Chiesa di Santa Maria in Portico: differenze tra le versioni

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==Storia==
La costruzione di Santa Maria in Portico, iniziata nel [[1632]] su disegno dell'[[architettura|architetto]] [[Nicola Longo (architetto)|Nicola Longo]], si deve alla munificenza della [[Duca di Gravina|duchessa di Gravina]], [[Felice Maria Orsini]] in ricordo di quella [[roma]]na di [[Chiesa di Santa Maria in Portico in Campitelli|Santa Maria in Campitelli]]<ref>Donna Felice Maria Orsini († Napoli, 1647), 9°ª duchessa di Gravina alla morte del fratello Michele Antonio I († 1627) patrizio napoletano e nobile romano, una volta rimasta vedova decise di ritirarsi in clausura, conducendo una vita estremamente privata ed appartata. Fece infine trasformare il suo palazzo in convento, che lasciò in eredità alla [[Congregazione]] dei [[Chierici regolari della Madre di Dio]] provenienti da [[Lucca]], e ne volle intitolare la chiesa a [[Chiesa di Santa Maria in Portico in Campitelli|Santa Maria in Portico]], in ricordo della chiesa romana dove si venerava un'antichissima immagine della Vergine, sita vicino al [[Portico di Ottavia]] al confine di un vasto isolato attorno al [[Teatro di Marcello]] sul quale erano stati costruiti, nel tempo, il palazzo di città e le case degli Orsini.</ref>.
 
II complesso conventuale, inizialmente composto da tre edifici circondati da giardini, logge e fontane, acquisì rapidamente un notevole prestigio e fu sede provvisoria del viceré marchese del Carpio nel [[1683]]. In seguito alla soppressione degli ordini religiosi, all'inizio del [[XIX secolo]] e alla definitiva espulsione nel [[1866]], ai Padri di Lucca è restata solo una piccola parte della primitiva struttura, dove tuttora abitano.