Maximilien de Robespierre: differenze tra le versioni

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La coppia ebbe altri quattro figli: [[Charlotte de Robespierre|Marie-Marguerite-Charlotte]], Henriette-Eulalie-Françoise (1761-1780) e [[Augustin de Robespierre|Augustin-Bon-Joseph]]. Un ultimo figlio visse il solo giorno della nascita, il 4 luglio 1764. In conseguenza di complicazioni del parto, dieci giorni dopo, morì prematuramente anche la madre e, se si deve credere alle memorie di Charlotte, il marito, molto sconvolto dalla gravissima perdita e indebitato, avrebbe abbandonato la professione e poi i suoi quattro figli, che affidò ai parenti più stretti, e iniziato a viaggiare poco dopo<ref>{{Cita|Robespierre C.|p. 14|RobespierreC}}.</ref>, morendo a [[Monaco di Baviera]] il 6 novembre 1777, ma questo i figli non lo seppero mai. Maximilien rimase profondamente turbato dalla morte dell'adorata madre e dall'abbandono del padre, verso il quale sviluppò un rapporto sempre in bilico tra amore e odio, e non evocò mai il suo spiacevole ricordo.
 
Dopo la morte della madre, le due figlie furono accolte dalle zie paterne, Henriette ed Eulalie, che le mandarono nel convento di Manarres, un'istituzione caritatevole a [[Tournai]] che istruiva le ragazze povere dai nove ai diciotto anni<ref>Paris, pp. 18-20. Mentre Charlotte lo lasciò nel 1781 e iniziò a vivere con i suoi fratelli nella casa di Arras, Henriette trascorse quasi tutta la sua vita in quell'istituzione chiusa e molto pia della vecchia società, monarchica e cristiana, e ne era rispettosissima perché, a differenza della sorella, doveva al favore della corte di [[Bruxelles]] la sua ammissione definitiva: quindi non ebbe mai alcuna idea politica rivoluzionaria da condividere.</ref>, e i due figli furono allevati dai nonni materni, [[Jacques-François Carrault]], un venerabile [[Mastro birraio|birraio]] di Arras, e Marie-Marguerite Cornu. Fra l'altro, contrasse il [[vaiolo]] che gli lasciò il volto leggermente butterato. Maximilien entrò nel 1765 nel collegio di Arras, un istituto gratuito gestito dai [[Confederazione dell'oratorio di San Filippo Neri|padri oratoriani]], grazie alle zie e ai nonni materni. La sorella Charlotte, nelle sue memorie, lo descrive come giovane serio e posato. Nel settembre 1769, grazie al suo impegno e alla raccomandazione del canonico Aymé presso il vescovo di Arras, [[Louis-Hilaire de Conzié|Hilaire de Conzié]], Maximilien ottenne una borsa di studio di 450 lire annue dall'abbazia reale di Saint-Vaast e poté così entrare nel prestigioso [[Lycée Louis-le-Grand|collegio Louis-le-Grand]] di [[Parigi]], retto anch'esso dai padri oratoriani, per intercessione dei nonni, distinguendosi per la sua intelligenza e il carattere poco socievole.<ref>{{Cita|Walter|pp. 17-19 e 25}}: La borsa gli dava diritto a una camera con un letto, un tavolo e una sedia.</ref>
 
=== Gli studi (1769-1780) ===