Chiesa dei Santi Nereo e Achilleo (Roma): differenze tra le versioni

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|Didascalia = Veduta esterna
|DedicatoA = [[Nereo e Achilleo]]
|Ordine = [[Confederazione dell'oratorio di San Filippo Neri]]
|Larghezza =
|NomeComune = [[Roma]]
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|Sito = http://www.vallicella.org/chiesa-nereo-achilleo-roma/
}}
'''Santi Nereo e Achilleo''' è unaun [[chiese di Roma|basilicaluogo di Romaculto]], costruita nel [[IV secolocattolicesimo|cattolico]] e dedicata ai santidi [[Nereo e AchilleoRoma]]., Postasituato nel rione [[Celio (rione di Roma)|rione Celio]], a poca distanza dalle [[Terme di Caracalla]], la basilica è collegata al ''[[titolo cardinalizio|titulus]] [[Santi Nereo e Achilleo (titolo cardinalizio)|Ss. Nerei et Achillei]]'', l'antico ''titulus Fasciolae''.
 
Costruita nel [[IV secolo]] e dedicata ai santi martiri romani [[Nereo e Achilleo]], è attualmente una rettoria appartenente alla parrocchia di [[Chiesa Nuova (Roma)|Santa Maria in Vallicella]], affidata alla [[Confederazione dell'oratorio di San Filippo Neri]], e su di essa insiste l'[[Santi Nereo e Achilleo (titolo cardinalizio)|omonimo titolo cardinalizio]], anticamente chiamato ''titulus Fasciolae''.<ref>{{cita web|url=https://www.diocesidiroma.it/phpenti/ente/?ID=939|titolo=Chiesa Rettoria – Santi Nereo ed Achilleo alle Terme di Caracalla|sito=diocesidiroma.it|accesso=21 giugno 2021}}</ref>
 
== Storia ==
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===Interno===
 
[[File:Church of Santi Nereo e Achilleo.jpg|thumb|left|La nave centrale e l'altare maggiore]]
La chiesa ha la tipicauna struttura dellaa [[basilicatre (architettura cristiana)|basilica]], con una navata centrale e due laterali,navate divise da pilastri ottagonali, che sostituirono nel [[]]XV secolo]] le colonne originali. La navata è decorata da affreschi commissionati dal cardinale Baronio.
 
L'interno è riccamente affrescato. La navata centrale è dedicata alla vita e al martirio dei santi titolari e di santa Domitilla. Le navate laterali contengono un ampio ciclo raffigurante, con vivida enfasi, scene di martirio tratte dal [[Martirologio Romano]]. Si tratta di un esempio assai eloquente dello spirito (e della funzione) controriformista che caratterizza la pittura romana della seconda metà del Cinquecento. Questi affreschi sono tradizionalmente attribuiti a [[Niccolò Circignani]] detto il Pomarancio.