ISBN=9781400078288}}</ref> Dopo aver raggiunto un accordo con Peres sull'istituzione di una conferenza internazionale sulla pace, Shamir e il resto dei ministri del suo gabinetto respinsero la proposta.<ref name=":30" /> L'8 novembre 1987 la Giordania ospitò un vertice della Lega araba; Husayn in quel momento intratteneva buoni rapporti con i blocchi arabi rivali e fungeva da intermediario conciliante<ref name=":30" /> contribuendo a mobilitare il sostegno arabo all'Iraq contro l'Iran e agli sforzi di pace della Giordania. Husayn contribuì a porre fine al decennale boicottaggio arabo dell'Egitto iniziato dopo che unilateralmente aveva firmato un [[Trattato di pace israelo-egiziano del 1979|trattato di pace con Israele nel 1979]].<ref name=":30" /> Husayn descrisse il vertice come uno dei migliori momenti della sua vita.<ref name=":30" />
 
=== Fine della questione cisgiordano-palestinese ===
Durante il vertice della [[Lega araba|Lega Araba]] del [[1974]] tenutosi in [[Marocco]] il 26 ottobre, era stato scoperto dalle autorità marocchine un complotto didel [[FatahFath]] per assassinare Husayn al suo arrivo.<ref name=":25" /> La trama non impedì ad Husayn di unirsi al vertice, ma alla fine la Giordania dovette unirsi a tutti i paesi arabi nel riconoscere l'OLP come "l'unico rappresentante del popolo palestinese", una sconfitta diplomatica per il re giordano.<ref name=":25" /> Il rapporto tra Giordania e Stati Uniti si andò deteriorando quando la Giordania rifiutò di aderire agli [[Accordi di Camp David]].<ref name=":27">{{Cita libro|nome=Avi|cognome=Shlaim|titolo=Lion of Jordan: The Life of King Hussein in War and Peace|url=https://books.google.com/books?id=JtrCoUf7wCsC|accesso=2019-08-27|data=2009|editore=Vintage Books|lingua=en|pp=405-411|ISBN=9781400078288}}</ref> Gli Accordi formarono il trattato di pace tra Egitto e Israele e permisero il ritiro di Israele dal Sinai.<ref name=":27" /> Per il timore di un ritorno all'isolamento la Giordania condannò il [[trattato di pace israelo-egiziano del 1979]] stipulato dal presidente egiziano [[Anwar al-Sadat]], celebrando contemporaneamente una riconciliazione ufficiale con l'OLP.
 
Dopo il trasferimento dell'OLP in Libano dalla Giordania dopo il 1970, si erano verificati ripetuti attacchi e contrattacchi nel Libano meridionale tra l'OLP e Israele.<ref name=":28">{{Cita libro|nome=Avi|cognome=Shlaim|titolo=Lion of Jordan: The Life of King Hussein in War and Peace|url=https://books.google.it/books?id=JtrCoUf7wCsC&redir_esc=y|accesso=2019-08-27|data=2009|editore=Vintage Books|lingua=en|p=417|ISBN=9781400078288}}</ref> Nel [[1978]] e nel [[1982]] si verificarono due grandi incursioni israeliane in Libano. L'OLP doveva essere espulso dal Libano e [[Ariel Sharon]], ministro della Difesa israeliano, suggerì che fossero trasferiti in Giordania al fine di rovesciare la monarchia.<ref name=":28" /> Tuttavia, Arafat respinse il suggerimento di Sharon e i [[fedayyin]] furono trasportati in [[Tunisia]] sotto copertura americana.<ref name=":28" />
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La Giordania iniziò una repressione dell'OLP chiudendo i loro uffici ad Amman dopo le pressioni dell'allora ministro israeliano della difesa, [[Yitzhak Rabin]].<ref name=":29" /> La Giordania annunciò un piano di sviluppo quinquennale di 1,3 miliardi di dollari per la Cisgiordania, nel tentativo di migliorare la sua immagine nei residenti in Cisgiordania a spese dell'OLP.<ref name=":29" /> Più o meno nello stesso periodo, il re venne informato che Israele aveva venduto armi americane all'Iran, allungando così il conflitto tra Iraq e Iran.<ref name=":29" /> Nel [[1986]] la Giordania recise ogni legame politico con l'OLP<ref name="khouri">''[[Arte e Storia della Giordania]]'', [[Rami G. Khouri]]</ref>.
 
Il 9 dicembre 1987 un camionista israeliano investì quattro palestinesi in un campo -profughi di [[Gaza]], scatenando disordini che si diffusero violentemente in Cisgiordania.<ref name=":31">{{Cita libro|nome=Avi|cognome=Shlaim|titolo=Lion of Jordan: The Life of King Hussein in War and Peace|url=https://books.google.it/books?id=JtrCoUf7wCsC&redir_esc=y|accesso=2019-08-28|data=2009|editore=Vintage Books|lingua=en|pp=453-467|ISBN=9781400078288}}</ref> Ciò che iniziò come una rivolta per raggiungere l'indipendenza palestinese contro l'occupazione israeliana si trasformò in un'impennata di sostegno all'OLP, che aveva orchestrato la rivolta, e di conseguenza diminuì l'influenza giordana in Cisgiordania.<ref name=":31" /> La politica giordana in Cisgiordania dovette essere riconsiderata a seguito di rinnovati timori che Israele potesse rilanciare la sua proposta per la Giordania di diventare una "patria alternativa palestinese".<ref name=":31" /> Il segretario di Stato americano [[George P. Shultz]] istituì un processo di pace conosciuto come l'''iniziativa Scultz''<ref name=":31" /> che chiedeva che la Giordania piuttosto che l'OLP rappresentasse i palestinesi; tuttavia, quando Schultz ha contattò HusaynḤusayn in merito al piano il re ribadì la sua posizione affermando che sarebbe dovuto essere l'OLP a decidere.<ref name=":31" />
 
