Al-Hasan ibn Gannun: differenze tra le versioni

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Sistemo note e bibliografia
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== Biografia ==
=== Guerra con il Califfato di Cordova ===
Salì al trono dopo l'abdicazione del fratello [[Abu l-Aysh Ahmad|Abū l-ʿAysh Aḥmad]], che abbandonò il trono dopo essere stato sconfitto a [[Tangeri]] dagli [[Omayyadi]] del [[Califfato di Cordova]]. Approfittando della debolezza dei sostenitori degli Omayyadi in [[Maghreb]], al-Ḥasan attaccò territori maghrebini degli Omayyadi.<ref name="Ballestín Navarro 2004, p. 75">Ballestín {{Cita|Navarro 2004, |p. 75}}.</ref> Nell'agosto del 972, il Califfo [[al-Hakam II ibn Abd al-Rahman|al-Ḥakam II]] inviò contro gli [[Idrisidi]] il generale Qāsim ibn Muḥammad ibn Tumlus e l'ammiraglio Ibn al-Rumahis.<ref name="Ballestín Navarro 2004, p. 75"/> Le forze [[al-Andalus|andaluse]] riconquistarono Tangeri, e, dopo numerose battaglie vittoriose, riuscirono ad espugnare la capitale idriside [[Assila]]. <br>
Il sultano al-Ḥasan inflisse una pesante sconfitta alle forze andaluse a Mahran, dove caddero 1500 tra i migliori soldati andalusi, tra cui lo stesso generale Ibn Tumlus.<ref name="Ballestín Navarro 2004, p. 76">Ballestín {{Cita|Navarro 2004, |p. 76}}.</ref> Questo massacro aumentò il desiderio del califfo al-Ḥakam II di distruggere gli Idrisidi.<ref name="Ballestín Navarro 2004, p. 76"/> Al-Ḥasan adottò una strategia di molestie, agguati e incursioni contro le forze omayyadi.<ref name="Ballestín Navarro 2004, p. 78">Ballestín {{Cita|Navarro 2004, |p. 78}}.</ref> Valoroso, audace e crudele, al-Ḥasan partecipava di persona ai combattimenti.<ref name="Ballestín Navarro 2004, p. 84">Ballestín {{Cita|Navarro 2004, |p. 84}}.</ref><br>
Il califfo di Cordova mandò in [[Maghreb al-Aqsa]] uno dei suoi migliori generali, [[Ghalib ibn Abd al-Rahman al-Saqlabi|Ghālib ibn ʿAbd al-Raḥmān al-Saqlabī]].<ref name="Ballestín Navarro 2004, p. 78"/> Nell'agosto 973 ricevette i rinforzi guidati dal governatore [[Tugibidi|tugibide]] di [[Saragozza]].<ref name="Ballestín Navarro 2004, p. 78"/>
 
Nel settembre 973 al-Ḥasan fuggì con i suoi uomini più fedeli nella fortezza di [[Hajar al-Nasar]].<ref name="Ballestín Navarro 2004, p. 78"/> Abbandonato dalla maggior parte dei suoi sostenitori e duramente assediato, al-Ḥasan capitolò nel marzo del 974.<ref name="Ballestín Navarro 2004, p. 78"/> Con i suoi ultimi seguaci e le loro famiglie, fu inviato a [[Cordova]], come aveva concordato con Ghālib prima di consegnare la fortezza.<ref>Ballestín {{Cita|Navarro 2004, |p. 85}}.</ref>
 
=== Esilio a Cordova, Egitto e ripresa del potere ===
Dopo essere rimasto un po' a [[Cordova]], dove fu trattato bene, venne espulso nel 975 o nel 976, rifugiandosi nell'[[Egitto]] [[fatimide]].<ref>Ballestín {{Cita|Navarro 2004, |p. 154}}.</ref><ref name="Lévi Provençal, 1957, p. 431">{{Cita|Lévi -Provençal, 1957, |p. 431}}.</ref> La sua espulsione è stata una delle misure prese dal ciambellano [[Yaáfar al-Mushafi]] durante la malattia finale di[[al-Hakam II ibn Abd al-Rahman|al-Ḥakam II]], per assicurare la salita al trono di [[Hisham II ibn al-Hakam|Hishām II]].<ref name="Ballestín Navarro 2004, p. 84"/><br>
I Fatimidi lo accolsero e gli promisero il loro supporto per recuperare il suo regno,<ref name="Lévi Provençal, 1957, p. 431"/> in cambio della sottomissione all'autorità religiosa fatimide.<ref>Ballestín {{Cita|Navarro, 2004, |p. 154}}.</ref> Il califfo fatimide [[al-'Aziz bi-llah|al-ʿAzīz]] accettò di aiutare al-Ḥasan anche perché non voleva che gli Idrisidi e i loro sostenitori rimanessero in Egitto, perché gli considerava pericolosi.
 
