Storia della Giamaica: differenze tra le versioni

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Il primo vero e proprio insediamento degli spagnoli venne fondato sulla costa nord, nell'attuale distretto di St. Ann; in seguito furono dislocate in maniera più omogenea nuovi insediamenti quali Nueva Sevilla (ora [[New Seville]]) e Santiago de la Vega, l'odierna [[Spanish Town]] (nel sud dell'isola), il cui nome ricorda il passato coloniale ispanico. L'isola di Giamaica appartenne per quasi un secolo e mezzo agli spagnoli, che vi istituirono una propria [[colonialismo spagnolo|colonia]], la [[Giamaica spagnola]] (o ''Colonia di Santiago''). Come in molte parti del Sud America, tuttavia, la Spagna non sviluppò alcun tipo di attività fiorente, limitandosi a una mera “toccata e fuga”, che si concretizzava nel massiccio dirottamento di risorse verso la madrepatria.
 
La scarsa presa territoriale e la debolezza delle strutture politiche degli spagnoli determinarono, a partire dal [[XVII secolo]], un interessamento da parte della potenza coloniale in ascesa, l'Inghilterra. Il 10 maggio [[1655]], un corpo di marinai inglesi sbarcò nel porto di Kingston e marciò (praticamente indisturbato) sulla “capitale” Santiago. La spedizione, avvenuta in pieno periodo cromwelliano, non fu altro che un progetto estemporaneo ottimamente orchestrato dall'ammiraglio Penn: secondo il proposito originario, la flotta britannica avrebbe dovuto sbarcare sull'isola di Hispaniola, ma, non riuscendovi, riparò in Giamaica. L'impresa militare inglese fu del tutto soddisfacente, poiché nel giro di pochi giorni la colonia spagnola venne conquistata. Tuttavia, gli spagnoli superstiti diedero vita a una feroce guerriglia all'interno del paese: la catena montuosa delle [[Blue Mountains (Giamaica)|Blue Mountains]] offrì un perfetto riparo ai combattenti; almeno sino al [[1660]], anno in cui la resistenza ispanica fu costretta a ripiegare a [[Cuba]].
 
== Inizio effettivo della dominazione inglese ==
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L'[[Emancipation Act]] del [[1838]], approvato dal Parlamento britannico, pose formalmente fine allo sfruttamento della popolazione di colore: essi vennero affrancati e poterono percepire regolarmente salari e compensi per i lavori agricoli o industriali svolti. La risoluzione della Corona che abolì la pratica schiavista fu il culmine di un processo di lotte sociali che aveva visto la nascita di un movimento organizzato sotto la guida del Reverendo [[Sam Sharpe]], anch'egli eroe nazionale giamaicano. Sharpe, rimasto celebre (la piazza principale di Montego Bay è tuttora a lui intitolata) per il proprio carisma, fu a capo della "[[sommossa di Natale]]" (''Sam Sharpe Rebellion'') del [[1831]].
 
L'implosione del sistema schiavista convertì l'ex manodopera delle piantagioni in piccoli proprietari, ridotti a mettere a coltura le zone impervie dell'interno, ovvero le terre marginali abbarbicate sulle [[Blue Mountains]]. Molto spesso, la nuova forza lavoro si riuniva attorno a comunità o villaggi (molto simili al modello [[Compagnia di Gesù|gesuita]]), organizzati e sponsorizzati dalle chiese cristiane o battiste.
 
Le lotte legate al possesso della terra (o meglio, alla mancata redistribuzione della stessa) furono un tema centrale sino alla prima metà del XX secolo. In quest'ottica, l'evento saliente fu la [[ribellione di Morant Bay]] del 1838, in cui due fra i più illustri difensori dei diritti della popolazione povera e disagiata ([[George William Gordon]] e [[Paul Boggle]]) persero la vita.