Gli orchestratori dell'[[Intifada]] emisero il loro decimo comunicato l'11 marzo [[1988]], esortando i seguaci a "''intensificare la pressione di massa contro l'esercito di occupazione'' [di Israele] ''ed i coloni e contro i collaboratori ed il personale del Regime giordano''".<ref name=":31" /> La deriva palestinese della Cisgiordania dallo stato giordano evidenziò la necessità di una revisione della politica giordana, ed i nazionalisti giordani iniziarono a sostenere che la Giordania sarebbe stata meglio senza i palestinesi e senza la Cisgiordania.<ref name=":31" /> Adnan Abu Oudeh, discendente palestinese consigliere politico di re Husayn, il primo ministro [[Zaid al-Rifai|Zaid Al-Rifai]], il capo dell'esercito [[Sharif Zaid Ibn Shaker|Zaid ibn Shaker]], il capo della corte reale Marwan Kasim ed il direttore deldelle [[Mukhabaràt|mukhabaratMukhābarāt]] [[Tariq Alaeddin]], aiutarono il re a preparare piani di disimpegno dalla Cisgiordania.<ref name=":31" /> Il ministero giordano degli affari dei territori occupati fu abolito il 1º luglio [[1988]], le cui responsabilità furono assegnate al dipartimentoDipartimento degli affariAffari palestinesi.<ref name=":31" /> Il 28 luglio la Giordania interruppe il piano di sviluppo della Cisgiordania.<ref>{{Cita news|lingua=en-US|cognome=Ap|url=https://www.nytimes.com/1988/07/29/world/jordan-drops-1.3-billion-plan-for-west-bank-development.html|titolo=Jordan Drops $1.3 Billion Plan For West Bank Development|pubblicazione=The New York Times|data=1988-07-29|accesso=2019-08-28}}</ref> Due giorni dopo un decreto reale dissolse la Camera dei rappresentanti, rimuovendo in tal modo la rappresentanza della Cisgiordania in Parlamento.<ref name=":31" /> In un discorso televisivo il 1º agosto, HusaynḤusayn annunciò la "recessione dei legami giuridici e amministrativi della Giordania con la Cisgiordania", essenzialmente rinunciando alle rivendicazioni di sovranità sulla Cisgiordania.<ref>{{Cita news|lingua=en-US|nome=John|cognome=Kifner|nome2=Special To the New York|cognome2=Times|url=https://www.nytimes.com/1988/08/01/world/hussein-surrenders-claims-west-bank-plo-us-peace-plan-jeopardy-internal-tensions.html|titolo=HUSSEIN SURRENDERS CLAIMS ON WEST BANK TO THE P.L.O.; U.S. PEACE PLAN IN JEOPARDY; Internal Tensions|pubblicazione=The New York Times|data=1988-08-01|accesso=2019-08-28}}</ref> La mossa revocò la cittadinanza giordana dei palestinesi in Cisgiordania (che l'aveva ottenuta da quando la Giordania aveva annesso il territorio nel [[1950]]), ma non quella dei palestinesi residenti in Giordania.<ref name=":31" /> Tuttavia, la custodia hashemita sui siti santi musulmani e cristiani di Gerusalemme fu mantenuta.<ref name=":31" /> I politici israeliani rimasero sbalorditi, pensando che fosse una manovra politica mirante a che i palestinesi potessero mostrare sostegno a Husayn, ma in seguito si resero conto che rappresentava un cambiamento nella politica della Giordania.<ref name=":31" /> In una riunione del novembre [[1988]] l'OLP accettò tutte le risoluzioni delle [[Nazioni Unite]] e accettò di riconoscere Israele.<ref name=":31" />
 
=== Relazione con Susan Cabot ===
Inoltre il re ha avuto una relazione ampiamente pubblicizzata con [[Susan Cabot]], attrice di secondo piano, attiva negli [[Anni 1950|anni cinquanta]], che fu uccisa nel 1986. Dopo che suo figlio fu incriminato dell'assassinio, HusaynḤusayn fu sospettato di esserne il padre, ma nulla è stato in merito provato.
 
=== Proteste del 1989 ===
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Il 18 aprile scoppiarono delle rivolte a [[Ma'an]] che si diffusero in altre città del sud come [[Al-Karak]] e Tafila, dove il ''[[New York Times]]'' riferì che circa 4.000 persone si erano radunate nelle strade e scontrate con la polizia,<ref name=":33" /> provocando la morte di sei manifestanti e 42 feriti e due poliziotti uccisi e 47 feriti.<ref>{{Cita news|lingua=en-US|cognome=Reuters|url=https://www.nytimes.com/1989/04/27/world/hussein-goes-on-tv-and-vows-an-election.html|titolo=Hussein Goes on TV And Vows an Election|pubblicazione=The New York Times|data=1989-04-27|accesso=2019-08-28}}</ref>
 
