Primitivo (vitigno): differenze tra le versioni
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== Storia ==
La storia del primitivo si perde nella notte dei tempi. Giunto in Puglia con ogni probabilità dall'altra sponda dell'
I primi documenti
Collegandoci alla origine, il suo
Da alcune citazioni si può dedurre con certezza che agli inizi del [[XIX secolo]] il primicerio don Francesco Filippi Indelicati e gli altri viticoltori, diffusero il primitivo di Gioia del Colle in [[Terra di Bari (provincia)|terra di Bari]] e Brindisi e in [[terra d'Otranto]] (le odierne [[Provincia di Taranto|province di Taranto]] e [[Provincia di Lecce|Lecce]]). Intorno al [[1820]], il primitivo venne introdotto anche a [[Turi]], [[Cassano delle Murge|Cassano]], [[Sammichele di Bari|Sammichele]], [[Noci (Italia)|Noci]], [[Castellana Grotte]].
Per evidenziare quale fosse la complessità della situazione vitivinicola barese, insieme al primitivo vitigno fondamentale
Se
▲Per evidenziare quale fosse la complessità della situazione vitivinicola barese, insieme al primitivo vitigno fondamentale, si coltivavano [[uva di Troia]], [[Bombino nero]], Notardomenico, [[Aleatico]], Amanera.
Questo [[Ampelografia|quadro ampelografico]] rimase invariato fino agli albori del [[XX secolo]] quando si ebbe la distruzione della vite ad opera della [[Daktulosphaira vitifoliae|fillossera]]. La fillossera, originaria dell'est degli [[Stati Uniti d'America]], ha provocato una grave crisi della viticultura europea a partire dal [[1863]]. Ci sono voluti trent'anni per superarla, ricorrendo all'innesto della vite europea su quella americana. Nel 1869 in [[Francia]], [[Victor Pulliat]] creò la società regionale di viticultura di [[Lione]] e organizzò delle conferenze e dei corsi di istruzione sulle radici resistenti per rigenerare i vitigni francesi attaccati dalla fillossera. La situazione ampelografica nel [[1908]] nella [[provincia di Bari]] andava verso un graduale miglioramento: vennero coltivate le prime barbatelle con piede americano e nel [[1912]] iniziò ad intensificarsi per merito di agricoltori con mentalità più avanzata fra quali l'on. [[Vito Luciani]]
▲Se nelle [[Murge]] il primitivo iniziò a brillare di luce propria, sarà poi nelle soleggiate terre salentine ed in particolare in quelle circostanti, quali gli agri di [[Manduria]], [[Sava (Italia)|Sava]], [[Lizzano]] e [[Maruggio]], favorevoli al miglioramento delle sue qualità. Quest'ultimo viaggio del primitivo lo si dovette alle nozze della contessina Sabini di Altamura e Don Tommaso Schiavoni-Tafuri di [[Manduria]]. La nobildonna infatti portò dalla sua città natale alcune barbatelle scelte dalla preziosa pianta, una specie di dote che il marito manduriano seppe sfruttare molto bene.
▲La situazione ampelografica nel [[1908]] nella [[provincia di Bari]] andava verso un graduale miglioramento: vennero coltivate le prime barbatelle con piede americano e nel [[1912]] iniziò ad intensificarsi per merito di agricoltori con mentalità più avanzata fra quali l'on. [[Vito Luciani]], sottosegretario di stato di Gioia del Colle (1910-11), e poi dopo la [[Prima guerra mondiale|guerra mondiale]] [[Ministero per le Terre liberate dal Nemico|Ministro delle terre liberate]], il quale ricostruì i vigneti su piede americano scoprendo la resistenza alla fillossera diffondendo così la cultura monovarietale o quasi.
E visto che il [[primitivo di Manduria]] era più alcolico, corposo e di colore vellutato con riflessi violacei, i francesi scelsero proprio questo vino. Nacque così la vocazione al taglio del primitivo di Manduria, anche se più che una vocazione, lo si dovrebbe definire un matrimonio d'interesse.
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