Nel 985 tornò nel [[Maghreb al-Aqsa]], sostenuto dai Fatimidi e dai loro vassalli [[Ziridi]], dove riuscì a prendere per un breve periodo il potere, proclamandosi anche califfo e imam. Venne più volte sconfitto dagli eserciti mandati dal califfo di Cordova nel mese di agosto.<ref>{{Cita|Echevarría Arsuaga, 2011, |p. 140}}.</ref><ref name="Ballestín Navarro, 2004, p. 156">Ballestín {{Cita|Navarro, 2004, |p. 156}}.</ref> La morte improvvisa dello ziride [[Buluggin ibn Ziri|Buluggīn ibn Zīrī]], che avrebbe dovuto sostenere il ritorno al potere di al-Ḥasan, causò il fallimento dei piani di quest'ultimo, che si rifugiò con pochi sostenitori nella fortezza di al-Aqlam, dove alla fine si arrese.<ref name="Ballestín Navarro, 2004, p. 156"/>
 
Anche se il cugino di [[Almanzor]], che aveva partecipato alle operazioni militari, gli aveva promesso che gli sarebbe stata salvata la vita, al-Ḥasan fu decapitato per ordine di Almanzor nel settembre o nell'ottobre del 985.<ref name="Lévi Provençal, 1957, p. 431"/><ref name="Ballestín Navarro, 2004, p. 156"/><ref>{{Cita|Echevarría Arsuaga, 2011, |p. 141}}.</ref><br>
Ciò concluse la lunga e sanguinosa guerra tra gli [[Idrisidi]] gli [[Omayyadi]] del [[Califfato di Cordova]].<ref>Ballestín {{Cita|Navarro 2004, |p. 83}}.</ref> La maggior parte del [[Maghreb al-Aqsa]] rimase sotto il controllo del Califfato di Cordova fino al 1012.
 
=== Discendenti degli Idrisidi ===
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Discendente degli Idrisidi fu anche [[Muhammad ibn Ali al-Guti|Muḥammad ibn ʿAlī al-Gūṭī]], che fu nominato sultano a [[Fès|Fez]] nel 1465, anno del massacro che portò la fine della dinastia [[merinide]], venendo però detronizzato poco dopo da [[Muhammad al-Shaykh al-Wattasi|Muḥammad al-Shaykh al-Wattāṣī]], primo sultano della dinastia [[Wattasidi|wattaside]].
 
Altri discendenti degli Idrisidi furono [[al-Idrisi|al-Idrīsī]], uno dei più importanti geografi del [[Medioevo]],<ref>Pierre {{Cita|Herman Leonard -Eggermont, 1975, |p. 7}}.</ref> e [[Abu l-Hasan al-Shadhili|Abū l-Ḥasan ʿAlī al-Shādhilī]], una delle più importanti figure del [[sufismo]].
 
==Note==
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==Bibliografia==
* Ballestín Navarro,{{Cita libro|autore=Xavier (2004).Ballestín [Navarro|anno=2004|url=https://books.google.it/books?vid=ISBN9788447527724&printsec=frontcover&hl=it#v=onepage&q&f=false ''|titolo=Al-mansur y la Dawla'amiriya: Una dinámica de poder y legitimidad en el occidente musulmán medieval'']. |editore=Edicions Universitat Barcelona. |ISBN =9788447527724.|cid=Navarro}}
* {{Cita libro|autore=Ana Echevarría Arsuaga, Ana (|anno=2011). ''|titolo=Almanzor: un califa en la sombr''a. sombra|editore=Silex Ediciones. |ISBN=9788477374640|cid=Echevarría 9788477374640.Arsuaga}}
* Lévi Provençal,{{Cita libro|autore=[[Évariste (Lévi-Provençal]]|anno=1957). ''|titolo=Historia de España, IV: España musulmana hasta la caída del califato de Córdoba: 711-1031 de J.C.'' |editore=Espasa-Calpe. |ISBN =9788423948000.|cid=Lévi-Provençal}}
* {{Cita libro|autore=Pierre Herman |autore2=Leonard Eggermont (|anno=1975). [|url=https://books.google.com/books?id=nG0_xoDS3hUC&pg=PA7 ''|titolo=Alexander's Campaigns in Sind and Baluchistan and the Siege of the Brahmin Town of Harmatelia'']. |editore=Peeters Publishers. |ISBN =9789061860372.|cid=}}
* {{Cita libro|autore=H. Terrace, ''|titolo=Histoire du Maroc'', 2 voll., |città=[[Casablanca, ]]|editore=Atlantides, |anno=1949-50|cid=Herman-Eggermont}}
 
== Voci correlate ==