Nonostante il fatto che le proteste fossero state innescate da una situazione economica preoccupante, le richieste divennero politiche.<ref name=":32" /> I manifestanti accusarono il governo di ZaidZayd Alal-RifaiRifāʿī di corruzione dilagante, richiesero la revoca della legge marziale in vigore dal [[1957]] e la ripresa delle elezioni parlamentari.<ref name=":32" /> Le ultime elezioni parlamentari avevano avuto luogo nel [[1967]], poco prima che la Giordania perdesse la Cisgiordania, e quando il mandato del parlamento era terminato nel [[1971]], non si erano potute tenere nuove elezioni a causa del fatto che la Cisgiordania era sotto l'occupazione israeliana. Lo status della Cisgiordania era divenuto irrilevante dopo il disimpegno della Giordania nel 1988.<ref name=":32" />
 
HusseinḤusayn cedette alle richieste congedando Alal-RifaiRifāʿī e nominò ZaidZayd ibn ShakerShāker per formare un nuovo governo.<ref name=":32" /> Nel [[1986]] è stata approvata una nuova legge elettorale che permise la reintroduzione delle elezioni parlamentari e di procedere senza problemi.<ref name=":32" /> Il gabinetto approvò alcuni emendamenti alla legge elettorale che rimossero gli articoli relativi alla rappresentanza della Cisgiordania.<ref name=":32" /> Nel maggio [[1989]], poco prima delle elezioni, HusaynḤusayn annunciò la sua intenzione di nominare una commissione reale di 60 persone per redigere un documento di riforma chiamato ''Carta Nazionale'', un documento con un calendario di riforme e atti per la democratizzazione del paese.<ref name=":32" /> Sebbene la maggior parte dei membri della commissione fossero lealisti del regime, includeva un certo numero di personaggi dell'opposizione e dissidenti.<ref name=":32" /> Le elezioni parlamentari si svolsero l'8 novembre 1989, per la prima volta in 22 anni.<ref>{{Cita libro|nome=Dieter|cognome=Nohlen|nome2=Florian|cognome2=Grotz|nome3=Christof|cognome3=Hartmann|titolo=Elections in Asia and the Pacific: A Data Handbook|url=http://dx.doi.org/10.1093/019924958x.001.0001|accesso=2019-08-28|data=2001-11-15|editore=Oxford University Press|ISBN=9780199249589}}</ref>
 
Dato che all'epoca i partiti politici erano stati banditi, tutti i 647 candidati erano indipendenti, sebbene 22 degli 80 candidati vincitori fossero membri dei [[Fratelli Musulmani]].
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=== Neutralità nella [[Guerra del Golfo|guerra del golfo]] ===
La guerra fra Iran ed Iraq si interruppe con un cessate il fuoco mediato dalle Nazioni Unite diventato attivo nel luglio [[1988]].<ref>{{Cita libro|nome=Avi|cognome=Shlaim|titolo=Lion of Jordan: The Life of King Hussein in War and Peace|url=https://books.google.com/books?id=JtrCoUf7wCsC|accesso=2019-08-29|data=2009|editore=Vintage Books|lingua=en|p=468|ISBN=9781400078288}}</ref> HusaynḤusayn dopo il 1988 consigliò a Saddam di curare la sua immagine in Occidente visitando altri paesi e presentandosi alle Nazioni Unite per un discorso, ma senza ottenere risultati.<ref name=":34">{{Cita libro|nome=Avi|cognome=Shlaim|titolo=Lion of Jordan: The Life of King Hussein in War and Peace|url=https://books.google.it/books?id=JtrCoUf7wCsC&redir_esc=y|accesso=2019-08-29|data=2009|editore=Vintage Books|lingua=en|pp=468-506|ISBN=9781400078288}}</ref> Le relazioni tra Iraq e Giordania si svilupparono nel Consiglio di cooperazione araba (ACC), che comprendeva anche l'[[Egitto]] e lo [[Yemen]], in contrasto con il [[Consiglio di cooperazione del Golfo]].<ref name=":34" /> L'[[Invasione del Kuwait|invasione di Saddam del Kuwait]] il 2 agosto 1990 portò in sei mesi a un intervento internazionale per espellere le forze irachene dal Kuwait in quella che divenne nota come la [[guerra del Golfo]].<ref name=":34" /> L'invasione irachena del Kuwait colse di sorpresa Husayn.<ref name=":34" /> Dopo aver informato l'allora presidente americano [[George H. W. Bush]] della sua intenzione di recarsi a [[Baghdad]] per contenere la situazione,<ref name=":34" /> il re il 3 agosto si incontrò con Saddam. Durante l'incontro, quest'ultimo annunciò la sua intenzione di ritirare le truppe irachene dal Kuwait solo se i governi arabi si fossero astenuti dall'emettere dichiarazioni di condanna e non fossero state coinvolte truppe straniere.<ref name=":34" /> Mentre il sovrano si trovava sulla via del ritorno, l'Egitto emise una condanna per l'invasione irachena.<ref name=":34" /> Con sgomento di Husayn, il presidente egiziano [[Hosni Mubarak|Husni Mubarak]] rifiutò di invertire la sua posizione e chiese il ritiro incondizionato dell'Iraq dal Kuwait.<ref name=":34" /> Un vertice della [[Lega araba]] tenutosi [[Il Cairo|al Cairo]] emise una condanna dell'Iraq con una maggioranza di quattordici voti.<ref name=":34" /> Sia il Kuwait che l'[[Arabia Saudita]] videro Husayn con sospetto credendo che stesse progettando di ottenere una quota della ricchezza del Kuwait.<ref name=":34" />
 
