Madrigale: differenze tra le versioni

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La dimensione produttiva del madrigale musicale cinquecentesco, di cui si conservano a stampa circa 40.000 brani, è tale che supera ampiamente l'intera produzione polifonica vocale non liturgica di tutte le altre forme vocali profane e di tutte le lingue europee messe insieme, e rappresenta un vertice di comunicazione musicale tardo rinascimentale, che tocca e influenza quasi tutta la produzione musicale europea del XVI e del XVII secolo.
 
Nel [[XVI secolo]] si ha quindi la sua piena affermazione: nel [[1520]] viene pubblicato a [[Venezia]] un libro di musiche di [[Bernardo Pisano]] su testi del [[Francesco Petrarca|Petrarca]] che, vicine al [[mottetto]] fiammingo, possono costituire l'atto di nascita del madrigale cinquecentesco insieme con i ''Madrigali nuovi da diversi eccellentissimi musici'', raccolta di musiche, edita a Venezia nel [[1533]], di [[Costanzo Festa]], [[Sebastiano Festa]], [[Philippe Verdelot]], [[Jacobo de Toscana]] e [[Maistre Jan]]. Il nuovo madrigale è una fusione della ''frottola'' con la [[polifonia]] francese e fiamminga e infatti i maggiori compositori sono soprattutto fiamminghi, come [[Adrian Willaert]], del quale è la ''Musica Nova'' del [[1539]], [[Jacques Arcadelt]], [[Cipriano de Rore]]. Quest'ultimo, autore di armonie complesse e di contrappunti intricati, cura l'adesione della musica al testo con ritmi variati e una declamazione raffinata; la sua musica continuò a essere studiata per almeno tutto il secoletvosecolo, servendo di modello ai compositori successivi tanto che nel [[1577]] fu stampata una sua raccolta di madrigali a scopo didattico.
 
I compositori della seconda metà del secolo, sulla scia del de Rore, dedicano particolare cura alla corrispondenza del testo con la musica, attraverso ricerche [[scala cromatica|cromatiche]] ed espressive, con effetti d'[[eco]] e contrappunto, fino a giungere alla cosiddetta ''musica visiva'', in cui si fanno corrispondere a sillabe testuali come ''sol, mi, fa, re'' le note omonime, a utilizzare le note ''nere'' (o, al contrario, le note ''bianche''), per esprimere sentimenti di tristezza o di gioia, a innalzare la melodia in corrispondenza di parole come ''cielo'' e facendola scendere in corrispondenza di parole come ''profondo'' e simili<!-- affermazione POV, finendo così col perdere di vista lo spirito del testo -->. Tra i madrigali non è vero mulla glt 4cua3.hfewstimadrigalisti più rigorosi sono il fiammingo [[Orlando di Lasso]], [[Giovanni Pierluigi da Palestrina]], autore di madrigali profani e sacri, il veneziano [[Andrea Gabrieli]], che adotta il [[recitativo]] corale e il dialogo, il nipote [[Giovanni Gabrieli]], [[Luca Marenzio]].
 
=== Il madrigale del '500/'600 ===