Ḥadīth: differenze tra le versioni

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L{{'}}Il '''ḥadīth''' ({{arabo|حديث}},{{Audio|Hadith Nabawi Arabic pronunciation.ogg|<small> ascolta</small>}}, plur. {{arabo|أحاديث|aḥādīth}}) è ununa tradizione (lett. "racconto") sulladi valore giuridico e religioso, spesso collegato alla vita e alle opere del [[profeta]] [[Maometto]].
 
In genere si tratta di un singolo aneddoto di alcune righe sulla vita del [[profeta]] dell'[[islam]] [[Maometto]] (Muhammad), ma ha un significato molto più importante perché è parte costitutiva della cosiddetta [[Sunna]], la seconda fonte della Legge islamica (''[[shari'a|Sharīʿa]]'') dopo lo stesso [[Corano]]. Esistono milioni di ''ʾaḥādīthaḥādīth'', classificati per [[isnad|isnād]] (catena di trasmissione) ed affidabilità. La collezione della totalità dei singoli ''ʾaḥādīthaḥādīth'' costituisce appunto la [[Sunna]].
 
== Teologia ==
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A surrogare il Corano, acquistò prestissimo grande significato quello che [[Maometto]] faceva, diceva, oppure non faceva o non diceva quando interrogato su un quesito di fede, di opere o di liturgia. Maometto, ritenuto il migliore interprete della volontà divina (perché ineffabilmente ispirato), diveniva così il modello di riferimento dei suoi contemporanei e delle generazioni future di [[musulmani]]. La tradizione ''narrativa'' (cioè orale) riferita a Maometto e, in seguito, anche ai suoi [[Compagno (Islam)|Compagni]] (''Ṣaḥāba'') o a qualcuno dei [[Seguaci]] (''Tābiʿūn'') - costituenti cioè i più autorevoli musulmani delle generazioni successive a quella del Profeta e dei Compagni - acquistava pertanto valore di legge, sempre che mancasse un esplicito passaggio coranico ad ordinare o vietare qualcosa.
 
Va da sé che la malintesa ''pietas'' di alcuni musulmani (anche contemporanei di Maometto, come [[Abu Hurayra|Abū Hurayra]]) ha generato in passato una gran massa di tradizioni false e inaffidabili ed è fin dal II-III secolo dell'[[calendario islamico|Egira]] che il mondo degli studiosi [[musulmani]] è assai seriamente impegnato nella difficile opera della cernita di ciò che nella immensa massa dei ''aḥādīth'' è vero (o il credibile, o affidabile) da ciò che è giudicato falso (o incredibile, o inaffidabile). Aysha, moglie del Profeta, fu la persona che visse più a lungo con Maometto dopo l'Egira, fino al letto di morte, e lei è ritenuta la fonte diretta del maggiore numero di adith (2120).<ref>Giorgio Vercellin, ''Il profeta dell'islam e la parola di Dio'', giuntiFirenze, editoreGiunti, 2000, pag. 22</ref>
 
Strutturalmente un ''ḥadīth'' è composto da una catena di trasmettitori-garanti (in arabo ''isnād'', ovvero "sostegno") che risale indietro nel tempo, formando una ''silsila'' (catena) che si allaccia al primo trasmettitore della tradizione. Il trasmettitore può essere un Compagno che l'ha ricevuta dal Profeta o un musulmano che l'abbia ascoltata da un Seguace o, talora, da qualche credente di grande rinomanza delle successive generazioni. L{{'}}''isnād'' si presenta all'incirca col seguente schema: «Ho ascoltato Tizio che ha detto a Caio che Sempronio aveva udito... Muhammad dire: "..."». All{{'}}''isnād'' segue il vero e proprio contenuto della narrazione (il ''matn'' ).
 
Per distinguere le tradizioni autentiche da quelle false (magari anche con intenti pii, per ovviare a un silenzio coranico su una determinata fattispecie) si poteva ricorrere a un'indagine di tipo genealogico. Si esaminava cioè se un trasmettitore aveva o meno una buona nomea, una buona memoria o un'effettiva conoscenza o frequentazione del trasmettitore portatore della tradizione. Questo studio si chiama "scienza degli uomini" (''ʿilm al-rijāl''), a cui si affianca una disciplina di studio relativa al contenuto della tradizione, per vedere che essa non sia ad esempio illogica, incoerente o palesemente impossibile.
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Va da sé che esistono ''aḥādīth'' [[Sunnismo|sunniti]], [[Sciismo|sciiti]], [[Zaydismo|zayditi]], [[Kharigismo|kharigiti]] e di altre correnti minoritarie islamiche. In particolare gli sciiti leggono con grande venerazione una raccolta di sentenze e sermoni di 'Ali<ref>È leggibile una versione in italiano sulle sue traduzioni: Imam Ali, ''Nahjul Balagha. Sermoni lettere detti e sentenze'', a cura del Centro Culturale Islamico Europeo, Roma s.d.</ref>
 
Esistono raccolte particolari di c. d. ''aḥādīthḥadīth qudsī'' in cui cioè il Profeta riferisce parole di Allah che non furono raccolte nel Corano; anche la ''sīra'' (lett.: vita) è un genere particolare di ''ḥadīth'' organizzati in modo da fornire una biografia della vita terrena del Profeta. Esistono anche ''ḥadīth'' sciiti di [[ʿAlī ibn Abī Ṭālib]], il genero del profeta e quarto califfo.
 
==Note==