Vallebona: differenze tra le versioni

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== Storia ==
{{Vedi anche|Principato di Seborga}}
[[File:Vallebona in Alpes-Maritimes 1805.svg|thumb|left|Mappa del [[Alpi Marittime (dipartimento)|Dipartimento delle Alpi Marittime]] nel 1805, con Vallebona nel cantone di [[Bordighera]].]]
 
Il borgo fu fondato molto probabilmente nel [[medioevo]], grazie alla favorevole valle che risultò fertile e ben coltivabile, da cui ne trarrebbe il [[toponimo]] di ''vallis bona''. Così come altri borghi e villaggi della [[Liguria]] occidentale divenne dominio dei [[Lascaris di Ventimiglia|conti di Ventimiglia]] che assoggettarono il paese fino al 1686.
 
Esiste la copia di un documento datato al 954, in cui un marchese Guido, conte imperiale di [[Ventimiglia]], in partenza per la [[Spagna]] per portare aiuto a re Alfonso (''in subsidium illustris D.ni Ildefonsi, regis Hispanie'') che combatteva ''contra perfidos Saracenos'', avrebbe donato in feudo delle proprietà situate a [[Seborga]] e a Vallebona ai monaci benedettini dell'[[abbazia di Lerino]]<ref name="Alliez45">Alliez: Histoire du monastère de Lérins, Volume 2, p. 45. Questo autore, come già il Gioffredo fin dal XVII secolo, e attualmente la totalità degli studi accademici, non ritiene possibile la datazione del 954. Infatti, oltre gli anacronismi contenuti nella copia del documento, nel cartulario di Lerino - risalente alla metà del XII secolo - non vi è traccia del presunto documento del 954. Si veda, ad esempio, Romeo Pavoni, ''La frammentazione politica del Comitato di Ventimiglia'' in ''Le Comté de Vintimille et la famille comtale'', Colloque des 11 et 12 octobre 1997, Menton, Mentone, Société d'art et d'histoire du Mentonnais, 1998, pp. 99 - 130, p. 100: "Poiché anteriormente al 1177 nessun Guido compare tra i conti di Ventimiglia se non quello del celebre falso del 954 e Guido Guerra, non può trattarsi che di quest'ultimo". Cioè l'autore della donazione del feudo di Seborga a Lerino risulterebbe in realtà il conte Guido vissuto tra il 1105 e il 1167 circa. Da ultimo si veda Laurent Ripart, ''L'identité lérinienne au miroir de l'un de ses prieurés : la pseudo-donation du marquis Guy à Saint-Michel de Vintimille'', in ''Lérins, une île saint de l'Antiquité au Moyen Age, monachisme lérinien'', 'Actes du colloque de Nice-Lérins', a cura di Y. Codou et M. Lauwers, Turnhout, Brepols, 2010, p. 545-559.</ref>. Nel documento vengono anche citati un "Luigi, imperatore dei Romani", Tommaso, ''comite Sabaudie'' (nonché ''fratre uxoris mee'') e un Raimondo, ''marchione Montisferrati'', ovvero personaggi e titoli inesistenti nell'anno 954.<ref name=Alliez477>Alliez, ''Histoire'', 2, allegato X, p. 477. Il primo ad essere titolato come marchese di Monferrato fu [[Ranieri I del Monferrato]] nel 1111; la contea di Savoia sorse con [[Umberto I Biancamano]] (980-1048), considerato il capostipite della dinastia sabauda in quanto primo personaggio storico definito “Conte“, in un documento del 1003 dal vescovo Oddone di Belley; [[Ottone I di Sassonia]] nel 954 fu soltanto [[re dei Franchi Orientali]].</ref>.
 
Tuttavia, una donazione del [[feudo]] di ''Castrum Sepulchri'' di Seborga (comprendente anche Vallebona) a Lerino, da parte di un Guido conte di Ventimiglia, non databile nel 954, sembra ritenuta valida nel corso di un processo risalente al 1177, conservato in [[copia conforme all'originale|copia autentica]] dell'anno 1305.<ref>La donazione di Guido conte di Ventimiglia è citata, senza specificarne la data in cui avvenne; il regesto del documento del 13 luglio 1177 è consultabile nel sito istituzionale degli Archives Départementales des Alpes-Maritimes, p. 312: http://www.cg06.fr/cms/cg06/upload/decouvrir-les-am/fr/files/instrurecherche_turin-09.pdf : MAZZO 2 FASCICOLO 4 ORIGINALE, e Transonto della Sentenza proferta dal Vescovo, e Consoli di Vintimiglia sovra Le diferenze vertenti tra L'Abbate del Monastero di S.t Onorato di Lerino, et Li Sindici della Città di Vintimiglia per Causa del Castello della Seborga, giurisdizione, e Confini d'esso Luogo delli 13 luglio 1177</ref> Infatti, nella seconda metà del XII secolo il comune di Ventimiglia pretese che il feudo di Seborga diventasse parte del proprio territorio. Iniziò quindi una causa con l'[[Abbazia di Lerino|abate di Lerino]] e il 13 luglio 1177<ref>Primo Giovanni Embriaco, ''Vescovi e signori: la Chiesa albenganese dal declino dell'autorità regia all'egemonia genovese : secoli XI-XIII'', Bordighera Istituto internazionale di studi liguri, sezione Ingauna, 2004, p. 86.</ref><ref>Alcuni autori riportano come data della sentenza il 13 luglio del 1173 (Cfr. Andrea Gandolfo,La provincia di Imperia: storia, arti, tradizioni, Volume 1)</ref> fu emessa la sentenza da parte del [[Diocesi di Ventimiglia-San Remo|vescovo di Ventimiglia]] e dei consoli ventimigliesi che riconobbero il lascito del conte Guido, in base all'atto di donazione (''quod per privelugium bullatum bulla dicti comitis comprobabat'') e alla testimonianza di dodici maggiorenti locali.<ref>{{cita|Cais di Pierlas 1884|p. 125.}}</ref> La maggioranza degli storici accademici ammette l'autenticità dell'atto del 1177, ma non mancano autorevoli autori che pongono in discussione anche l'atto del 1177 ritenendolo un falso dell'anno 1305.<ref>Jansen, pp. 32-33.</ref>
 
Nel 1181 la [[Repubblica di Genova]], che aveva esteso i suoi domini sino a [[Nizza]], dichiarò di assumere la protezione delle [[isole di Lerino]] e quindi anche del feudo di Seborga; in realtà, di fatto continuò a dipendere politicamente e amministrativamente come altri borghi e villaggi della [[Liguria]] occidentale dalla [[Contea di Provenza]] sotto il dominio dei [[Lascaris di Ventimiglia|conti di Ventimiglia]] che assoggettarono il paese fino al 1686.
 
Da tale data aderì alla Magnifica Comunità degli Otto Luoghi assieme ai centri di [[Bordighera]], [[Borghetto San Nicolò]], [[Camporosso]], [[San Biagio della Cima|San Biagio]], [[Sasso (Bordighera)|Sasso]] e [[Soldano]]; una comunità indipendente, ma sotto il controllo della [[Repubblica di Genova]], che si autogovernò fino alla dominazione napoleonica di fine Settecento.