Il 6 agosto le truppe americane arrivarono al confine tra Kuwait e Arabia Saudita, le condizioni di Saddam furono ignorate ed il ruolo di Husayn come mediatore venne minato.<ref name=":35">{{Cita libro|nome=Avi|cognome=Shlaim|titolo=Lion of Jordan: The Life of King Hussein in War and Peace|url=https://books.google.it/books?id=JtrCoUf7wCsC&redir_esc=y|accesso=2019-08-29|data=2009|editore=Vintage Books|lingua=en|pp=478-506|ISBN=9781400078288}}</ref> SaddamṢaddām annunciò quindi che la sua invasione era diventata "irreversibile" e l'8 agosto proclamò l'annessione del Kuwait.<ref name=":35" /> La Giordania, insieme alla comunità internazionale, rifiutò di riconoscere il regime iracheno installato in Kuwait.<ref name=":35" /> Gli [[Stati Uniti]], vedendo nella neutralità della Giordania uno schierarsi con Saddam, tagliarono i loro aiuti alla Giordania. Presto furono seguiti dai paesi del Golfo.<ref name=":35" /> La posizione di HusaynḤusayn nella comunità internazionale fu compromessa in maniera così grave che privatamente discusse della sua intenzione di abdicare.<ref name=":35" /> L'opinione pubblica della Giordania era in stragrande maggioranza contro l'intervento internazionale e contro i governanti del Golfo che erano percepiti come avidi e corrotti.<ref name=":35" /> La popolarità di HusaynḤusayn tra i giordani raggiunse il suo apice e dimostrazioni anti-occidentali riempirono le strade.<ref name=":35" /> Anche il fratello di Husayn, il principe ereditario Hassan, non era d'accordo con il sovrano, ma il re si rifiutò di riconoscere gli illeciti di Saddam.<ref name=":35" /> Alla fine di agosto e all'inizio di settembre Husayn visitò dodici capitali occidentali e arabe nel tentativo di promuovere una risoluzione pacifica<ref name=":35" /> terminando il suo tour volando direttamente a Baghdad per incontrare SaddamṢaddām, dove cercò di convincerlo a ritirare le sue forze.<ref name=":35" /> Saddam fu irremovibile ma accettò la richiesta di Husayn di liberare i cittadini occidentali che erano tenuti in ostaggio come scudi umani.<ref name=":35" /> Le minacce di una guerra tra Israele e Iraq stavano aumentando e, nel dicembre 1990, HusaynḤusayn un messaggio a SaddamṢaddām comunicando che la Giordania non avrebbe tollerato alcuna violazione del suo territorio.<ref name=":35" /> La Giordania inviò una divisione corazzata ai suoi confini con l'Iraq e il figlio maggiore di HusaynḤusayn, AbdullahʿAbd Allāh, era responsabile di uno squadrone di [[Bell AH-1 Cobra|elicotteri Cobra]].<ref name=":35" /> La Giordania concentrò anche le sue forze vicino al suo confine con Israele.<ref name=":35" /> Ad aggravare la situazione di deterioramento della Giordania vi fu l'arrivo di 400.000 rifugiati palestinesi dal Kuwait.<ref name=":35" /> Entro il 28 febbraio [[1991]] la coalizione internazionale [[Liberazione del Kuwait|aveva eliminato con successo le forze irachene dal Kuwait]].<ref name=":35" />
 
=== Accordo di pace con Israele ===
[[File:Flickr - Government Press Office (GPO) - PM Yizhak Rabin and Jordan's King Hussein greet each other.jpg|thumb|Il primoPrimo ministro israeliano [[Yitzhak Rabin]] e re HusaynḤusayn prima di firmare la pace tra i loro Paesi, 1994.]]
Re Husayn decise di avviare una serie di riforme significative a partire dal [[1991]].<ref name="khouri"/> La sua prima grande decisione fu togliere il bando all'attività dei [[partito|partiti]], in vigore dal [[1963]], e di revocare la legge marziale.<ref name="khouri"/>
 
Gli effetti della guerra del Golfo, le sanzioni contro l'Iraq e il flusso di rifugiati in Giordania sono stati stimati da un rapporto delle Nazioni Unite in una perdita di 1,5 miliardi di dollari su un [[prodotto interno lordo]] di 4,2 miliardi di dollari nel [[1990]] e 3,6 miliardi di dollari su un PIL di $ 4,7 miliardi nel [[1991]].<ref name=":36">{{Cita libro|nome=Avi|cognome=Shlaim|titolo=Lion of Jordan: The Life of King Hussein in War and Peace|url=https://books.google.com/books?id=JtrCoUf7wCsC|accesso=2019-08-29|data=2009|editore=Vintage Books|lingua=en|pp=507-531|ISBN=9781400078288}}</ref> La fine della guerra del Golfo permise agli Stati Uniti di svolgere un ruolo più attivo nel risolvere il [[Conflitto arabo-israeliano|conflitto israelo-palestinese]].<ref name=":36" /> L'amministrazione Bush era ancora arrabbiata con Husayn per gli eventi della Guerra del Golfo, ma si rese conto di aver bisogno della partecipazione della Giordania a qualsiasi processo di pace.<ref name=":36" /> HusaynḤusayn accettò una richiesta americana di partecipare a una conferenza di pace internazionale in modo che la Giordania potesse iniziare a riparare le sue relazioni con gli Stati Uniti e porre fine al suo isolamento politico.<ref name=":36" /> Le mosse di Husayn verso la democratizzazione nel 1989 e la sua posizione durante la guerra del Golfo del 1990 gli avevano fatto guadagnare una notevole popolarità in tutto lo spettro politico della Giordania.<ref name=":36" /> Ma quando il re sostituì il suo primoPrimo ministro conservatore, [[Mudar Badran]], con il palestinese liberale [[Taher Alal-Masri]], che era a favore dei negoziati di pace con Israele. I [[Fratelli Musulmani]], principale gruppo di opposizione della Giordania, che in quel momento occupavano 22 seggi su 80 nella Camera dei rappresentanti ed i cui membri ed il cui sostegno proveniva principalmente dai palestinesi del paese, respinsero con veemenza il nuovo primo ministro votando contro di lui durante il voto di fiducia.<ref name=":36" /> La Fratellanza si rifiutò anche di partecipare al Congresso Nazionale dove il re sperava di raccogliere il sostegno per un accordo di pace.<ref name=":36" />
 
