Carl Pichler von Deeben: differenze tra le versioni
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Il 1º agosto [[1851]], a [[Milano]], istruì il processo sommario a [[Amatore Sciesa]] sorpreso la sera del 30 luglio in corso di [[Porta Ticinese]] in possesso di manifesti compromettenti, che si concluse con la condanna a morte del patriota.
Trasferito a [[Mantova]], Pichler fu nuovamente inflessibile durante i processi ai congiurati mazziniani del [[1851]]- [[1852]].
Nel febbraio [[1852]] ritornò a [[Milano]] come auditore e fu insignito dell'[[ordine Imperiale di Francesco Giuseppe]] per i servizi prestati alla monarchia. La sua partenza da Mantova fu salutata con gioia, dal momento che era corsa voce che il nuovo auditore, [[Alfred von Kraus]], fosse "''più umano del precedente''"<ref name="Francesco Salata 1924">Francesco Salata, ''Guglielmo Oberdan secondo gli atti segreti del processo: carteggi diplomatici e altri documenti inediti, con illustrazioni e facsimili'', Bologna, Zanichelli, 1924.</ref>, supposizione poi smentita duramente dai fatti. Poco dopo la
Terminato il conflitto, nel dicembre dello stesso anno Pichler assunse la direzione del commissariato a Trento sorvegliando le trame del [[Partito d'Azione (1853-1867)|partito d'Azione]] che sfociarono dapprima nei [[fatti di Sarnico]] del 1862, poi nel tentativo fallito di [[Ergisto Bezzi]] del [[1864]] di insurrezione del Trentino e del Veneto<ref>Antonio Zieger, ''Il tentativo mazziniano del 1863-1864'', Tip. editrice G. Seiser, 1964.</ref> e di tutte quelle organizzazioni favorevoli all'unità d'Italia. Con lo scoppio della [[terza guerra di indipendenza]] del [[1866]], partecipò al contrasto di tutte le attività politiche antiaustriache e a fine guerra, il 22 novembre [[1866]], fu ricompensato dall'imperatore [[Francesco Giuseppe]] con il titolo di consigliere imperiale poiché si "''rese particolarmente benemerito nell'appoggiare le misure governative o le operazioni militari''".
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