Storia del Palermo Football Club: differenze tra le versioni

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Nel frattempo si assistette a un periodo di fusioni societarie, causate da problemi economici: nel gennaio 1923 il Palermo si fuse con l'Unione Sportiva Leoni, un gruppo di giovani di piazza Leoni guidati dal gelataio Girolamo Petrolo, mentre nel gennaio 1924 ci fu la fusione con i rivali della Libertas, con l'obiettivo di mantenere almeno un club competitivo a livello nazionale. Visto il maggior blasone del Palermo, si mantennero i colori rosanero e si tornò alla denominazione ''Palermo Football Club''.<ref name="cuore">{{cita web|url=http://www.cuorerosanero.com/primianni2.htm|editore=cuorerosanero.com|titolo=I primi 60 anni parte 2ª: dal dopoguerra alla prima Serie A|accesso=30 luglio 2019|urlmorto=sì|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20071006220432/http://www.cuorerosanero.com/primianni2.htm|dataarchivio=6 ottobre 2007}}</ref>
 
Con la ratifica della [[Carta di Viareggio]] del 1926, la [[Prima Divisione 1926-1927]], in cui militava il Palermo, divenne il prodromo dell'attuale secondo livello del [[campionato italiano di calcio]], venendo gestita per la prima volta dal [[Direttorio Divisioni Superiori]] anche per il Sud: i siciliani disputarono però solo nove giornate, perché il presidente Colombo dovette ritirare la squadra per [[Fallimento (diritto)|fallimento]], il 10 dicembre della stessa stagione:<ref>In {{Cita|Prestigiacomo 2001|p. 58}}, viene erroneamente scritto 10 luglio, ma essendo avvenuto il ritiro fra la nona e la decima giornata si tratta con tutta probabilità del 10 dicembre</ref> pertanto fu esclusa dalla competizione in corso e poi radiata. Un motivo legato sicuramente al fatto che a quei tempi, con il calcio che aveva appena aperto al professionismo, vi era un pesante ''gap'' economico fra le società settentrionali e le società meridionali con quelle isolane.
La prima squadra della città divenne allora la {{Calcio Vigor Palermo|N}}, del futuro dirigente sportivo del Palermo [[Totò Vilardo]],<ref>{{Cita|Tripisciano|p. 147}}.</ref> che, dopo il campionato di [[Seconda Divisione 1927-1928]], diventato terza serie, cambiò denominazione in ''Palermo Football Club'' e assunse i colori rosanero, operando una fusione con la vecchia società il 15 luglio [[1928]]. Presidente divenne il conte Liotta di Lemos.<ref name="Prestigiacomo59">{{Cita|Prestigiacomo 2001|p. 59}}.</ref> Il 15 agosto la società si dotò di un [[Capitale sociale (economia)|capitale sociale]] di centomila [[lira italiana|lire]],<ref name="Prestigiacomo59" /> grazie a una sottoscrizione guidata da [[Vincenzo Florio jr]]. Dopo tre presidenti nel breve volgere di un anno, la società incominciò a essere amministrata dal barone Bordonaro di Gebbiarossa,<ref name="Prestigiacomo59" /> dimessosi nel 1931 per darsi all'[[automobilismo]]. Al barone si deve il commissionamento di un nuovo stemma, realizzato in stile [[futurismo|futurista]] dal pittore palermitano [[Pippo Rizzo|Giuseppe "Pippo" Rizzo]].<ref>{{Cita|Prestigiacomo 2001|p. 43}}.</ref>