HusseinḤusayn fu incaricato dagli Stati Uniti di formare una delegazione congiunta giordano-palestinese per partecipare alla [[Conferenza di Madrid|Conferenza di pace di Madrid]].<ref name=":36" /> La delegazione di 28 membri era composta da 14 giordani e 14 palestinesi.<ref name=":36" /> Oltre a risolvere il problema palestinese, la Giordania cercò di salvaguardare i suoi interessi in relazione a sicurezza, economia, acqua ed ambiente.<ref name=":36" /> La conferenza di pace si riunì il 30 ottobre 1991, con delegazioni che rappresentavano tutte le parti in conflitto, gli Stati Uniti e l'Unione Sovietica come co-sponsor e le Nazioni Unite come osservatore.<ref name=":36" /> La conferenza creò un quadro per i negoziati ed i rappresentanti dell'OLP si offrirono di accettare uno [[Stato di Palestina|stato palestinese]] sotto una confederazione con la Giordania.<ref name=":36" /> A casa, i Fratelli Musulmani consideravano Alal-Masri eMaṣrīe il suo governo come troppo liberali, e i Fratelli si unirono a islamisti indipendenti e formarono il [[Fronte di azione islamica]] (IAF), aumentando la propria rappresentazione a 34 membri su 80 nella Camera dei Rappresentanti, una forza abbastanza consistente da far cadere il governo con una mozione di voto di sfiducia.<ref name=":36" /> Husayn sostituì Al-Masri con il cugino [[Sharif Zaid Ibn Shaker|ZaidZāyd ibn ShakerShāker]] più conservatore.<ref name=":36" /> I successivi colloqui di pace continuarono a Washington, dal dicembre [[1991]] al settembre [[1993]].<ref name=":36" />
 
HusaynḤusayn non pote partecipare ai colloqui ed affidò questo compito al suo fratello HassanḤasan.<ref name=":36" /> HusseinḤusayn era stato ricoverato alla [[Mayo Clinic]] negli Stati Uniti dopo aver avuto problemi urologici. Gli fu rimosso il rene sinistro dopo che alcuni esami avevano mostrato che l'uretere conteneva cellule precancerose.<ref name=":36" /> Quando HusaynḤusayn venne dimesso tornò in Giordania dove ricevette il benvenuto di un eroe: un terzo della popolazione della Giordania riempiva le strade per salutarlo.<ref name=":36" /> Il 23 novembre [[1992]] tenne un discorso insolitamente aggressivo<ref name=":36" /> invitando gli estremisti sia di destra che di sinistra dello spettro politico a porre fine alla loro opposizione ai negoziati di pace, denunciando la natura non democratica dei paesi del Golfo ed invitando Saddam a introdurre la democrazia in Iraq.<ref name=":36" /> Nel frattempo, [[Yitzhak Rabin]] era divenuto primo ministro di Israele.<ref name=":36" /> Pertanto, l'OLP e i rappresentanti israeliani poterono rapidamente raggiungere un'intesa siglata con gli [[accordi di Oslo]] del [[1993]].<ref name=":36" /> Gli accordi emarginarono completamente la Giordania e la delegazione giordano-palestinese a Washington.<ref name=":36" />
 
Le elezioni parlamentari tenutesi l'8 novembre [[1993]] furono le prime elezioni multipartitiche dal [[1956]], ma il sistema di voto per rappresentanza proporzionale fu sostituito dal controverso sistema ''a un uomo, un voto''.<ref name=":37">{{Cita libro|nome=Avi|cognome=Shlaim|titolo=Lion of Jordan: The Life of King Hussein in War and Peace|url=https://books.google.it/books?id=JtrCoUf7wCsC&redir_esc=y|accesso=2019-08-29|data=2009|editore=Vintage Books|lingua=en|pp=532-546|ISBN=9781400078288}}</ref> Quest'ultimo sistema era stato introdotto per limitare la rappresentanza dell'opposizione islamista nella Camera dei Rappresentanti, promuovendo le aree a maggioranza palestinese e incoraggiando gli indipendenti rispetto ai candidati partigiani.<ref name=":37" /> Di conseguenza, i seggi dell'IAF diminuirono da 34 a 21 su 80.<ref name=":37" /> Il 25 luglio [[1994]] Rabin e HusseinḤusayn si incontrarono alla [[Casa Bianca]] e firmarono una dichiarazione che annunciava la "fine dello stato di belligeranza".<ref name=":37" /> I negoziati successivi culminarono nel [[Trattato di pace israelo-giordanico]], firmato il 26 ottobre in un cerimonia in [[Wadi Araba]].<ref>"King Hussein of Jordan: A Political Life", in ''Middle East Journal'' 63, no. 2 (Spring 2009): 334-335; Matthew C. Hughes, "Lion of Jordan: The Life of King Hussein in War and Peace", in ''Middle East Journal'', 64, no. 2 (Spring 2010), pp. 310-311.</ref><ref name=":37" /> Il trattato era il risultato di oltre 58 incontri segreti in 31 anni tra HusaynḤusayn e leader israeliani.<ref name=":37" /> Il trattato riconosceva il ruolo della Giordania nella custodia dei luoghi santi di Gerusalemme, ruolo molto desiderato da Arafat che aveva cercato di ottenere una simile posizione.<ref name=":37" /> {{cn|Tuttavia questi accordi in realtà segnarono solo una maggiore apertura verso il dialogo, poiché Israele non rese la Cisgiordania a re HusaynḤusayn, continuò a trattenere per sé 2/3 dell'acqua del Giordano e non mutò molto la sua politica nei confronti degli emigranti palestinesi.}} Le relazioni della Giordania con gli Stati Uniti furono notevolmente migliorate: il debito della Giordania per un valore di 700 milioni di dollari venne condonato dal [[Congresso degli Stati Uniti d'America|Congresso degli Stati Uniti]], e l'amministrazione di [[Bill Clinton]] autorizzò un consistente flusso di aiuti alla Giordania.
 
