Giulio Cesare (nave da battaglia): differenze tra le versioni

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[[File:Ogiva da 381mm.jpg|thumb|left|upright=1.2|L'ogiva del proiettile che colpì la ''Cesare'' a Punta Stilo, recuperato all'interno dello scafo dopo la battaglia]]
 
Subito dopo aver incassato il colpo, la ''Cesare'' accostò in fuori per allontanarsi dalla formazione britannica, continuando a fare fuoco sul nemico con le torri di poppa e proteggendosi con una cortina fumogena alzata dai suoi impianti di nebbiogeni. I ventilatori della nave risucchiarono il fumo degli incendi in alcuni locali caldaie, che dovettero essere evacuati dal personale dopo aver provveduto allo spegnimento degli impianti; ciò provocò uno scadimento della velocità massima della ''Cesare'' da 27 a 18 nodi, cosa che spinse il pridente ammiraglio Campioni a ordinare alle 16:01 lo sganciamento dall'azione delle due corazzate, proteggendo la manovra con attacchi siluranti dei suoi cacciatorpediniere ai danni delle navi britanniche. La manovra riuscì perfettamente e, alle 16:30, la ''Cesare'' potè riprendere un'andatura di 20 nodi dopo che le squadre di sicurezza avevano provveduto a estinguere gli incendi a bordo e ripristinare il funzionamento di parte delle caldaie prima spente. La ''Cesare'' fece quindi il suo ingresso, alle 21:00, nel porto di [[Messina]]: le ispezioni confermarono che i danni riportati nello scontro non erano gravi nè incapacitanti, anche se la nave dovette lamentare sensibili perdite umane tra il suo equipaggio ammontanti a 66 morti e 49 feriti.<ref>{{cita|Bagnasco 2012|pp. 66-69}}.</ref> Come rciconoscimentoriconoscimento per la sua partecipazione allo scontro, la bandiera di combattimento della ''Cesare'' fu insignita della [[Ricompense al valor militare|medaglia d'argento al valor militare]].<ref name="GiulioCesaredr" />
 
=== Operazioni tra il 1941 e il 1943 ===