Persa: differenze tra le versioni

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===Atto III (vv. 329-448)===
Nella prima scena Saturione spiega alla figlia la messinscena; questa, tuttavia, si mostra riluttante e desiderosa di mantenere alto il suo onore, pur nella povertà in cui vive. In questo modo ella si presenta come saggia e morale, anche se, al momento della compravendita di sé stessa, si svela molto abile nel recitare e nell'ingannare il lenone.<ref name=B262/> Saturione cerca di convincere la figlia, timorosa che la sua cattiva fama si diffonda e impedisca il suo matrimonio, ma accetta quando il padre lale assicura di possedere una consistente dote per darla in sposa. Questa scena, di per sé superflua dal punto di vista narrativo, in quanto si conclude con ciò che già lo spettatore si aspettava, potrebbe assumere valore se la si considera in relazione all'ipotesi che la fanciulla stesse vestendo un costume tragico.<ref name=H29>{{cita|Hardy|p. 29}}.</ref> In questo modo la scena si configurerebbe come il contrasto tra due generi teatrali, la tragedia e la commedia,<ref name=H29/> e riecheggerebbe la scena dell'[[Ifigenia in Aulide]], celebre tragedia di Euripide, in cui la figlia scongiura il padre di non ucciderla per il buon fine di una guerra.<ref name=H30>{{cita|Hardy|p. 30}}.</ref> Inoltre la fanciulla allude a possibili conseguenze tragiche della truffa, il che non poteva avvenire nella commedia latina.<ref name=H31>{{cita|Hardy|p. 31}}.</ref>
 
La seconda scena è un breve monologo di Dordalo che si chiede come abbia intenzione di fare Tossilo a racimolare i soldi per riscattare Lemniselene.