=== Ultimi anni ===
Il 4 novembre 1995 Yitzhak Rabin fu assassinato da un estremista ebreo, che mirava a minare gli sforzi di pace di Rabin con i palestinesi.<ref name=":37" /> A causa dello stretto rapporto instaurato con il primo ministro israeliano Yitzhak Rabin durante i negoziati del trattato, Husayn venne invitato, per rendergli omaggio, a tenere un discorso durante il funerale di Rabin.<ref name=":37" /> Il funerale, tenutosi a Gerusalemme, fu per il sovrano giordano la seconda volta nella sua vita nella parte israeliana della città e la prima volta dal [[1967]].<ref name=":37" /> Husayn tracciò parallelismi tra l'assassinio di Rabin e l'assassinio di suo nonno nel [[1951]].<ref name=":37" /> Secondo il [[Grande Oriente d'Italia]] tanto re HusaynḤusayn che Rabin furono membri della [[Massoneria]]<ref>[https://www.grandeoriente.it/chi-siamo/la-storia/ Chi siamo, la storia] sul sito ufficiale del GOI.</ref>.
 
La firma da parte della Giordania di un trattato di pace con Israele fu accolta con disprezzo dal presidente siriano [[Hafiz al-Asad|HafizḤāfiẓ al-AssadAsad]].<ref name=":38">{{Cita libro|nome=Avi|cognome=Shlaim|titolo=Lion of Jordan: The Life of King Hussein in War and Peace|url=https://books.google.it/books?id=JtrCoUf7wCsC&redir_esc=y|accesso=2019-08-29|data=2009|editore=Vintage Books|lingua=en|pp=547-560|ISBN=9781400078288}}</ref> La [[Central Intelligence Agency|CIA]] consegnò al re un rapporto dettagliato nel dicembre 1995, avvertendolo di un complotto siriano per assassinare lui e suo fratello Hassan.<ref name=":38" /> Un mese dopo, la CIA inviò a Hussein un altro rapporto in cui avvertiva la Giordania di trame irachene per attaccare obiettivi occidentali in Giordania per minare la sicurezza della Giordania per il suo sostegno all'opposizione irachena. Dopo il 1995, Husayn divenne sempre più critico nei confronti del dominio di Saddam in Iraq.<ref name=":37" /> In Israele, [[Shimon Peres]] del [[Partito Laburista Israeliano|partito laburista]] di sinistra e [[Benjamin Netanyahu]] del partito [[Likud]] di destra, erano in competizione per la carica di primo ministro.<ref name=":38" /> La popolarità di HusaynḤusayn in Israele aveva raggiunto il picco dopo la firma del trattato di pace e si prevedeva che esprimesse il proprio sostegno per un candidato.<ref name=":38" /> Il sovrano inizialmente rimase neutrale, ma invitò Netanyahu ad Amman alla vigilia delle elezioni.<ref name=":38" /> Le elezioni generali israeliane tenute il 29 maggio 1996 videro la vittoria di Netanyahu.<ref name=":38" />
 
Il supporto di HusaynḤusayn a Netanyahu finì presto.<ref name=":39">{{Cita libro|nome=Avi|cognome=Shlaim|titolo=Lion of Jordan: The Life of King Hussein in War and Peace|url=https://books.google.it/books?id=JtrCoUf7wCsC&redir_esc=y|accesso=2019-08-29|data=2009|editore=Vintage Books|lingua=en|pp=567-581|ISBN=9781400078288}}</ref> Le azioni di Israele durante il [[massacro di Qana]] del [[1996]] nel sud del [[Libano]], in cui trovarono la morte 106 civili libanesi ed altri 116 furono feriti, la decisione del governo Likud di costruire insediamenti a Gerusalemme est e gli eventi sul [[Monte del Tempio]] in cui si verificarono scontri tra la polizia palestinese e quella israeliana a seguito della decisione di Netanyahu e del sindaco di [[Gerusalemme]] [[Ehud Olmert]] dii aprire un varco per il tunnel del [[Muro Occidentale]], generarono un tumulto contro Netanyahu nel mondo arabo.<ref name=":39" /> Il 9 marzo [[1997]], HusaynḤusayn inviò a Netanyahu una lettera di tre pagine che esprimeva la sua delusione.<ref name=":39" />
 
