Binocolo: differenze tra le versioni

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Per usi prevalentemente [[Radiazione solare|diurni]] del binocolo (dall'alba al tramonto), è sufficiente una pupilla d'uscita tra 2 e 3 mm, mentre per usi tipicamente [[Crepuscolo|crepuscolari]], sono necessarie pupille d'uscita più grandi, in genere tra 6,2 e 7,1 mm (o anche di più).
[[File:Curva Adeguata (pu-lum).jpg|miniatura|448x448px|Curva Pupilla/Luminosità. L'apertura dell'iride o la pupilla d'uscita del binocolo nelle varie situazioni luminose.]]
I valori intermedi (fra 3 e 6 mm circa) vengono usati soprattutto per i binocoli "tuttofare" (fra 3,6 e 4,2 mm), che cercano di contenere il peso e le dimensioni. Ma finiscono per essere usati anche nelle osservazioni notturne del cielo stellato, la cui dimensione della pupilla più utile, dipende molto dalla luminosità degli oggetti osservati, nonché dall'inquinamento luminoso del cielo. Ad esempio, in Italia e in Europa in genere, [https://www.green.it/wp-content/uploads/2016/06/inquinamento-luminoso.jpg l'inquinamento] è alto, ed è spesso difficile sfruttare una pupilla maggiore di 4 mm. Per osservare la Luna non serve una grande pupilla, anzi è preferibile usare binocoli con valori inferiori a 2 mm, e quindi, i tipici binocoli "astro" 10x50 e 10x70 sono qui inutili, eddiventando èpiù certoutile e preferibile (ad esempio) un modello 25x25, adeguatamente costruito (ad esempio). In più, la pupilla dell'iride che produce la miglior visione dei dettagli, attenuando le aberrazioni dell'occhio, è generalmente intorno a 3,6 mm (+/- 0,4 mm), apertura corrispondente anche al punto medio di tensione tra [[miosi]] e [[midriasi]].
 
Il discorso della ''luminosità'' (intesa come effetto finale della possibilità-capacità di osservare chiaramente gli oggetti) non termina con la pupilla d'uscita. Il binocolo 10x50 risulterà sempre più efficace, rispetto al 8x40 (quando l'iride dell'occhio è aperto almeno a 5 mm). In quel caso, a parità di tutti gli altri fattori, il maggior ingrandimento rende il binocolo 10x50 più "potente". E spesso viene usato un '''indice di merito''' (nominale) che giustamente coinvolge anche il valore dell'ingrandimento.