La vita è bella: differenze tra le versioni

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== Trama ==
{{citazione|Questa è una storia semplice, eppure non è facile raccontarla. Come in una favola c'è dolore, e come in una favola è piena di meraviglia e di felicità.|La voce di Giosuè adulto ([[Omero Antonutti]]) che funge da incipit al film.}}
In[[regno d'Italia (1861-1946)|Italia]], [[1939]]. Guido Orefice è un uomo italiano di origine [[ebraismo|ebraica]] che, si è trasferitotrasferitosi dalla campagna toscana e, si reca dallo zio ad [[Arezzo]] con l'amico Ferruccio. Durante il tragitto, dove viene scambiato per il re [[Vittorio Emanuele III di Savoia|Vittorio Emanuele III]], incontra una giovane maestra elementare di nome Dora, a cui subito dà il soprannome di principessa, innamorandosene. Arrivato in città, viene ospitato da suo zio Eliseo, [[maître]] del Grand Hotel, dove Guido inizia a lavorare come cameriere. Quello stesso giorno, in municipio, avviene un litigio con Rodolfo, arrogante e pomposo burocrate [[fascismo|fascista]], in seguito al quale entrambi si danno il nome di "scemo delle uova", perché Guido appoggia alcune uova nel cappello di Rodolfo che, quando lo indossa, gli si rompono sulla testa.
 
Un giorno Guido, incontrando nuovamente Dora, scopre che è fidanzata con Rodolfo. Intanto, all'hotel, il cameriere fa anche amicizia con il dottor Lessing, un medico tedesco appassionato, come lui, di indovinelli. Saputo che un ispettore scolastico ospite dell'hotel è convocato il giorno dopo in una scuola elementare per una lezione [[antropologia|antropologica]] a favore della [[razza ariana]], trova uno stratagemma per sostituirsi a costui pur di incontrare Dora che insegna nella stessa scuola. Il vero ispettore arriva quando la lezione ha già ormai ridicolizzato l'obiettivo iniziale e Guido, fuggito poi da una finestra, ha raggiunto il suo scopo. Una sera Dora va a teatro con Rodolfo e i suoi amici: Guido la segue e, con un altro stratagemma, la porta via dal fidanzato e fanno una passeggiata insieme. Mentre la accompagna a casa sua, Guido le confessa infine il proprio amore per lei. Qualche sera dopo, proprio al Grand Hotel, Rodolfo è in procinto di festeggiare il fidanzamento ufficiale con Dora, la quale non è mai stata veramente innamorata di lui, ma costretta al connubio dalla madre: la donna quindi decide di contraccambiare i sentimenti di Guido e, al termine della serata, va via con lui, che entra nel ristorante sul cavallo bianco dello zio Eliseo, incurante che sul dorso dell'animale ignoti avessero scritto "cavallo ebreo" (è già incominciata infatti la [[leggi razziali del 1938|discriminazione razziale]]). A Rodolfo non rimane che incappare nell'ennesimo uovo, stavolta un grande uovo di struzzo etiope coloniale, che si rompe sulla sua testa. Guido e Dora si sposano e dal loro amore nasce Giosuè.