Quattro giorni dopo, il 13 marzo, un soldato giordano che pattugliava i confini tra Giordania e Israele vicino all'[[Isola della Pace]], uccise sette studentesse israeliane e ne ferì altre sei.<ref name=":39" /> Il re, che era in visita ufficiale in [[Spagna]], tornò immediatamente a casa recandosi nella città israeliana di [[Beit Shemesh|Bet Shemesh]] per esprimere le proprie condoglianze alle famiglie in lutto e chiederne il perdono.<ref name=":39" /><ref>{{Cita web|url=http://edition.cnn.com/WORLD/9703/16/israel.hussein/index.html|titolo=CNN - With condolence visit to Israel, King Hussein spurs talks - Mar. 16, 1997|sito=edition.cnn.com|accesso=2019-08-29}}</ref> Il suo gesto fu accolto molto calorosamente in Israele ed il re inviò alle famiglie un milione di dollari in totale a titolo di risarcimento per le perdite.<ref name=":39" /> Il soldato responsabile venne ritenuto mentalmente instabile da un tribunale militare giordano e condannato a 20 anni di prigione.<ref name=":39" />
 
In seguito emersero scontri tra forze israeliane e gruppi militanti palestinesi a Gaza e in Cisgiordania.<ref name=":39" /> La moglie di HusaynḤusayn, in seguito, affermò che suo marito aveva problemi a dormire dichiarando: "''Tutto ciò per cui aveva lavorato per tutta la sua vita, ogni relazione che aveva diligentemente costruito sulla fiducia e sul rispetto, ogni sogno di pace e prosperità che aveva avuto per i figli della Giordania, si era trasformandosi in un incubo. Non sapevo davvero quanto altro Husayn potesse reggere''".<ref name=":39" />
 
Il 27 settembre [[1997]] un numero compreso tra sei ed otto agenti del [[Mossad]] entrarono in Giordania usando falsi passaporti canadesi e tentarono di assassinare il cittadino giordano [[Khaled Mesh'al]], capo del gruppo militante islamista palestinese [[Hamas]]<ref name=":39" />, su disposizione del [[Primi ministri di Israele|primo ministro]] [[Benjamin Netanyahu]] e del suo governo<ref name="jpost">{{Cita news|lingua=en|url=http://www.jpost.com/Features/In-Thespotlight/This-Week-in-History-The-failed-assassination-of-Mashaal|titolo=This Week in History: The failed assassination of Mashaal|editore=The Jerusalem Post|data=29 settembre 2011|accesso=29 giugno 2017}}</ref>.
 
Due agenti del Mossad seguirono Mesh'al nel suo ufficio e gli iniettarono un veleno mortale in un orecchio.<ref name="jpost" /> Le autorità giordane scoprirono l'attentato e arrestarono due degli agenti impegnati nel tentativo. I due agenti furono quindi trattenuti dalla polizia giordana, mentre gli altri sei si nascosero nell'ambasciata israeliana.<ref name=":39" /> HusaynḤusayn tre giorni prima del tentativo di omicidio stava lavorando a una tregua di 30 anni tra Hamas e Israele, dopo che Hamas aveva lanciato due attacchi su Gerusalemme.<ref name=":39" /> Furioso, il sovrano incontrò un delegato israeliano che tentò di spiegare la situazione; il re disse in un discorso pubblico sull'incidente che sentiva che qualcuno gli "aveva sputato in faccia".<ref name=":39" /> Le autorità giordane chiesero a Netanyahu di fornire un antidoto per salvare la vita di Mesh'al, ma Netanyahu si rifiutò di farlo.<ref name=":39" /> La Giordania quindi minacciò di assaltare l'ambasciata israeliana e catturare il resto della squadra del Mossad, ma Israele sostenne che sarebbe stato contrario alle [[Convenzioni di Ginevra]].<ref name=":39" /> La Giordania rispose che le Convenzioni di Ginevra "non si applicano ai terroristi" e una squadra operativa speciale guidata dal principe [[Abd Allah II di Giordania|ʿAbd Allāh]] fu incaricata dell'operazione.<ref name=":39" /> HusseinḤusayn chiamò il presidente americano Clinton e chiese il suo intervento, minacciando di annullare il trattato se Israele non avesse fornito l'antidoto.<ref name=":39" /> In seguito Clinton riuscì a ottenere l'approvazione di Israele per rivelare il nome dell'antidoto e si lamentò di Netanyahu.<ref name=":39" /><ref>Vedi [http://www.webgaza.net/gaza_strip/gaza/people_profiles/Yassin_Sheik_Ahmad.htm link]</ref> Khaled Mesh'al si riprese, ma le relazioni della Giordania con Israele si deteriorarono e le richieste israeliane di contattare il re furono respinte.<ref name=":39" /> Gli agenti del Mossad furono rilasciati dalla Giordania dopo che Israele accettò di rilasciare 23 prigionieri giordani e 50 palestinesi tra cui lo sceicco [[Ahmed Yassin]], fondatore e leader spirituale di Hamas.<ref name=":39" />
 
La crescente opposizione in Giordania al trattato di pace con Israele portò HusaynḤusayn a porre maggiori restrizioni alla libertà di parola.<ref name=":39" /> Numerosi dissidenti furono incarcerati tra cui [[Laith Shubeilat]], un eminente islamista e critico accanito del re, che venne rilasciato pochi mesi dopo.<ref>{{Cita news|lingua=en-US|cognome=Reuters|url=https://www.nytimes.com/1996/11/10/world/king-hussein-gives-his-foe-ride-from-jail.html|titolo=King Hussein Gives His Foe Ride From Jail|pubblicazione=The New York Times|data=1996-11-10|accesso=2019-08-29}}</ref> Tuttavia, la repressione portò i gruppi di opposizione in Giordania a boicottare le elezioni parlamentari del 1997.<ref name=":39" />
 
