Umanesimo: differenze tra le versioni

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==== La riscoperta della dimensione classica e l'antropocentrismo ====
Francesco Petrarca è uno dei fondatori dell'umanesimo<ref>{{Cita|Garin|p. 26}}; {{Cita|Cappelli|p. 31}}.</ref>. La netta spaccatura che egli operò rispetto al passato in materia filosofica e letteraria produssedel sessorodusse la nascita di quel movimento rivoluzionario che spingerà la nuova ''élite'' intellettuale ad affermare la dignità dell'uomo in base alle proprie capacità intrinseche, l'autonomia identitaria della cultura classica<ref>Con l'umanesimo petrarchesco, difatti, i classici vengono visti nella loro condizione storica, e non più interpretati secondo l'esegesi cristiana operata nel [[Medioevo]]. Così {{Cita|Garin|p. 21}}:{{Citazione|Proprio l'atteggiamento assunto di fronte alla cultura del passato, al passato, definisce chiaramente l'essenza dell'umanesimo. E la peculiarità di tale atteggiamento...va collocata...in una ben definita coscienza storica. I "barbari" [i medioevali] non furono tali per aver ignorato i classici, ma per non averli compresi nella verità della loro situazione storica.}}</ref> e l'uso di quest'ultima per costruire un'etica in netta contrapposizione con la [[Scolastica (filosofia)|Scolastica]] di stampo aristotelico<ref>{{Cita|Cappelli|p. 39}}:{{Citazione|Tra Venezia, Padova e Bologna dominava l'aristotelismo scolastico: Petrarca vi oppone il suo cristianesimo spiritualista, venato di platonismo e di stoicismo, e la sua morale fondata su una lettura attenta e laica dei classici.}}</ref>, vista come lontana dal proposito di indagare la natura dell'anima umana<ref group="N">Petrarca aveva fondato una filosofia che «profondamente avversa alle vuote dispute delle scuole, è indagine sulla vita degli uomini», come ricorda {{Cita|Garin|p. 30}}. Rifacendosi al pensiero [[Neoplatonismo|neoplatonico]] cristiano di [[Agostino d'Ippona|sant'Agostino d'Ippona]], il letterato aretino basa l'esistenza sulla conoscenza intima di sé stessi, filtrata attraverso lo studio dei classici e la preghiera, per poi procedere alla comunione con l'intero ecumene umano:{{Citazione|Perciò il viaggio...alla scoperta dell'anima propria, fu insieme la conquista di un più solido legame con gli altri uomini.|{{Cita|Garin|p. 28}}}}</ref>. Lo studio di tale identità deve portare a una vivificazione dell'antico<ref>Significativa la sintesi di {{Cita|Abbagnano, 1|p. 5}}:{{Citazione|L'umanesimo rinascimentale non è soltanto l'amore e lo studio della sapienza classica e la dimostrazione del suo accordo con la verità cristiana; è anche e soprattutto la volontà di ripristinare nella sua forma autentica tale sapienza, di intenderla nella sua effettiva realtà storica.}}</ref>, consistente nello studio e culto della parola (vale a dire la [[filologia]]), da cui parte la comprensione dell'antichità classica con tutti i suoi valori etici e morali<ref>Petrarca poneva, come conseguenza dello studio dei classici, l'apprendimento dell'etica greco-romana, un'etica virtuosa cui doveva corrispondere, nella vita quotidiana, un'ortoprassi identica. La teoria, esposta nella ''[[Familiares|Fam]].'' I, 9, è riportata da {{Cita|Garin|p. 26}}.</ref>. Ugo Dotti sintetizza il programma culturale petrarchesco:
 
{{Citazione|Elogio dell'operosità umana, le lettere come nutrimento dell'anima, lo studio come fatica incessante e inarrestabile, la cultura come strumento del vivere civile: questi i temi proposti dal Petrarca.|{{Cita|Dotti|p. 534}}}}