Alberico Biadene: differenze tra le versioni

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Avendo sotto gli occhi la montagna che stava cedendo, circa alle 22.00, il [[geometra]] [[Giancarlo Rittmeyer]], di turno alla diga con gli operai, lo chiamò nella sua casa a [[Venezia]], dove era tornato quattro ore prima, per chiedere istruzioni. Biadene lo tranquillizzò, anche perché sapeva di aver raggiunto quota 700 e pensava di essere in sicurezza.<ref>Giovanni Sesso, ''Vajont, 9 ottobre 1963 - 9 ottobre 2013: Immagini del Toc "prima e dopo"'', 2013, p. 22.</ref>
 
EbbeDopo aver riattaccato, ebbe comunicazione del disastro attraverso una telefonata dell'ingegnere Mario Ruol intorno alle 23.30, al bivio di [[Ponte nelle Alpi]].<ref>Luigi Rivis, ''Vajont. Quello che conosco perché allora ero un addetto ai lavori e quello raccontato da altri'', Belluno, Momenti AICS, 2018, pp. 62-63.</ref> La tragedia dei duemila morti lo segnò.<ref>Cameri, pp. 29-30.</ref>
 
=== Il processo penale ===