Nel [[1998]] la Giordania rifiutò una richiesta segreta di Netanyahu di attaccare l'Iraq usando lo spazio aereo giordano dopo averche il Premier israeliano aveva sostenuto che SaddamṢaddām possedeva non meglio precisate "armi di distruzione di massa".<ref name=":39" />
 
=== Morte e sepoltura ===
Re HusaynḤusayn morì di [[linfoma non Hodgkin]] all'età di 63 anni il 7 febbraio [[1999]], dopo quasi quarantasette anni di regno, durante i quali era sfuggito ad attentati, complotti, insurrezioni e guerre, sino a farne il più longevo monarca del moderno [[Vicino Oriente]]. Il sovrano soffrì della malattia per molti anni e a causa di questo soggiornò regolarmente alla [[Mayo Clinic]] a [[Rochester (Minnesota)|Rochester]], nel [[Minnesota]], sottoponendosi a trattamenti medici. Dopo un'ultima fallimentare terapia, venne deciso di riportare il sovrano ad Amman affinché potesse spegnersi nel suo Paese. Poco prima della morte mutò la [[Costituzione]] giordana, per poter diseredare il fratello [[Principe Hasan di Giordania|Hasan]], erede al trono da numerosi decenni, e designare il proprio primogenito [[Abd Allah II di Giordania|ʿAbd Allāh]] come suo successore.
 
I funerali di HusaynḤusayn, l'8 febbraio, videro una partecipazione popolare stimata in 800.000 giordani in lutto e un altissimo numero di rappresentanti stranieri tra i quali il Presidente statunitense [[Bill Clinton]] accompagnato dai suoi predecessori [[Gerald Ford]], [[Jimmy Carter]] e [[George H. W. Bush]], il Presidente russo [[Boris Nikolaevič El'cin]], i massimi vertici politici israeliani e palestinesi (inclusi il primo ministro [[Benjamin Netanyahu|Netanyahu]] e lo stesso [[Yasser Arafat]]) e quasi tutti i capi di Stato arabi, tra cui il vecchio nemico [[Hafiz al-Assad|Assad]].<ref>[http://www1.adnkronos.com/Archivio/AdnAgenzia/1999/02/08/Esteri/GIORDANIA-AMICI-E-NEMICI-AI-FUNERALI-DI-RE-HUSSEIN_180200.php GIORDANIA: AMICI E NEMICI AI FUNERALI DI RE HUSSEIN]</ref>
 
Venne sepolto nel cimitero di famiglia, accanto al padre [[Talal di Giordania|Ṭalāl]] e al nonno [[Abd Allah I di Giordania|ʿAbd Allāh]].
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== Discendenza ==
Hussein e [[Dina bint 'Abd al-Hamid]] ebbero:
* AliaʿĀlia (n.1956), si è sposata nel [[1977]] con Sayyid NasserNāṣer MirzaMīrzā, dal quale ha poi divorziato nel [[1987]], e si è risposatorisposata una seconda volta nel [[1988]] con Sayyid MohammedMoḥammed al-SalehṢāleḥ. Ha avuto figli da entrambi.
 
Dal matrimonio tra il Re e [[Muna al-Husayn]] nacquero:
* [[Abd Allah II di Giordania]] (nato nel [[1962]]). Attuale sovrano regnante di Giordania. Sposato con [[Rania di Giordania|RaniaRāniya al-Yāsīn]], hanno avuto quattro figli;
* [[Faysal bin al-Husayn]] (n.1963), ha fatto carriera nell'esercito, diventando [[Tenente generale|Tenente Generale]], in precedenza [[comandante (grado militare)|Comandante]] dell'Aeronautica militare. Si è sposato con Aliya Tabaa, dalla quale ha avuto tre figlie e un figlio;
* ʿĀʾisha bint HusaynḤusayn (n.1968), ha fatto carriera nell'esercito, diventando [[Brigadier generale|Brigadier Generale]] delle Forze Militari di Giordania. Si è sposata con Sayyid ZeidZayd JumaJumʿa, dal quale ha avuto un figlio e una figlia;
* Zayn bint Husayn (n.1968), si è sposata con Sayyid Majdi al-Saleh, con il quale ha avuto un figlio, una figlia e ha adottato una bimba.
 
L'Il sovrano Hashemita e [[Alia al Hussein|AliaʿĀlia Baha Tuqan]] ebbero:
* Haya bint HusaynḤusayn (n.1972), si è sposata con [[Mohammed bin Rashid Al Maktum]], sovrano di [[Dubai]];
* [[Ali ibn al-Husayn (Emiro)|Ali bin al-Husayn]] (n.1975.), si è sposato con Rym Brahimi, dalla quale ha due figli;
* AbirʿAbir (n.1972), fu adottata nel [[1976]]; si occupa della Oldfields Prep School a Glencoe, [[Maryland]], USA.
 
Dal quarto matrimonio tra HusseinḤusayn e la [[Nur di Giordania|Regina Nūr al-Ḥusayn]] nacquero:
* HamzaḤamza bin al-Husayn (n.1980), si è spostatosposato con Nur bint AsemʿAsem, dalla quale ha poi divorziato, e si è risposato con Basmah Bani-Ahmad;
* Hashim bin al-HusaynḤusayn (n.1981), si è sposato con la principessa Fahda, con la quale ha un figlio;
* ImanĪmān binbint al-HusaynḤusayn (n.1983);
* RaiyahRaiya bin al-HusaynḤusayn (n.1986).
 
== Titoli e trattamento ==